«Meno smog». Multati anche i tifosi in auto a San Siro
Folla nelle strade del centro. Formigoni: abbattute tre tonnellate di polveri sottili. Raffica di contravvenzioni
27 February, 2006
<b>Polemiche sulla mancata deroga per lo stadio. L’Inter club: sbagliato non creare «corridoi» per chi va alla partita </b>
«Carico. Vai». Urla il tranviere. Al comando, sfilano via i tram dal piazzale dello stadio. Uno dietro l’altro. Calca. Bandiere che sventolano. Mentre il metrò di piazzale Lotto inghiotte tifosi, e li smaltisce con un treno ogni due minuti. Fine di Inter-Udinese: il popolo nerazzurro si riversa in strada e sembra una maratona. Tutti a piedi in un’atmosfera irreale. Non un clacson, né una sgasata, né un fischio dei vigili. Domenica silenziosa di calcio ecologico. E tutti a chiedere: «Perché non ci hanno dato una deroga?». Quarta giornata di blocco del traffico contro il Pm10. L’aria lombarda non è costretta a digerire 3 tonnellate di polveri sottili.
Quattro milioni di persone lasciano l’auto in garage. Tra questi, anche i 45.698 spettatori di San Siro. Ognuno ha studiato la sua alternativa all’auto. Mezzi pubblici, bicicletta, camminata. Settanta pattuglie di polizia locale in servizio. Chi si affida alla furbizia e alla sorte paga con 71 euro. I multati intorno al Meazza fra le 13 e le 15 sono 131 (su 548 controlli). Poco meno di uno su quattro. Alle 20 i trasgressori pizzicati in città saranno 982 su 6.928 auto fermate. Nella percentuale di contravvenzioni (14,1 per cento) si può leggere un minimo segno di insofferenza, visto che i trasgressori durante il blocco del 5 febbraio erano stati l’11,3.
Folla in centro. Famiglie nei parchi. Pienone tra le bancarelle di antiquariato sui Navigli. Centinaia di bambini partecipano al laboratorio di carnevale del museo della Scienza. Affollate le visite al Castello Sforzesco e al Museo Diocesano. Sole e temperatura invogliano a seguire le iniziative di Ciclobby. Gli unici a soffrire sono i centralinisti del call center del Comune. «Posso viaggiare o no con la mia auto?». I libretti di circolazione sono rebus inestricabili. I motori a benzina Euro 4 viaggiano. I diesel Euro 4 devono avere il filtro. Complicato orientarsi tra certificazioni e conformità. Le telefonate sono migliaia.
Al Meazza, l’Inter vince. Così il catalizzatore di critiche e mugugni è unico: il blocco del traffico. «Si lamentavano un po’ tutti - racconta Fausto Sala, coordinatore degli Inter club -, partendo da un principio: ma perché se piove da 10 giorni e lo smog è a livelli minimi il blocco non è stato revocato?».
«Programmazione», rispondono dal grattacielo Pirelli. Ma, stando ai dati, gli interisti ritengono l’interrogativo più che legittimo. Il Pm10 non è mai stato così basso dall’inizio dell’anno: sabato, 13 microgrammi per metro cubo in via Juvara e 18 al Verziere. Ieri poco di più. La soglia (50) è lontanissima. Aria pura che neanche tra i ghiacciai del Trentino. Buona per pedalare. E pedalando, accompagnato su un tandem da Gianni Motta, ex campione di ciclismo, risponde alle critiche il presidente della Regione, Roberto Formigoni: «Il blocco del traffico è servito, perché si tratta di tre tonnellate di polveri sottili in meno che immettiamo nell’atmosfera in un periodo molto critico», senza contare che «le condizioni meteorologiche potrebbero portare già da domani a una ripresa dell’accumulo di polveri».
«D’accordo - ribatte il coordinatore di tutti gli Inter club italiani -, ma perché non ci hanno concesso nemmeno i corridoi?» (riferimento alle vie libere accordate ai tifosi per assistere a Inter-Chievo durante il blocco del 5 febbraio scorso). Contro quella deroga si scagliò mezza città, tuonando contro «l’ingiustificato privilegio». Andando a scartabellare i resoconti dei botteghini, si scopre che rispetto alla gara col Chievo ieri mancavano 1.650 tifosi. Per le casse dell’Inter, un danno che non supera i 40 mila euro. E infatti la società non polemizza: «Siamo nella norma per una partita come Inter-Udinese». Ma gli Inter club concludono: «In queste condizioni, anche 2 mila persone contano per sostenere la squadra».
Gianni Santucci