Ambiente: altro che ottimismo, è in rosso quello del governo
Comunicato stampa di Legambiente
24 March, 2006
23/03/2006 13:11 - Presentata stameni la relazione di Matteoli sullo stato dell'ambiente in Italia
Con 3 anni e più di ritardo e a sole 3 settimane dalle elezioni, Matteoli presenta la sua relazione sullo stato dell’ambiente in Italia, un ambiente, a sentire il ministro, in forte ascesa seppur con molte cose ancora da fare… “Eppure – denuncia Legambiente, per bocca del suo direttore Francesco Ferrante – qualche perplessità sui dati snocciolati dal capo del Dicastero, c’è”.
A comiciare da Kyoto, che persino dal rapporto, emerge come sia sempre più un miraggio. Mentre nel computo delle aree protette istituite dal ministro dell’Ambiente si annoverano certamente i parchi nazionali della Sila e dell’Alta Murgia e le riserve marine di Capo Gallo, Asinara, Pelagie, Baia, Gaiola, Capo Caccia, Plemmirio e il Santuario, “Della gran parte di queste – precisa Ferrante - il ministro ha solo completato un iter iniziato molti anni or sono. Mentre vanno ricordati i numerosi commissariamenti dovuti all’incapacità di dialogo con gli Enti locali”.
Poi ci sarebbe la crescita dell’utilizzo di tram e bus nelle città: “ma anche qui – continua Ferrante – il dato è piuttosto curioso, oltre che vago. L’Astra (associazione nazionale delle società per il trasporto pubblico) ha ‘staccato’ solo nell’ultimo anno 100 milioni di biglietti in meno. Neanche una parola su un’emergenza smog senza precedenti, che dopo allarmi e corse ai ripari quello che la montagna ha partorito è stato il motorino: incentivi a pioggia e trasporto pubblico nel dimenticatoio. Se il 93% delle auto diesel in circolazione è in regola con gli standard europei (risulta dal rapporto Apat di novembre 2005 che gli Euro 3 e successivi in circolazione erano al 40,2% al 2003), bisognerebbe anche avere l’onestà di dire che un diesel euro 4 emette più polveri sottili di una benzina euro 0. Anche sulla raccolta differenziata un sorriso scappa: nel 2004 l’Italia ha raggiunto il 22,7% ma nel 2003 dovevamo aver raggiunto la soglia del 35%”.
Insomma, a conti fatti, sembrerebbe che l’ottimismo del ministro dell’Ambiente è quantomeno eccessivo.
“Neanche una parola – conclude il direttore generale di Legambiente – su un condono edilizio devastante, un testo unico che con tre voti di fiducia al Senato e alla Camera, se venisse firmato dal presidente Ciampi, sbriciolerebbe l’ambiente in un colpo solo. Poi c’è l’attacco ai beni culturali del ministro Urbani, la svendita delle spiagge del ministro Tremonti, l’abolizione delle domeniche ecologiche. Insomma, nel complesso assistiamo a una situazione di stallo frutto dell’incapacità di avviare negli ultimi anni strategie ambientali complessive e lungimiranti che rischia di vanificare il lavoro svolto in questi ultimi 20 anni e di aggravare situazioni già precarie”.