I risultati della giuria dei cittadini a Bologna
Il documento di Scienze Politiche del 6 marzo. la giuria favorevole a rafforzare la Ztl
24 March, 2006
Ieri Domenica 5 marzo si è svolta a Bologna presso la Sala del Consiglio provinciale una “giuria di cittadini”, organizzata dal Dipartimento di Organizzazione e Sistema Politico dell’Università di Bologna (nelle persone dei prof. Daniela Giannetti e Rodolfo Lewanski, con l’assistenza della dott.ssa Daniela Natali) nell’ambito di un progetto di ricerca congiunto con le Università di Torino e Trieste, sotto la direzione del prof. Giorgio Freddi del DOSP di Bologna. Il progetto, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica con contributi delle ARPA dell’Emilia Romagna e delle Marche, prevede la sperimentazione di una nuova modalità di partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Per la prima volta in Italia, è stata praticata una forma di coinvolgimento del pubblico già attuata con successo in vari paesi (tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Irlanda), con l’intento di verificare l’efficacia di tale approccio nella risoluzione di questioni socialmente controverse. L’obiettivo è il raggiungimento di una decisione consensuale, attraverso processi discorsivi, tra cittadini comuni. Tale decisione dovrebbe fondarsi sui “migliori argomenti”.
Il termine “giuria” deriva dal fatto che la procedura seguita simula per molti aspetti il processo penale reso popolare da centinaia di film e telefilm americani. Tuttavia in questo caso sotto accusa non è un individuo, ma una questione che presenti caratteristiche di elevate conflittualità sociale e complessità tecnico-scientifica.
Su questa base, a Bologna -come a Torino, dove una ‘giuria’ si terrà nelle prossime settimane-, si è scelto di dibattere il tema della mobilità urbana. Il tema è stato scelto dopo aver sentito il parere di un Comitato Consultivo appositamente costituito, formato da vari rappresentanti di interessi e di associazioni (ACI, ASCOM, CNA, Confesercenti, Comitati Antismog, Legambiente, WWF), Amministrazioni pubbliche (ARPA, Assessorato Ambiente della Provincia, Assessorato Mobilità del Comune, Assessorato Mobilità della Regione), nonché due esperti (la prof.ssa G. Endrici, giurista dell’Università di Bologna, e il prof. A. Navarro, climatologo dell’INGV).
Oggetto di discussione sono state le misure da adottare per fronteggiare il problema del traffico veicolare nel centro storico, conciliando difesa della salute, vivibilità del centro storico ed esigenze dell’economia, sulla scorta di specifici quesiti riportati più sotto.
La Giuria era formata da 42 cittadini bolognesi, selezionati dalla società SWG all’interno di un campione più ampio di 1000 cittadini (cui è stato somministrato un questionario sul tema) in modo da riflettere le caratteristiche sociali e demografiche (genere, età, livello di istruzione, professione e area di residenza centro/periferia) dell’intera popolazione bolognese.
In mattinata i membri della giuria hanno ascoltato le tre testimonianze presentate da ognuna delle due “Parti” chiamate a difendere i punti di vista rispettivamente degli “attori ambientalisti” (sono intervenuti il dott. N. Pizzimenti di Legambiente, il prof. A. Fagioli dell’Università di Bologna e il dott. P. Crosignani dell’Istituto dei Tumori di Milano) e degli “attori economici” (il dott. S. Spataro del CNA, la dott.ssa S. Ferraro presidente dell’Associazione di commercianti delle Torri e delle Acque, e il dott. G. Pasquini, presidente della Commissione Mobilità dell’ACI di Bologna). Ogni testimone ha avuto a disposizione 20 minuti di tempo per esporre le proprie argomentazioni di fronte ai giurati. Le due Parti hanno prodotto documenti scritti che sono stati messi a disposizione dei giurati (gli organizzatori avevano predisposto un documento con informazioni fattuali sul centro storico, inviato in precedenza ai giurati). Una delle idee di fondo della giuria è che cittadini comuni siano in grado di pronunciarsi nel merito anche di questioni che presentino complessi aspetti tecnico-scientifici purché ricevano informazioni adeguate, come è avvenuto in questo caso.
Successivamente le due Parti hanno avuto modo di rivolgere, sempre di fronte ai giurati, domande ai rappresentanti delle Amministrazioni locali presenti in Sala (l’Assessore all’Ambiente della Provincia E. Burgin, il direttore dell’ARPA V. Belladonna, l’ing. C. Carlini in rappresentanza dell’Assessore alla Mobilità M. Zamboni, impossibilitato a partecipare a causa malattia, il dott. C. Sgarzi in rappresentanza dell’Assessorato Mobilità della Regione).
Nel pomeriggio i giurati, dopo avere rivolto domande ai rappresentanti delle due Parti e delle Amministrazioni, si sono riuniti prima in sottogruppi (con l’assistenza di facilitatori professionali nelle persone del dott. W. Baruzzi, della dott.ssa M. Guarino e del dott. W. Sancassiani) e in seguito in plenaria per discutere e articolare una posizione comune in merito alle domande. Alla fine della giornata, con l’assistenza del moderatore, prof. C. Guarnieri della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, la giuria ha formulato la propria “raccomandazione” in merito ai quesiti su cui era stata chiamata a deliberare.
Il ‘verdetto’ della giuria è naturalmente una decisione che non ha alcun carattere vincolante per le amministrazioni pubbliche, tanto meno in questo caso in cui si è voluto ‘sperimentare’ l’applicazione di uno strumento sviluppato in altri paesi nel contesto italiano. In generale, non si tratta infatti di sostituirsi alle modalità classiche in cui si incarna il principio della sovranità popolare, ovvero elezioni e referendum, ma di valutare quale differenza ci sia tra le opinioni che i cittadini si formano leggendo i giornali o guardando la tv e quelle di coloro che hanno potuto assistere alla presentazione di argomenti forniti dai vari portatori di interessi e dagli esperti e discuterne tra loro. Il coinvolgimento diretto dei cittadini in questioni controverse, come sono spesso quelle ambientali, può inoltre rappresentare una preziosa risorsa per il sistema rappresentativo, tipicamente in difficoltà a decidere in merito a questioni che tagliano trasversalmente le tradizionali divisioni politiche destra/sinistra.
La giuria si è svolta “a porte chiuse” per consentire ai giurati di discutere ed esprimersi nella massima libertà.
I quesiti posti alla giuria sono stati i seguenti:
1. L’accesso dei veicoli privati al centro storico dovrebbe essere libero o limitato?
1a) La regolamentazione in vigore, prevalentemente basata su un sistema di autorizzazioni, dovrebbe essere mantenuta?
1b) Si dovrebbe permettere la circolazione a qualunque tipo di veicolo dietro pagamento di un biglietto di accesso giornaliero?
1c) Si dovrebbe consentire l’accesso solo ai veicoli meno inquinanti?
La raccomandazione della giuria si è articolata come segue.
“La giuria esprime un consenso generale a favore di limitazioni all’accesso veicolare al centro storico. La giuria considera la regolamentazione come lo strumento più idoneo di limitazione, peraltro con quattro condizioni o specificazioni:
1. Occorre un controllo più efficace e incisivo sui permessi permanenti concessi;
2. I permessi permanenti dovrebbero essere soggetti a verifiche periodiche, in base a criteri chiari e trasparenti;
3. Le limitazioni si dovrebbero applicare anche ai motoveicoli e ciclomotori;
4. Occorre una maggiore flessibilità nella concessione di permessi temporanei (accessibili anche via internet).
Per quanto riguarda la domanda 1 b, la giuria ha espresso parere negativo circa l’introduzione di un ticket a pagamento. La motivazione è basata su considerazioni di equità sociale e di inefficacia nel limitare i fenomeni negativi di inquinamento e congestione.
Per quanto riguarda la domanda 1c, la giuria ha deliberato che fra i criteri per la concessione dei permessi vi dovrebbe essere anche quello delle emissioni prodotte dai vari tipi di veicoli.
Infine la giuria ha proposto la seguente raccomandazione aggiuntiva: Università e Amministrazioni dovrebbero cooperare per divulgare informazioni riguardo all’inquinamento e alle varie opzioni per ridurlo.
Il tasso di partecipazione dei “cittadini” che si sono calati con grande impegno e serietà nel ruolo di giurati, sacrificando una domenica, la collaborazione delle Amministrazioni, in particolare la Provincia che ha messo a disposizione la sala del Consiglio e il proprio personale, e il coinvolgimento attivo dei rappresentanti delle associazioni presenti hanno contribuito al successo dell’iniziativa. L’esperienza di Bologna sarà ripetuta a Torino nelle prossime settimane.