Responsabilità sociale d'impresa: "Servono regole più chiare, obbligatorie, trasparenti".
Nasce "Valore sociale": il primo marchio di certificazione su iniziativa della sociatà civile.
03 April, 2006
<b>Attesi domani a Firenze Savino Pezzotta, Guglielmo Epifani, Alex Zanotelli, Juan Somavia, Stephan Kohler, Hermann Scheer, Christopher Smallwood...</b>
<i>Comunicato stampa Terra Futura
Firenze, 31 marzo 2006 </i>• Si riflette sulle sfide da affrontare per un futuro sostenibile a Terra Futura, la mostra convegno che da oggi a domenica 2 aprile, alla Fortezza da Basso a Firenze, mette in rassegna le buone pratiche di sostenibilità.
Energia senza petrolio, lavoro senza sfruttamento, benessere senza consumismo, ricchezza senza ingiustizia, denaro senza speculazione, partecipazione senza delega, conoscenza senza alienazione e futuro senza paura: sfide che chiedono strategie comuni e l’impegno di tutti, associazioni, istituzioni ed enti locali, imprese, singoli cittadini.
«C’è necessità di sostenitori attivi e di più ampi coinvolgimenti» afferma Wolfgang Sachs, Wuppertal Institut, presidente del Comitato di Garanzia di Terra Futura. «E tra questi ci devono essere anche le aziende. Ma la responsabilità sociale delle imprese, oggi, in realtà si limita a un regolamento volontario che deve invece diventare obbligatorio e condiviso; per questo è necessario arrivare a un trattato multilaterale».
Quello della responsabilità sociale d’impresa è, di fatto, un tema da anni ormai noto e dibattuto ma ancora particolarmente povero di modelli, di standard condivisi e di buone pratiche.
A chiedere un quadro giuridico vincolante per le imprese in tutto il mondo, coerente con le indicazioni della Sottocommissione ONU sui diritti umani, sono anche le 14 associazioni e ONG italiane (tra cui Action Aid International, Amnesty International, Fondazione Responsabilità Etica e Mani Tese) che hanno lanciato nel 2003 la campagna “- Beneficenza, + Diritti”, e oggi a Terra Futura hanno dedicato un’intera giornata (promossa con il contributo di Fabrica Ethica – Regione Toscana) per capire “il circolo virtuoso del contributo di tutti gli attori per il rispetto dei diritti e dell’ambiente”.
Al centro del dibattito è la richiesta di maggiore attenzione e “fermezza” normativa. Servono strategie che mettano insieme tutti gli attori - associazioni, sindacati, istituzioni, imprese - per definire azioni mirate che in futuro portino a una normativa complessiva in grado di regolare l’attività delle imprese.
«Vorremo norme che obblighino le imprese alla trasparenza e al rispetto dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile in TUTTA la filiera produttiva» afferma Mariarosa Cutillo, responsabile relazioni esterne e internazionali di Mani Tese. «Anche per questo c’è bisogno di nuovi strumenti che possano garantire un’azione dal basso. A questo scopo nasce “Relazionarsi”, la rete degli enti locali per la responsabilità sociale lanciata oggi a Terra Futura. Avrà lo scopo di promuovere la costituzione di tavoli di confronto e di lavoro a livello locale che coinvolgano i diversi soggetti del territorio. Uno strumento a cui hanno creduto per primi la provincia di Milano e la regione Toscana».
Sono le stesse imprese a chiedere regole vincolanti «La responsabilità sociale d’impresa ha bisogno di una legge e deve essere inserita anche nei capitolati degli appalti; deve infine prevedere precisi controlli sulle imprese» Ilaria D’Uva amministratore delegato D’Uva workshop srl.
Sempre in tema di responsabilità sociale d’impresa, tra i punti deboli sottolineata a più riprese la scarsa conoscenza da parte del consumatore delle scelte compiute dalla imprese e del loro effettivo impatto ambientale, economico, sociale.
Ma la voce del consumatore deve anche entrare nel rapporto impresa-ente certificatore, un rapporto oggi fondamentalmente chiuso; a esso si vogliono affiancare più voci, a rappresentare la società civile, spesso esclusa dalla reale comprensione e controllo dell’effettivo rispetto e raggiungimento dei “criteri responsabili”. Proprio per questo si è dato vita al marchio di certificazione “Valore sociale”, il primo nato dall’iniziativa di un gruppo di associazioni: ActionAid International, Amnesty International, Arci, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Mani Tese, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino e UcodepÏ. Esso intende proporre agli imprenditori un modello aziendale che sappia integrare i processi produttivi con un comportamento socialmente responsabile, e successivamente possa verificare l’avvenuta attuazione del modello proposto, fornendo soprattutto una valutazione qualitativa dell’azienda. Il modello certificato “Valore Sociale” è definito attraverso 15 ambiti fondamentali, tra cui: diritti umani, condizioni di lavoro e trattamento dei lavoratori, lavoro minorile, salute e sicurezza sul lavoro, protezione dei consumatori, dell’ambiente, corruzione, gestione finanziaria responsabile, fornitori, politica retributiva, trasparenza e rendicontazione...
ÏÏObiettivo del marchio è andare oltre le esperienze di certificazione sociale esistenti, che stanno dimostrando una serie di debolezze che limitano il loro impatto reale, a partire dalla poca trasparenza verso l’esterno. Il marchio garantirà al consumatore di conoscere tutta la struttura produttiva, a partire da quella dei prezzi di un prodotto. Entro qualche anno potrebbero arrivare a un migliaio le aziende italiane certificate “Valore sociale”.
A sottolineare il ruolo della società civile organizzata anche una testimonianza del Sud del mondo: a parlare è Leo Atakpu, vicedirettore African Network for Environment and Economic Justice, che denuncia lo sfruttamento delle risorse petrolifere in Nigeria soprattutto nella regione del delta del fiume: «C’è un vero e proprio saccheggio delle risorse a danno della popolazione nigeriana. Cosa possiamo fare noi cittadini? Ci sono tre livelli di azione possibile: sostenere le convenzioni internazionali che già esistono, affinché non vengano violate; continuare a favorire il processo di trasparenza nell’industria petrolifera; sostenere la società civile cioè tutte le organizzazioni che si battono per una trasparenza in questo ambito».
Attesi domani a Firenze Savino Pezzotta, Guglielmo Epifani, Alex Zanotelli, Juan Somavia, Stephan Kohler, Hermann Scheer, Christopher Smallwood… Tra i vari appuntamenti (vedi selezione allegata) l’incontro del gruppo di lavoro italiano per i Forum internazionali (“Verso Atene, verso Nairobi”).