Ferrante dice sì ai progetti urbanistici \"La mia Milano sarà come Parigi\"
Gli imprenditori edili: la Moratti sbaglia a bocciare i parcheggi - da Repubblica del 16.05.2006
24 May, 2006
"Ho il sogno di quartieri modello come La Défence e La Villette, magari nell´area dell´Ortomercato"
Ds soddisfatti, la sinistra dell´Unione frena e chiede un confronto sul tema
Assimpredil apprezza ma resta neutrale: "Valuteremo il nuovo sindaco dopo i primi cento giorni"
<b>Giuseppina Piano</B>«Siamo preoccupati dalla posizione assunta da Letizia Moratti sui parcheggi. Non si può dare fiato solo ai no». Così Claudio De Albertis, il presidente di Assimpredil, critica la svolta anti-box auto della candidata sindaco della Cdl. Mentre è davanti a quella stessa platea di costruttori che Bruno Ferrante si presenta in veste di politico proteso verso il futuro: «Bisogna avere coraggio e il coraggio a Milano è mancato: una città si deve caratterizzare anche per grandi opere che lascino un segno. Perché non pensare anche qui a un quartiere degli affari come La Défense, a una città della scienza come La Villette a Parigi?». Dice di sognare grandi opere urbanistiche, promette nuovi parcheggi sotterranei ma «rispettando il verde» e la costruzione di nuove case a canoni bassi. Dice, il candidato sindaco dell´Unione, di essere uno che vuole fare perché «non possiamo bloccare lo sviluppo». Ma nel frattempo la sinistra della sua coalizione, Verdi e Rifondazione, Pdci e Dario Fo in tema grandi opere si preoccupano: «Rispetti il programma».
Platea che certo non fa dichiarazione di voto, quella dei costruttori. Claudio De Albertis apprezza che «su alcuni temi abbiamo avuto risposte chiare da Ferrante». Ma alla domanda chi dei due candidati li ha convinti di più, il presidente svicola: «Per convincerci dobbiamo aspettare i primi cento giorni di governo di chi vincerà. Diciamo che in entrambi i programmi non vedo ancora una visione complessiva». La linea autonoma dell´associazione, che una settimana fa aveva incontrato Letizia Moratti e ieri ha ascoltato Bruno Ferrante, è garantita. Ma resta che i costruttori la libertà di critica vogliono prendersela. E su un tema specifico a loro tanto caro, quello dei parcheggi già licenziati dalla giunta Albertini, fanno sapere di essere «preoccupati» dalla svolta congelatrice di Letizia Moratti. Ai due candidati sindaci, invece, i costruttori milanesi chiedono «una strategia complessiva per una Milano capace di sostenere la competizione». Fanno diverse proposte operative, a cominciare da un piano-casa per costruire edilizia convenzionata (a prezzi calmierati per chi compra o prende in affitto) a costo zero per il Comune. Dalla platea un costruttore dice a Ferrante: «Non vorremmo trovarci Dario Fo come assessore all´Urbanistica». Lui se la cava con una battuta: «Non ci avevo pensato, mi ha dato un´idea».
Bruno Ferrante ai costruttori ripete più volte che «occorre un patto tra pubblico e privato». A cominciare dal problema drammatico della mancanza di case a prezzi accessibili. E poi parte con i suoi impegni per lo «sviluppo». Dice che «bisogna avere coraggio» anche sull´urbanistica, pensare in grande, cita come esempi il quartiere più moderno di Parigi e la cittadella della scienza e della cultura immersa in un parco. La Défense e La Villette, appunto. Dove? C´è il sogno, non un progetto specifico. Ma tra i pezzi di città che bisognerà ridisegnare, Ferrante cita anche l´attuale mercato ortofrutticolo in via Lombroso che si potrebbe spostare. Promette parcheggi, quelli di corrispondenza con i capolinea dei metrò ma anche i box per i residenti: «C´è una carenza di posto auto. I parcheggi vanno fatti rispettando il verde». Si impegna per nuove metropolitane e Pedemontana, nuova tangenziale. Dice che «se non realizziamo il Corridoio Cinque siamo tagliati fuori». Corridoio Cinque, collegamento tra Italia e Francia, significa Tav e si sa che alla sinistra dell´Unione la cosa va di traverso. Ma davanti ai costruttori dell´Assimpredil, Bruno Ferrante tanto più attesta se stesso e il suo programma come impegnato alla voce sviluppo: «Io non mi identifico con partiti che non vogliono fare. Non possiamo bloccare lo sviluppo». I Ds gradiscono, perché le grandi opere sono «irrinunciabili». La sinistra dell´Unione, invece, no. Da sempre in trincea contro i progetti urbanistici sulla vecchia area della Fiera e sull´area Garibaldi-Repubblica, a partire da Dario Fo vogliono parole dure contro i grattacieli. Rifondazione ribadisce «l´obiettivo di dare a Milano una amministrazione che segni l´assoluta discontinuità con le giunte Albertini». Il Pdci su questo ritiene «opportuno avviare un confronto al tavolo dell´Unione il prima possibile».