L'impatto ambientale del calcio business
da Il Manifesto del 02.06.2006
09 June, 2006
Marinella Correggia
Klaus Tofper è un ex ministro dell'ambiente tedesco, per otto anni è stato direttore del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep) e, attualmente, è ambasciatore del progetto «Green goal» che mira a rendere i prossimi mondiali di calcio meno inquinanti e meno divoratori di risorse rispetto a quelli che li hanno preceduti. Va detto che i mondiali si svolgono in Germania e noblesse oblige. Ma si può davvero far diventare ecologicamente sostenibile il calcio, oppio dei popoli?
Comunque Green Goal è stato lanciato l'anno scorso con l'obiettivo di «limitare» a 100.000 le tonnellate di anidride carbonica stimate come conseguenza dei lavori di costruzione degli stadi, del loro funzionamento e della presenza - spostamenti compresi - di 3,2 milioni di spettatori diretti. Il trend riguarda in generale i grandi eventi sportivi, Olimpiadi in testa; Pechino promette molta energia solare per quelle del 2008.
Tornando ai mondiali, la squadra del Costa Rica ha deciso che le emissioni di gas serra provocate dall'aereo per e dalla Germania saranno compensate da interventi forestali in patria. La squadra brasiliana e quella tedesca si sono impegnate a usare i treni per gli spostamenti in Germania. Ma simili migliorìe limitate alle poche decine di persone che scenderanno in campo non hanno che un senso propagandistico: bisognerebbe ad esempio calcolare quanti, dei milioni che staranno seduti sugli spalti, arriveranno in Germania in aereo o in automobile. Per gli spostamenti locali, chi avrà in tasca un biglietto per le partite potrà usare gratis il trasporto pubblico per i giorni degli incontri; nella stessa Germania solo il 30 per cento dei tifosi normalmente arriva allo stadio con un mezzo pubblico; si punta al 50 per cento per i mondiali, con servizi ogni due minuti, mezzi raddoppiati di volume e tram che arrivano fino alla porta dello stadio. Ma bisognerà vedere cosa faranno i tifosi una volta tornati al tifo domestico. Anche le migliaia di cronisti accreditati riceveranno un abbonamento mensile per tutta la rete tedesca. Lato energia da illuminazione e riscaldamento. Intanto i tifosi non tedeschi saranno edificati lungo il percorso dallo splendore dei tetti fotovoltaici che corredano le pensiline delle fermate e le stazioni ferroviarie. Poi lo stadio Arena di Monaco sarà dotato di luci a risparmio energetico: l'illuminazione a giorno dell'area circostante consumerà in quei giorni solo il 2-3% del totale dell'energia elettrica della città. Si monitorerà l'aria condizionata in ciascuno degli uffici. Il riscaldamento dell'acqua verrà da caldaie risparmiose. E l'Arena - compresi i negozi e i ristoranti che ne sono contenuti - sarà riscaldata «solo se necessario», cioè al di sotto dei 15 gradi. Tutto ciò fa riflettere su quanto può costare all'ambiente illuminare e riscaldare spazi tanto grandi, ogni domenica, in tutto il mondo, per molti mesi all'anno. Anche il centro di trasmissione televisiva a Monaco, 25.000 metri quadrati, invece dei soliti generatori a diesel che avrebbero bruciato 400.000 litri di carburante, godrà di un generatore speciale in grado di allacciare gli utenti alla rete elettrica del centro fiere, alimentato da fotovoltaico e cogenerazione. Tutti questi accorgimenti ridurranno il consumo di energia elettrica e termica di un quinto. Rimangono gli altri quattro quinti; sui quali gli organizzatori del Green Goal tacciono.
Lato prevenzione dei rifiuti. Le bibite dentro gli stadi saranno vendute in «coppe della Coppa» riutilizzabili; sempre che gli spettatori non tedeschi le riusino davvero anziché gettarle com'è loro abitudine. Ma il riciclaggio si estende alle costruzioni: il centro tivù di Monaco per i mondiali è costruito con materiali riutilizzabili, legno robusto per le basi e dei soffitti, legno morbido per i 23.000 metri quadrati di muri. Ne sono pur sempre occorse quasi 1.000 tonnellate; ma niente paura, con i pannelli e le assi si costruiranno 60 case individuali; e gli elementi prefabbricati aspetteranno altri eventi. Anche i 12 chilometri di fili, affittati, saranno riusati. Spreco puro, invece, i giornali «sportivi» che arriveranno, è da temere, a tirature record.
Oltre a ridurre le emissioni di gas serra, la produzione di rifiuti e lo spreco di acqua legato ai Mondiali di calcio, il programma Green Goal ha un'enorme ambizione che va oltre l'evento: vuole sensibilizzare i tifosi del pallone. I quali, ammette Toepfer, «non hanno mai dato prova di uno speciale interesse per l'ambiente. Ma possono cambiare». E' un ottimista nato.