Polveri killer e ozono, a Torino 800 morti l’anno
- da La Stampa del 16.06.2006
16 June, 2006
<b>Monica Perosino</B>
L’ultimo rapporto Oms è chiaro: siamo ancora in piena emergenza inquinamento. Se si abbattesse la concentrazione di polveri sottili e ozono al livello previsto dalla Comunità Europea, a Torino, ogni anno, morirebbero quasi ottocento persone in meno.
Sono stati presentati ieri i risultati del nuovo rapporto sugli effetti dello smog sulla salute dei cittadini dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità per conto dell’Apat. Lo studio ha preso in esame 13 città italiane con più di duecentomila abitanti: Torino, Genova, Milano, Trieste, Padova, Venezia-Mestre, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo, per un totale di 9 milioni di persone, il 16 per cento della popolazione italiana. Torino è messa male, peggio solo Genova, Napoli e Padova. Polveri sottili e ozono sono le principali cause di morte, incidenti stradali esclusi. «In città la concentrazione di pm10 e ozono sono tra le più alte tra le 13 città prese in esame - spiega Ennio Cadum, direttore regionale Arpa e revisore scientifico dello studio Oms - qualsiasi politica ambientale dovrà intervenire sugli interventi strutturali, anche se, in attesa, tutto fa brodo, anche misure anti inquinamento che producono effetti limitati, come le targhe alterne».
Gli ambientalisti tornano sul piede di guerra e rilanciano l’allarme: «Vorremmo sperare che l’amministrazione comunale e tutte le forze responsabili - dicono Alba Di Caro, del Comitato Largo Respiro - facciano nuove riflessioni su questa emergenza anziché continuare a ripetere il no alle targhe alterne». Le amate-odiate targhe alterne fanno discutere chi sostiene che siano «meglio che niente» e chi, invece, le considera un provvedimento inutile. In comune il neo-eletto assessore all’ambiente Domenico Mangone non si pronuncia: «Sono appena arrivato, datemi il tempo di ambientarmi e studiare il problema a fondo. Di sicuro c’è che si tratta di affrontare i danni dell’inquinamento con interventi strutturali». Il sindaco rimane sulle sue posizioni: «Le targhe alterne sono un provvedimento inutile, servono a poco per il problema dell’inquinamento, mentre sono necessari interventi, diversi, di potenziamento dei mezzi pubblici, ad esempio. Una cosa è certa: a Torino le targhe alterne non torneranno». Più morbida la posizione in Provincia. Non è affezionato ai giorni pari e dispari l’assessore provinciale all’ambiente, Dorino Piras, ma in assenza di altri provvedimenti strutturali, ancora da realizzare completamente, almeno qualcosa si fa: «I dati dell’Oms non dicono niente di nuovo: da mesi stiamo lavorando sulla base di dati emersi dallo studio Misa 2 della Società Epidemiologica Italiana in cui si sottolinea che l’inquinamento atmosferico ha un fortissimo impatto sulla salute, soprattutto su eventi cardiocircovascolari acuti (ictus e infarti) e che ogni diminuzione, anche minima, di polveri e ozono, significa una riduzione significativa di morti». Quelli che vengono definiti come «interventi strutturali», ossia il potenziamento del trasporto pubblico, l’aumento della Ztl, la riduzioni di motori inquinanti, funzioneranno a regime solo tra tre anni: «Allora, visto che il 60% dell’inquinamento deriva dal traffico veicolare, nel frattempo qualche domenica a piedi non credo sia poi una così brutta idea». In inverno, a Torino, il vecchio limite di 40 microgrammi al metrocubo di polveri schizza fino a 200: «A breve - aggiunge Piras - si dovrà ragionare con il Comune per mettere in atto strategie efficaci».
Torino, secondo Silvio Viale della Rosa nel Pugno, sta scontando un ritardo pluridecennale a fronte del quale «non può rispondere con provvedimenti tampone come le targhe alterne: la mortalità si è dimezzata negli ultimi 10 anni grazie ai motori e industrie non inquinanti, e nuove misure viabilità».