Agende 21 Locali in Piemonte
Presentata la “Ricognizione sullo stato di attuazione dei processi di Agenda 21 Locale”. Dall’indagine viene fuori la difficoltà di coinvolgere i soggetti nel processo partecipativo. Emilio D’Alessio: "Se abbiamo la capacità di riportare la bussola sull’interesse collettivo possiamo andare lontano"
06 July, 2006
<b>Giuseppe Iasparra</b>
Presentata a Torino, il 5 luglio scorso, presso l’Environment Park la “Ricognizione regionale sullo stato di attuazione dei processi di Agenda 21 Locale”. In apertura d’incontro l’intervento di Nicola De Ruggiero, Assessore all’Ambiente della Regione Piemonte. De Ruggiero si è soffermato sulla partecipazione, elemento chiave dei processi di Agenda 21: “I processi partecipativi ci permettono di far uscire la tematica ambientale dallo stato relegato e delegato in cui si trova. Quando la politica avrà capito che la variabile ambientale deve essere condivisa, l’Assessorato all’Ambiente non servirà più”. L’Assessore ha poi messo l’accento sulla deriva localistica degli ultimi anni: “Gli interessi particolari giocano a sfavore dei processi partecipativi e rendono più difficile il dialogo sugli interessi comuni e generali”.
Il presidente del Coordinamento Nazionale Agende 21 locali italiane, Emilio D’Alessio, ha ricordato come in Italia sono poco più di 200 i processi di A21 veramente attivi. Il Piemonte ne registra 28. Secondo D’Alessio: “Bisogna superare i localismi e la Sindrome di Nimby, trovando nell’interesse pubblico il fattore prioritario. L’interesse privato sta avendo la meglio rispetto all’interesse pubblico: se abbiamo la capacità di riportare la bussola sull’interesse collettivo possiamo andare lontano”.
Davanti alla mancanza di risorse degli enti pubblici, il presidente D’Alessio afferma che “i processi di Agenda 21 costano relativamente poco”. Il costo di creazione del Piano d’Azione per un Comune medio piccolo può costare 20.000 o 30.000 euro; le verifiche vengono poi effettuate tra due stessi Enti che si confrontano in modo paritario su un modo di procedere: questo metodo è sicuramente più economico rispetto ad una qualsiasi consulenza esterna.
A presentare i risultati dell’indagine sono stati Cinzia Zugolaro e Paolo Cotignoli dello Sferalab, lo studio ha che effettuato la ricognizione per conto delle Regione Piemonte. Nella regione, a luglio 2006, le Agende 21 avviate risultano essere 28: 6 Province, 7 Comunità Montane, 13 Comuni e 2 Enti Parco. Per quanto riguarda i finanziamenti, in Piemonte il 62% dei processi è stato avviato con risorse proprie e il restante 38% ha beneficiato dei finanziamenti del Ministero e della Rete A21 della Provincia di Torino – quest’ultimo bando ha coinvolto principalmente i Comuni -.
Lo stato di attuazione di questi 28 processi: 5 Enti sono alla fase di attivazione, due processi sono arrivati alla Relazione sullo stato dell’Ambiente, 9 sono impegnati nei lavori del Forum, 6 sono giunti alla redazione del Piano di Azione, uno è nella fase di attuazione delle proposte contenute nel Piano di Azione e 5 stanno compiendo il monitoraggio per verificare la messa in pratica delle azioni contenute nel Piano. Tra gli Enti che risultano essere nella fase più avanzata: la Provincia di Torino – l’unica tra le province piemontesi che è già nella fase di monitoraggio -, due Comunità Montane – C.M. Bassa Val di Susa e Val Cenischia, C.M. Valli Mongia, Cevatta, Langa Cembana – e i Comuni di Chieri e Collegno.
Una parte del questionario è dedicata alle difficoltà che i diversi Enti hanno riscontrato nello sviluppo del processo Agenda 21. Dalle risposte, le principali criticità emerse sono: la scarsa partecipazione agli incontri - 28% delle risposte – seguita dalla sfiducia nei confronti dell’Ente promotore – 16% -. Ai processi Agenda 21 si riconoscono comunque dei punti di forza; le risposte mostrano un miglioramento nella diffusione della conoscenza e del dialogo - 28% - e un maggiore coordinamento degli interventi – 24% -. Per il coinvolgimento e l'informazione dei soggetti partecipanti, gli strumenti comunicativi usati dalle Agende 21 piemontesi sono stati principalmente: gli incontri di formazione ed informazione – 21% -, assemblee pubbliche e convegni – 18% - e la pagina web dei siti comunali – 16% -.
Durante l’incontro Pietro Novelli, del Settore Sviluppo Sostenibile della Regione Toscana, ha illustrato la situazione delle Agende 21 Locali; in Toscana sono attivi 124 processi: aderiscono tutte le Province, 16 Comunità Montane su 20, 89 Comuni su 296, i 5 Parchi, i 3 Circondari e altri 3 Enti. Tra le testimonianze piemontesi c’è stata: la Provincia di Torino, con l’Assessore allo Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambientale Angela Massaggia, che ha illustrato i tavoli di lavoro avviati dalla Provincia: qualità dell’aria, conservazione del territorio, attività produttive. Sono ancora intervenuti Giovanni Pesce, Assessore all’Ambiente di Collegno (To) e Giovanni Pensabene, Assessore all’Ambiente del Comune di Asti. Anche Pensabene si è soffermato sul tema della partecipazione: “Un tema a cui dobbiamo educarci a lungo. La difesa degli interessi personali è una pratica molto radicata, difficile da mettere in discussione”.