Milano, ticket d'ingresso: primi stop
Forza Italia e Alleanza Nazionale chiedono consultazioni. E ragionando sulle esenzioni ci si può chiedere se...
24 July, 2006
di Jacopo Corsentino
Non è ancora entrata in vigore e già fa discutere.
Stiamo parlando della pollution charge, il famigerato provvedimento contro il traffico e l’inquinamento atmosferico che l’Assessore alla Mobilità Edoardo Croci propone di introdurre a partire già dal prossimo autunno.
Nelle intenzioni dell’Assessore tale provvedimento dovrebbe contribuire ad abbattere del 25% in cinque anni la concentrazione di veleni nell’aria milanese, e dovrebbe altresì ridurre la quota di autoveicoli privati che ogni giorno entrano dall’hinterland nel capoluogo lombardo, migliorando in tal modo la qualità dell’aria e del traffico urbano.
Inoltre, il ticket d’ingresso, calibrato sui fattori di emissione di ciascun veicolo, secondo le previsioni dello stesso Croci rappresenterebbe un vero e proprio eco-incentivo per la rottamazione dei veicoli più inquinanti, i cui proprietari, per non pagare la tassa, si vedrebbero “costretti” ad acquistare veicoli con prestazioni ambientali migliori.
Eppure, nonostante le buon intenzioni di Croci (l’introduzione del ticket d’ingresso compariva tra le priorità del programma elettorale del sindaco Moratti), sono stati proprio i consiglieri di maggioranza (Forza Italia e Alleanza Nazionale) a stoppare Croci durante il vertice assessore –partiti , invitandolo a inaugurare «un percorso condiviso» con partiti e società civile che conduca ad una introduzione del ticket più ponderata e “mediata”.
Insomma, pare che la pollution charge non riscuota consensi né entusiasmi tra le fila della maggioranza per differenti ragioni.
Innanzitutto, ancora non è chiaro se tale tassa costituirà una misura contro l’inquinamento o contro il traffico; inoltre, qualora fosse una misura antinquinamento, mancherebbe clamorosamente l’obiettivo di ridurre il carico inquinante prodotto dai veicoli dei residenti che non sarebbero soggetti ad alcun provvedimento anti-smog.
Occorre probabilmente estendere il ragionamento all’intera area urbana lombarda, e chiedersi se davvero Milano stia soffocando a causa dell’inquinamento che viene introdotto dai pendolari che entrano in città, o se piuttosto il cocktail di veleni si generi all’interno dei confini comunali per azione sinergica di traffico e riscaldamento residenziali.
Milano produce addirittura maggiore inquinamento di quello che viene introdotto dall’esterno; dei 690mila veicoli che ogni giorno entrano a Milano, solo 530mila appartengono ai pendolari, i restanti 160 mila sono costituiti dai veicoli dei milanesi che, ogni sera, rientrano in città dall’hinterland.
In questo caso, il ticket come si applicherebbe, considerato che i residenti ne sarebbero esentati?
Infine, se davvero il ticket incentiverà la rottamazione dei veicoli più inquinanti, entreranno in circolazione veicoli che saranno esentati da qualsiasi tassa, pur producendo inquinamento seppure in quantità ridotta. La sommatoria del carico inquinante di ciascun veicolo esentato dal ticket perché più “ecologico” è di poco inferiore alla quantità oggi presente nell’aria di Milano.
Da ultimo, quale rapporto esisterà tra il ticket d’ingresso che il Comune di Milano vuole introdurre e il blocco dei veicoli non catalitici che la Regione Lombardia attua ogni anno da novembre a febbraio?
Basterà pagare per poter avere acceso garantito a Milano? Anche se si è alla guida di un veicolo non catalitico?
Domande che per ora ancora non trovano risposta; tuttavia una risposta esiste già a molte domande: “la salute non è monetizzabile”.