Torino, capitale dello smog
La concentrazione di polveri sottili ha superato quella di Milano - da La Stampa del 05.09.2006
05 September, 2006
<b>Alessandro Mondo</B>
Emergenza smog: la maglia nera tocca a Torino. Nel primo semestre 2006 la nostra città, insieme a Verona, ha superato per più dei 35 giorni previsti dalla direttiva comunitaria i livelli delle polveri sottili: 101 giorni (102 secondo Arpa Piemonte) rispetto ai 108 della città scaligera. Questione di giorni, ma anche di valori. Sotto la Mole, infatti, si registra la concentrazione più alta di Pm10: la media raggiunge i 74 microcrammi per metro cubo contro i 70 di Verona. Seguono Milano (60) e Roma (49). Il limite previsto, lo ricordiamo, è di 50 mcg/mc.
È quanto emerge dal rilevamento di Euromobility sulle 24 città italiane con più di 150 mila abitanti. «Numeri gravi, che si tradurranno in sanzioni da parte dell’Unione europea - commenta l’assessore regionale De Ruggiero (Ambiente) -. Multe “facili”, quelle di Bruxelles, cioè risorse dirottate verso altri Stati». Preoccupazione condivisa dai colleghi Piras (Provincia) e Mangone (Comune). I dati di Euromobility, comunicati in una giornata dalle temperature agostane - 33,1 gradi, con due precedenti nel 1961 (34,8) e nel 1987 (34) - hanno innescato le immancabili polemiche. «Torino è in testa alla classifica delle città più inquinate ma la giunta Bresso propone soluzioni velleitarie», attacca Caterina Ferrero, consigliere regionale di Forza Italia.
La triste «nomination» arriva in vista di una fase cruciale sul tema-smog. Nei prossimi dieci giorni si susseguirà una serie di incontri fra Regione ed enti locali: giovedì 7 si riunirà il tavolo tecnico; venerdì 8 sarà la volta del tavolo di coordinamento fra Comuni sullo smog: mercoledì 13 Regione ed enti locali torneranno a incontrarsi per tirare le somme.
Il punto di partenza è la proposta di delibera firmata da De Ruggiero, quella che prevede dal 6 novembre al 31 marzo (8-18,30) lo stop nei giorni feriali dei veicoli Euro 0 ed Euro1 accompagnato da incentivi per la sostituzione. La Provincia, che considera il provvedimento come un’invasione di campo, eccepisce sul rapporto costi-benefici del divieto e perora la sua linea di azione: cioè il potenziamento del trasporto pubblico (tra le ipotesi, biglietto con validità giornaliera e biglietto a tariffa unica fra Torino ed i Comuni limitrofi). Perplessità anche da Palazzo civico, che pur condividendo nel merito la delibera giudica troppo stretti i tempi di attuazione. Il Comune si aspetta che la Regione tenga conto del piano che disciplinerà l’accesso al centro-città in base al potenziale inquinante dei veicoli: con un occhio particolare ai diesel, compresi quelli di ultima generazione. Da qui l’importanza di un confronto che dovrebbe fare chiarezza fra le misure allo studio evitando sovrapposizioni e conflitti di competenze.