Da domani gli aumenti Ataf il biglietto passa a 1 euro e 20
Se il ticket verrà acquistato direttamente a bordo dell´autobus costerà due
05 September, 2006
<b>Le riduzioni per i parenti sono del 50% Sassoli: "Forse le cambieremo"
L´assessore di Palazzo Vecchio Nencini "E´ una questione che riguarda
l´azienda"
MASSIMO VANNI</b>
Occhio al biglietto del bus, da domani passa a 1,20 euro. Se si compra a
bordo, direttamente dall´autista, il costo arriva a 2 euro. E´ vero che la
sua validità temporale viene allungata da 60 a 70 minuti. Ma l´intera
manovra tariffaria Ataf, che prevede anche prezzi bloccati (l´abbonamento
annuale rimane a 310 euro), trova proprio in quel 20 per cento in più sul
biglietto di corsa semplice, il titolo di viaggio più venduto, la sua
ragione di fondo: «Un tassello fondamentale della strategia aziendale che
prevede il pareggio di bilancio nel 2009», spiega del resto la stessa Ataf,
che ha incassato senza scossoni il via libera anche dai sindacati,
preoccupati per i continui deficit e il rischio fallimento dell´azienda del
trasporto pubblico. E mentre chiede comprensione ai viaggiatori Ataf
conferma gli sconti ai familiari degli oltre mille dipendenti.
Alcuni dei Comuni proprietari di Ataf avrebbero chiesto informalmente di
cancellare una volta per tutte «gli sconti da Italietta degli anni
Sessanta», in un´azienda che veleggia per quest´anno con un deficit stimato
di 6,4 milioni di euro. Ma in assenza di precise indicazioni scritte
l´azienda non li cancellerà: «Adesso gli sconti per i familiari sono il 50
per cento, probabilmente verranno ridotti», dice il direttore Piero Sassoli.
«E´ una questione che riguarda gli accordi sindacali interni», aggiunge la
presidente Elisabetta Tesi. Gli sconti dunque continueranno ad esserci.
Perché Palazzo Vecchio, che detiene l´82 per cento delle azioni Ataf, non ne
ha chiesto con chiarezza la cancellazione? «E´ una questione che riguarda
l´azienda», dice l´assessore all´innovazione Riccardo Nencini. Forse la
richiesta non è stata inoltrata all´Ataf? «Non mi pare che in passato ci
siamo risparmiati quando dovevamo dire qualcosa ma è una questione che
riguarda l´azienda», aggiunge l´assessore Nencini a proposito di quella che
lui stesso definisce una «legittima obiezione».
Il resto della manovra è fatto di adeguamenti. Il biglietto di quattro corse
passa da 3,90 a 4,50 euro. La carta Agile 10 resta invariata nel prezzo (10
euro), ma le corse vengono ridotte da 12 a 10. Così per la carta Agile 20,
che con 20 euro offre non più 25 ma 21 corse. L´abbonamento mensile
ordinario aumenta di 3 euro, da 31 a 34. L´abbonamento per studenti da 20,70
a 23 euro. Mentre quello per lavoratori dipendenti passa da 20,70 a 20 euro
e viene esteso adesso anche a lavoratori atipici e precari.
Le novità maggiori sono rappresentate dall´introduzione dell´Isee, il
cosiddetto redditometro, per gli abbonamenti annuali. Una scelta che
cancella definitivamente gli abbonamenti scontati per l´intera fascia degli
ultra 65enni: Ataf ha scoperto che anche i vecchi possono essere ricchi. E
così, due anziani con la pensione minima e la casetta di proprietà, si
assicura, rientrando nella fascia Isee (che deve essere certificata dal Caf)
avranno diritto ad un abbonamento annuale a 100 euro. L´abbonamento
studenti, invece, passa da 175 a 185 euro. Ma se la famiglia rientra nella
fascia Isee, il costo scende a 150.
Altra novità, l´introduzione dell´abbonamento «junior» per i giovani sotto i
15 anni. In pratica, una vera e propria «sfida» ai ragazzini col motorino:
per loro l´abbonamento costerà solo 150 euro. Ma non è finita qui. La nuova
manovra tariffaria decisa l´8 agosto scorso da azienda, sindacati e Comuni,
e approvata dalla Provincia pochi giorni fa, prevede anche la scomparsa
delle tessere Fata: dal primo di settembre non verranno più emesse. Quelle
esistenti resteranno in vigore fino ad esaurimento.
Una vera e propria inversione di rotta nella politica commerciale di Ataf
che, appena pochi anni fa, aveva lanciato la carta Fata con gran rullare di
tamburi: era il tentativo di «fidelizzare» gli utenti del trasporto, con
l´obiettivo di incassare subito una cifra consistente, spalmando gli sconti
sugli anni successivi. Una politica che, naturalmente, ha dato buoni frutti
all´inizio, quando Ataf ha potuto ottenere una buona liquidità. Ma che oggi,
a distanza di anni, è stata ritenuta «fallimentare» dalla stessa dirigenza
dell´azienda dei bus.