In nome di quale logica e buonsenso permettete si brucino i rifiuti?
Lettera aperta alla Regione Lazio
20 September, 2006
LETTERA APERTA AL PRES. MARRAZZO E AI POLITICI ROMANI, 19 SETTEMBRE 2006
(4 agosto 2006 PRIMO INOLTRO)
In nome di quale logica e buonsenso permettete si brucino i rifiuti?
Egregi rappresentanti dei cittadini, Presidente-commissario Marrazzo
mi scuso in anticipo della lunghezza, ma un problema enorme non è comprimibile oltre una certa misura.
Le politiche locali possono incidere in maniera preponderante nella gestione dei rifiuti. Oggi, c'è una consapevolezza precisa di come i "rifiuti", o meglio i materiali post consumo, siano inscindibilmente legati all'energia e viceversa. Come se non ci fossero certezze scientifiche su questo, si vorrebbe far passare col gassificatore/inceneritore, uno "spreco di energia" come "recupero energetico".
Incenerire i rifiuti provoca spreco energetico, dovendo ricreare continuamente prodotti ed imballaggi a perdere, in un circolo vizioso e del tutto antieconomico.
Ogni volta che bruciamo un oggetto, tutta l'energia per estrarne le materie prime, la lavorazione, il trasporto occorsi, si perdono per sempre, è banale intuirlo anche per chi non conosce l'argomento.
Quanto segue non è una valutazione personale, ma di ASM Brescia, che giustificava la sua rinuncia a partecipare all'inceneritore trentino, divenuto "troppo piccolo".
Ottenere energia dai rifiuti è 8 volte più costoso che con le centrali tradizionali, lo ha ammesso ai giornali quell'ambientalista radicale il Presidente Capra (il più grande Inceneritore d'Europa)***
Gli inceneritori hanno un rendimento patetico, e la sola ragione che ne garantisce la sopravvivenza è che per legge l'Enel è costretta ad acquistarne la (poca) energia prodotta a prezzi fuori mercato. Questo sovrapprezzo ricade su tutti i contribuenti italiani. Infatti, il 7% della bolletta Enel che i cittadini pagano, e che dovrebbe servire a sviluppare energie pulite, da più di 15 anni finisce per sovvenzionare "silenziosamente" gestori di inceneritori e petrolieri (per i quali era già prevista l'interruzione delle convenzioni entro il 2007), un affare quantificato in 2 miliardi di euro all'anno (come riportato nella seduta del 6/11/2003 della X Commissione permanente della Camera, Presidente On.Tabacci).
Bruciare rifiuti conviene, e non sempre come sotto si evidenzia!, solo ai gestori degli inceneritori: si ottengono circa 50 euro a tonnellata di rifiuti bruciati via Enel e Contributi Conai
In cambio la collettività senza esserne informata ottiene solo danni, sommati ai costi.
"Nei casi di una produzione giornaliera di rifiuti inferiore a 400 tonnellate (140.000 - 150.000 ton/anno), i costi di investimento dei forni di incenerimento del tal quale sono così elevati che il maggiore ricavo della produzione di energia elettrica (Cip 6 , certificati verdi) non è sufficiente a rendere conveniente questa soluzione" ***
fonte: Unione Nazionale Aziende produttrici energia elettrica. Conferenza nazionale Energia e Ambiente. Roma, Novembre 1998.
Ecco il motivo del raddoppio dei vecchi inceneritori e il gigantismo dei nuovi.
Ecco perché gli inceneritori di Colleferro da 106.000 e 94.000 tonn/anno, hanno contribuito ai debiti del Consorzio Gaia, e le perdite nette sono arrivate a 40milioni di euro. Errare è umano, perseverare...
"L'emergenza" dichiarata o sostanziale, non è un fatto casuale, ma una concatenazione di scelte errate e sottovalutazioni e superficialità protratte nel tempo.
L'Italia è, disgraziatamente, l'unico paese nell'Unione Europea che considera gli scarti di raffineria petrolifera e i rifiuti non biodegradabili come "risorse rinnovabili" (prima con la legge L.9 09/01/1991 con atto amm.vo Cip 6; oggi grazie ad un improprio recepimento della direttiva 2001/77/CE). In questo modo vengono incentivati solo i gestori degli impianti, sottraendo risorse vitali all'adozione di pratiche a minore impatto ambientale e sanitario, quali la raccolta differenziata, il riuso e riciclaggio dei rifiuti.
Un uso improprio di fondi pubblici che non ha eguali in Europa, un vero e proprio scandalo per un Paese come l'Italia che è fanalino di coda nella gestione dei rifiuti oltre che nella produzione di energia rinnovabile (come eolica e fotovoltaica), quella necessaria ad una società lungimirante, che prima ancora di produrre, deve ridurre in maniera sostanziale gli sprechi energetici che la stanno sobbarcando di costi inutili onerosissimi e immorali.
Oggi, questa Regione, ha una grande opportunità, quella di far subito proprie tali istanze, precedendo e orientando le scelte che verranno fatte a livello nazionale, con la doverosa fine dei sussidi agli inceneritori.
In questa Regione, la raccolta differenziata è su livelli davvero irrisori, i soli impianti di ineludibile necessità sono quelli per il compostaggio, affiancabili al lavoro chiesto ai cittadini, per separare gli scarti organici di cibo direttamente in casa per produrre compost.
Ognuno deve essere responsabile, è un diritto-dovere, come andare a votare:
i rifiuti si possono ridurre solo col porta a porta non con nuovi cassonetti e inceneritori.
Chi dice il contrario non sa di cosa parla: sposta l'inquinamento da una matrice solida ad una gassosa, ottenendo in più il 30% di scorie tossico nocive. NON riduce i rifiuti, li rende solo più pericolosi.
La raccolta differenziata dovrà poi essere incentivata in modo sostanziale, in particolare per quanto riguarda quella domiciliare. Solo con la partecipazione diretta della cittadinanza si potrà, infatti, vincere questa sfida, con tutte le ricadute in termini economiche e sociali, grazie anche alla creazione di nuovi posti di lavoro e di attività imprenditoriali dedicate al riciclaggio.
Non possiamo girare intorno al problema: o si paga una tariffa proporzionata alla produzione di rifiuti, o il sistema NON può funzionare. Banalizziamo, che i media riprendano questi dati o meno (non potrete dire di non sapere), con una domanda semplice: Perchè devo pagare la stessa cifra del mio vicino di pianerottolo, se produco solo 200kg di rifiuti all'anno e non 500 come lui? Perchè sono un cittadino "virtuoso"? (leggasi: pirla?)
Chi dice il contrario deve spiegare come possiamo avere una tariffa personalizzata se non si avvia il porta a porta; cosa facciamo, mettiamo di guardia ai cassonetti l'Esercito per evitare che chiunque passi di li possa infilarci (o accatastare attorno) tutto quello che gli pare, come avviene TUTTI I GIORNI a Roma?
Disponibile ad essere audito dalle Commissioni attività produttive e ambiente della Regione Lazio.
Cordiali saluti, Roberto Pirani
rinnovabili@libero.it