Guerra ai Suv? No, all’inquinamento
In Finanziaria segnali di lotta allo smog. Ma fa gioco dividersi sullo status symbol... - da L'Unità del 05.10.2006
05 October, 2006
<b>di Paolo Hutter</b>
La parte della Finanziaria che riguarda le automobili introduce finalmente, anche se ancora timidamente, il principio di scoraggiare l’inquinamento, innanzitutto facendo pagare un po’ di più il bollo alle auto più inquinanti come le euro 0 e le euro 1. Sono differenze di poche decine di euro, più che altro un segnale. L’attenzione è stata catturata piuttosto dal superbollo cosiddetto «anti-Suv», che ha già suscitato opposte passioni. In realtà, come è noto, il decreto non parla di Sport Utility Vehicle, definizione peraltro più commerciale che amministrativa. E neanche tassa i veicoli a trazione integrale 4x4. Il confine individuato per applicare il superbollo (che potrebbe costare grosso modo dai 350 ai 600 euro, a seconda delle cilindrate) è quello del peso, due tonnellate e 600 chili. Ci sarà da discutere e dettagliare meglio in Parlamento questo confine, che rischia di tagliare fuori la grande maggioranza proprio dei Suv. Secondo alcuni addetti ai lavori (vedasi un sorprendente articolo su Gazzettino on line) una interpretazione letterale della prevista eccezione per “portate superiori ai 400 chili” potrebbe arrivare addirittura ad esonerare qualunque auto da questo superbollo! A monte di queste scelte tecniche ed economiche resta comunque l’interrogativo: prendersela con i Suv? La frase “i grossi veicoli a trazione integrale che oggi vanno tanto di moda, sono come dei cani da combattimento, dei pitbull a 4 ruote, e i loro proprietari dei puri e semplici esibizionisti che amano guardare gli altri conducenti dall´alto” non è stata pronunciata da un agitatore ma dal Presidente della Confederazione elvetica, Moritz Leuenberger. Che ha aggiunto: «La maggior parte dei proprietari di questi veicoli non abitano in uno chalet di montagna: il più delle volte usano il gippone solo per scalare un marciapiede», Negli ultimi due anni, come una contro-moda, si è sviluppato un vero e proprio movimento contro il dilagare dei Suv, che è andato dai gruppi giovanili movimentisti dei «degonflès» che a Parigi e Bruxelles sgonfiavano le gomme dei gipponi, ai sindaci di Londra e Parigi che impostavano provvedimenti per tenere i Suv fuori dalle città. Nell’ambito cittadino è l’ingombro soprattutto a dare fastidio. Ma un dossier di Legambiente documenta anche lo spreco energetico caratteristico dei Suv, che in genere fanno pochi chilometri con un litro. A Firenze è iniziata la esclusione dal centro cittadino dei veicoli immatricolati come autovettura con ruote di diametro superiore ai 730 millimetri. Ma anche da questa definizione i Suv possono scappare, perché alcuni sono immatricolati come autocarri. La bandiera anti-Suv è idealmente piena di ragioni ma le ecotasse non si fanno con le bandiere. La cosa migliore che il Parlamento può fare è stabilire la griglia dei criteri in base ai quali fare una ambientale Irpef dei veicoli e usare la leva fiscale per scoraggiare l’inquinamento. I criteri da intrecciare sono principalmente quelli delle emissioni di Co2 per km (quindi anche indirettamente dei consumi) e quelli delle emissioni di polveri e di altre sostanze nocive. Tra l’altro, in questo modo, si vedrà che non ha senso premiare le Euro 4 senza distinguere seccamente tra i diesel (più inquinanti) i benzina (meno inquinanti) e i metano (meno ancora). Con questi criteri si arriverà sperabilmente anche a scoraggiare l’abuso di gipponi. Per quanto riguarda il traffico in città, dove risultano fastidiosi anche solo per l’ingombro, saranno poi le amministrazioni comunali a dover intervenire.