Ecosistema urbano, Lazio tra immobilismo ed emergenza
Tutti i capoluoghi laziali nella parte bassa della classifica per la qualità ambientale
24 October, 2006
<b>Cresce la produzione di rifiuti, ferma la differenziata, smog sempre in allerta, cala il trasporto pubblico. Come lo scorso anno, niente sul fronte ztl e isole pedonali, in aumento le piste ciclabili. Cala vertiginosamente Rieti (-25 posizioni), mentre Roma risale di poco la china, guadagnando una menzione speciale per l’ordinanza solare approvata.
Legambiente Lazio: “Sulle politiche ambientali troppo immobilismo, interventi anche interessanti non modificano l’agire complessivo delle amministrazioni. E’ l’ora delle scelte coraggiose su rifiuti, trasporto pubblico, pedonalizzazioni. Regione Lazio punto di snodo delle politiche: deve recuperare un ruolo propulsivo, abbandonando scelte sbagliate.”</b>
<b>Tutti e cinque i capoluoghi del Lazio si posizionano sotto la metà classifica e quattro su cinque peggiorano: ecco il risultato regionale di Ecosistema Urbano 2007, la speciale indagine sulla qualità ambientale elaborata da Legambiente e da Il Sole 24 ore</b> giunta alla tredicesima edizione, che mette a confronto le prestazioni ambientali dei 103 capoluoghi di provincia italiani. <b>Ultima, a fondo classifica, nella nostra regione quest’anno è Latina (93a), preceduta da Frosinone (88° posto), Viterbo (78°), Rieti (56°). Piccolo miglioramento solo per Roma (60°), che si riprende otto posizioni (dopo averne perse tredici lo scorso anno), sconcertante la caduta di Rieti, considerata fino allo scorso anno la città più felice e meno inquinata</b>. 125mila e più dati raccolti “alla fonte” delle amministrazioni comunali, 25 indicatori (dalla raccolta differenziata al trasporto pubblico, dall’abusivismo edilizio al verde, dallo smog all’acqua potabile), elaborati insieme all’Istituto di Ricerche Ambiente Italia <b>spiegano bene quanto ci sia ancora da fare nelle nostre città e nella nostra Regione per l’ecosistema urbano: continua la “frenata” per l’ambiente, derivante da interventi in campo ambientale molto casuali e slegati tra loro e dall’assenza per anni di serie politiche ambientali della Regione, che colpisce su più fronti, dall’inquinamento atmosferico, alla raccolta differenziata, ai consumi idrici ed elettrici, alla mobilità sempre più insostenibile.
Dati allarmanti sui rifiuti: Roma sfonda il muro dei settecento chilogrammi all’anno di spazzatura prodotto da ciascun abitante (709,2 kg/ab/anno), Latina arriva a 611,5 kg/ab/anno, Viterbo a 583,8 kg/ab/anno, Frosinone “scende” a 522,8 kg/ab/anno e Rieti arriva a 495,4 kg/ab/anno. Mentre sulla raccolta differenziata Frosinone (dal 4,2% al 3,5%) e Rieti (dal 8,8% all’8%) addirittura diminuiscono le già magre percentuali, con qualche troppo timido segnale positivo da Roma (dal 13,4% al 15,4%), Viterbo (dal 6% al 7,6%) e Latina (dal 6,3% al 7,4%).</b>
<b>“Anche quest’anno i numeri di Ecosistema urbano testimoniano troppi insuccessi sulle politiche ambientali nel Lazio, con tutte le nostre città sotto la metà della classifica e quattro capoluoghi su cinque che diminuiscono le loro performance.</b> -dichiara <b>Lorenzo Parlati</b>, Presidente di Legambiente Lazio- Continuano a crescere fuori controllo i numeri della produzione dei rifiuti, con un commissariamento che negli scorsi anni ha portato solo ad allargamenti delle discariche esistenti, ed una raccolta differenziata che addirittura diminuisce a Frosinone e Rieti, ma non decolla in nessuno dei centri urbani. Anche sulla qualità dell’aria non si vedono sostanziali miglioramenti, mentre sono preoccupanti le diminuzioni dell’utilizzo del mezzo pubblico in tutte le città del Lazio. A Roma è davvero positivo l’obbligo dell’utilizzo delle fonti rinnovabili per le nuove costruzioni, così come è interessante il raddoppio delle piste ciclabili, ma anche queste scelte rimangono isolate in un contesto grigio, in cui le ZTL e le isole pedonali non crescono più, il trasporto pubblico perde colpi. Insomma, la fotografia che si delinea è quella di capoluoghi in cui sulle politiche ambientali c’è troppo immobilismo, si attuano interventi anche interessanti, che non modificano però complessivamente l’agire delle amministrazioni. <b>Insomma è l’ora delle scelte coraggiose, bisogna cambiare passo: sui rifiuti nelle prossime settimane si dovrà decidere di investire per passare a Roma e in tanti Comuni del Lazio alla raccolta domiciliare per far crescere i numeri della differenziata, lavorando allo stesso tempo per invertire la rotta di produzione incontrollata di rifiuti piuttosto che puntando troppo sulla termovalorizzazione, sul trasporto pubblico bisogna rilanciare la cura del ferro con tram e treni metropolitani, realizzando nuove pedonalizzazioni ampie e diffuse, scommettendo così sulla qualità dell’aria. In questo contesto, se le amministrazioni devono certamente fare di più, la Regione Lazio è un punto fondamentale di snodo delle politiche, l’istituzione che deve metter in campo azioni concrete con scelte serie, abbandonando progetti autostradali come quello del corridoio tirrenico, che porterebbe a Roma ancora più traffico, continuando l’investimento sulla differenziata, presentando finalmente il piano di risanamento dell’aria che è scomparso, recuperando quel ruolo propulsivo che non sembra voler avere.”</b>
E così <b>Latina peggiora (93a</b> in classifica, meno 12 posizioni rispetto allo scorso anno) grazie alla qualità dell’aria (da 27,2 a 30,9 microgrammi per metro cubo la media dei valori annuali registrati), alle piste ciclabili (da 4,76 a 2,07 metri equivalenti per abitante) e al verde urbano (che passa dai 15,21 ai 5,76 mq/ab), mentre sulla mobilità continua il lento declino del trasporto pubblico (da 9 a 8 i viaggi/abitante/anno); si sta peggio anche a <b>Frosinone (88a</b> in classifica, meno 3 posizioni) dove aumenta la concentrazione di polveri sottili nell’aria (da 47,5 a 50,4 microgrammi per metro cubo) e calano l’uso del trasporto pubblico (da 18 a 13 viaggi/abitante/anno) e i metri di ciclabili (da 4,44 a 3,43 metri per abitante); anche a <b>Viterbo (78a</b> in classifica, con 21 posizioni in meno) peggiorano aria (da 26,7 a 29,4 microgrammi per metro cubo) e trasporto (da 44 a 43 viaggi/abitante/anno). <b>Rieti (56a </b>in classifica, perde in un anno ben 25 posizioni) scende proprio a causa della gestione dei rifiuti già detta, ma anche peggiorando di poco diversi parametri come i nitrati nelle acque (da 1 a 2,2 mg/litro) ed i trasporti (da 27 a 26 viaggi/abitante/anno).
<b>Roma ha una leggera crescita complessiva (60a, con otto posizioni in più), ma cresce meno di altri diventando la quinta città italiana dopo Venezia (18a), Bologna (19a), Genova (27a) e Firenze (40a). Oltre allo sfondamento dei 700 kg/ab/anno per i rifiuti, sono soprattutto lo smog e il traffico a penalizzare la Capitale: la qualità dell’aria rimane scadente (il massimo valore medio annuale per le polveri registrato è di 48,2 microgrammi/metro cubo), il numero delle auto in circolazione stabile (da 77 a 73 ogni 100 abitanti), le ZTL dopo S. Lorenzo e Trastevere non crescono più, come le isole pedonali (ferme anch’esse a 0,14 mq/abitante).</b>
<b>Menzione speciale alla Capitale per l’ordinanza solare approvata recentemente dal Consiglio comunale: un provvedimento che obbliga in tutte le nuove costruzioni una copertura dal 15% al 30% del fabbisogno energetico tramite interventi di risparmio e di produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre ad un 50% sempre da fonti rinnovabili per coprire il fabbisogno energetico per la produzione di acqua calda sanitaria, ma anche iniziative per il risparmio idrico. Positivi a Roma anche i dati delle piste ciclabili in aumento (da 0,67 a 1,55 m/abitante), ma anche quelli relativi alle perdite di rete idrica (che diminuiscono dal 45% al 35%), al verde urbano fruibile </b>(da 13,28 a 22,91 mq/abitante) ed alla raccolta differenziata (dal 13,4% al 15,4% nel periodo di rilevamento di Ecosistema urbano, ma con una ulteriore crescita già nota fino al 20%).
<b>“Non solo tutti i capoluoghi del Lazio si collocano nella parte bassa della classifica di Ecosistema urbano da diverso tempo, ma addirittura quest’anno scendono ulteriormente. Non c’è davvero più tempo da perdere, la Giunta della Regione Lazio deve dare segnali forti di discontinuità, deve dimostrare di credere nelle politiche ambientali per il futuro del Lazio</b>. –dichiara <b>Cristiana Avenali</b>, Direttrice di Legambiente Lazio- Aumenta ancora una volta la produzione di rifiuti, ed è quindi importante che nelle linee guida che si stanno discutendo in questi giorni, si punti su politiche di riduzione serie e sulla raccolta differenziata. Rimane critica la situazione dell’aria a Roma, che va riportata nella norma investendo sulla mobilità sostenibile, sul car sharing che funziona e deve uscire dalla fase sperimentale allargandosi a tutta la città, sulle piste ciclabili che oltre a costituire una possibilità di svago, possono essere uno strumento utile puntando su percorsi che rendano possibile l’utilizzo della bici anche per andare a scuola o al lavoro.”