L’ambiente urbano di Cinemambiente
Il Festival è a Torino dal 27 al 31 ottobre
26 October, 2006
Cinemanbiente e l'ambiente urbano. Vi segnaliamo quattro appuntamenti <B>Eco-Balle</B>, in programmazione venerdì 28 ottobre ore 16.30; <b>Battiti, il respiro del Vesuvio</B> il 30 ottobre alle 18.30; <b>Mitumba the second-hand road</B> 28 ottobre ore 22.40; <b>Firenze: dall’immobilismo all’immobiliarismo</B> il 29 ottobre alle 22.30.
<b>Eco-Balle</B>
Provincia di Napoli e Caserta, tra agosto e novembre 2004. Nella città sommersa dall’immondizia il cassonetto non ha più uno scopo: lavoratori con la mascherina raccolgono la spazzatura che poi verrà sommariamente separata e compattata in balle in una struttura industriale. Acerra è minacciata dalla costruzione di un termovalorizzatore che dovrebbe smaltire i rifiuti della Campania, disseminata di
discariche spesso riempite di materiali tossici, così gli agricoltori non vendono più i loro prodotti. Allora la popolazione si mobilita. Sfilano in città e nelle campagne uomini, donne, bambini, vecchi e giovani. I coltivatori reclamano il diritto alla salute, al lavoro, invocano lo Stato, imprecano contro i rappresentanti del popolo che hanno dimenticato Acerra, la Campania. E lo Stato c’è, ha indossato il casco, si è
armato di manganello e ora difende la terra malata dall’attacco del popolo sovrano.
<B>Battiti, il respiro del Vesuvio</B>
Maria torna a Napoli dopo 15 anni vissuti in Haiti. Il tempo passato in questo paese animista le fa vedere, dalle terrazze napoletane, un Vesuvio diverso. Spinta dalla curiosità, avvicina la gente che in modi differenti vive in simbiosi col vulcano: Ciccio attraverso la terra e la tradizione, Francesca attraverso la scienza, Lucio attraverso l’arte. Ma una cosa li unisce: il desiderio più o meno espresso di vedere il Vesuvio in attività. Più che intimorire, la “montagna” incanta le migliaia di persone che vivono sulle sue falde esorcizzando con vari espedienti il rischio di un’esplosione catastrofica, comunque presente nell’inconscio di ognuno. Battiti propone allo spettatore una sorta di viaggio iniziatico che si apre e si chiude in compagnia di una guida misteriosa: Carlo, il guardiano della grotta della Sibilla al lago d’Averno, che un tempo si diceva comunicasse, attraverso passaggi sotterranei, con il Vesuvio.
<B>Firenze: dall’immobilismo all’immobiliarismo</B>
Il professor Adriano Cemento, docente di Tecniche della cementificazione di massa presso la facoltà di architettura di Agrigento, accompagnato da un autista fiorentino, fa un tour della nuova progettualità urbanistica tra Firenze e le sue immediate periferie: ci sono il Brindellone, uno dei primi esempi di grattacielo fiorentino che impedisce la visuale del Duomo all’orizzonte; giardinetti e rotonde di solo cemento; il cantiere per la costruzione di un parcheggio privato e di un centro commerciale proprio sotto la maestosa Fortezza da Basso; il nuovo grattacielo che sarà palazzo di giustizia; l’orribile centro commerciale Coop Gavinana; l’immensa e prossima colata di un milione e mezzo di metri cubi di cemento nella Piana di Castello. «Ci sarà un grandissimo futuro qui, perché dove c’è cemento c’è speranza» dice il professore agrigentino alla fine della sua ricognizione in terra fiorentina.
<b>Mitumba the second-hand road</B>
La maglietta di Felix, un bambino tedesco di 10 anni, finisce nel cassonetto per la raccolta di abiti usati, da qui parte per un cammino che la condurrà attraverso due continenti: donata, poi raccolta, poi venduta e comprata più volte, arriverà al termine del suo viaggio a essere indossata dal suo nuovo e ultimo proprietario, Lucky, un bambino di 9 anni in uno sperduto villaggio della Tanzania. In alcuni paesi africani i vestiti usati costituiscono la prima voce di importazione, infatti il 90% della popolazione si veste di seconda mano. Li chiamano “I vestiti dei bianchi morti” perché in Africa é inconcepibile pensare di disfarsi di cose ancora utilizzabili a meno che non appartengano a un morto. Vicende, luoghi e personaggi creano un mosaico che compone la via del commercio degli abiti usati, una via tortuosa e ancora sconosciuta che rivela una realtà sorprendente.