Troppi rifiuti. «Subito un nuovo inceneritore»
La Provincia punta a un impianto nell'area sud di Milano. «Bisogna essere autonomi nello smaltimento» - da Corriere della Sera del 26.10.2006
25 October, 2006
Tutto esaurito. Non c'è più posto per «trattare» i rifiuti nell'intera provincia di Milano. Il sistema è «deficitario». E per di più costoso, non riuscendo a smaltire tutto in casa. Il potenziamento degli impianti di Trezzo d'Adda e Desio è solo allo studio. Il Silla 2 di Figino lavora già a pieno regime. Risultato: 90 mila tonnellate vengono bruciate ogni anno nel Bresciano (oltre il 60 per cento della frazione umida). Costo d'esportazione: 11 milioni di euro. Così non va, sostiene la Provincia: «Servono un nuovo termovalorizzatore e altri sei impianti di compostaggio». E poi va «potenziata» la raccolta differenziata. I motivi? Ecologici (abbattimento di gas e petrolio dei trasporti) ed economici: «Evitare lo smaltimento di 200 mila tonnellate di rifiuti consente un risparmio di circa 14,6 milioni di euro». Rifiuti, si cambia. Secondo le linee guida di Palazzo Isimbardi. È il piano delle «Tre erre»: riduzione alla fonte, recupero di energia, riuso di materiale proveniente dal riciclo. Dieci anni dopo l'ultimo progetto, «nei prossimi cinque sarà contenuta la produzione d'immondizia sotto il limite stabilito dalla Regione e raggiungeremo l'autosufficienza nel ciclo integrato», spiega Bruna Brembilla, assessore all'Ambiente. Come? Anzi tutto investendo nella raccolta differenziata, che dovrà passare dal 43 al 52 per cento del totale (quota che sarebbe già raggiunta se Milano non affossasse la media, fanno notare in via Vivaio). Dopodiché, costruendo nuovi impianti di smaltimento. Sette, per la precisione. I primi sei, per il compostaggio della frazione organica (253 mila tonnellate), saranno realizzati entro il 2011 con una spesa di 30 milioni di euro. Il settimo è un termovalorizzatore da 250 milioni di euro per la conversione di 500 mila tonnellate di rifiuti ogni anno. Rifiuti urbani e speciali (pericolosi), come i fanghi prodotti dai depuratori di Milano, a tutt'oggi stoccati in discarica. La ricerca delle aree è in corso: salvo imprevisti e proteste, potrebbe essere costruito nel Sud Milano, in zona Rozzano. Si vedrà. Fare pulizia nel settore spazzatura. Ecco l'obiettivo della Provincia. Il sistema Milano produce ogni anno 1,9 milioni di tonnellate d'immondizia, 500 chili ad abitante. Il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento costa 505,4 milioni, 110 euro a cranio. «Si può fare meglio», ribadisce Bruna Brembilla. E anche qui «è il capoluogo ad alzare i costi». Maurizio Cadeo, assessore al Decoro urbano di Palazzo Marino replica così: «Sulla necessità di un nuovo termovalorizzatore non c'è nessun dubbio. Anzi, siamo fin troppo in ritardo». I dubbi, tuttavia, arrivano al capitolo «Milano maglia nera» nella raccolta differenziata. «La provincia non applica il metodo di calcolo corretto», replica Cadeo. Con l'umido separato nel Silla 2 e l'apporto dei privati (6 per cento), la raccolta differenziata arriva al 47 per cento». Da una decina d'anni, a Milano non viene più effettuata la raccolta della frazione umida porta a porta. Il piano della Provincia prevede il ripristino del servizio per il 58 per cento dei cittadini (30 mila tonnellate all'anno). Per Amsa significherebbe un investimento tra i 4 e i 6 milioni di euro (il 3 per cento degli attuali costi di gestione). Si può fare? Per ora no, risponde Cadeo: «È comunque un tema che deve interessare la giunta».
audemars piguet replica watches www.apreplicas.me