L'Arpa Veneto: contro le polveri venete (e padane) necessarie misure strutturali
Il direttore generale: "proibire l’accesso in città ai mezzi diesel, riconvertire tutti i mezzi pubblici a metano e fermare le automobili non catalizzate"
27 October, 2006
"I dati dei primi sei mesi dell’anno confermano un andamento consolidato che pone tutti noi - e i politici in particolare - di fronte alla necessità di adottare misure costose e permanenti. L’inquinamento atmosferico riguarda il Veneto, ma in generale l’intera pianura Padana. Solo salendo oltre i 300 metri di altitudine, dove l’azione dei venti si fa sentire, le polveri diminuiscono e l’aria è più respirabile. Servono interventi strutturali, ma sono inevitabili cambiamenti del comportamento individuale. Suggerimenti? Rottamare lo scooter a due tempi, in primis, che inquina più di un diesel. Acquistare veicoli alimentati a metano, riscaldare la casa con i pannelli solari e perseguire con ogni strumento il risparmio energetico. I Comuni, da parte loro, devono proibire l’accesso in città ai mezzi diesel, riconvertire tutti i mezzi pubblici a metano e fermare le automobili non catalizzate. Ma agire a livello comunale non serve, se nella città accanto tutto è permesso. Bisogna cominciare a ragionare in termini di area più vasta": queste le dichiarazioni di Andrea Drago, direttore generale dell’ArpaV (Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale del Veneto), che ha appena divulgato l’analisi e la valutazione della qualità dell’aria nella regione effetuate in base ai parametri rilevati nel primo semestre nelle centraline controllate dall’Arpav.