Le reazioni: commercianti e ambulanti sul piede di guerra
Rassegna da La Stampa del 03.11.2006
03 November, 2006
<b>Il commerciante non ci sta
Alessandro Mondo</b>
Meno male che dovevano essere tutti d’accordo. A tre giorni dall’entrata in vigore, l’ordinanza anti-smog viene impallinata da commercianti, artigiani e piccole imprese. Se Chiamparino parla di «misure tutto sommato blande», ribadendo che «da qualche parte bisogna pur cominciare per perseguire l’interesse generale», loro promettono battaglia e chiedono una serie di deroghe: cominciando dalla sospensione dello stop durante le festività natalizie. Gira un paragone forte: il Comune sullo smog come il Governo sulla Finanziaria, stessa disattenzione verso i piccoli imprenditori.
Il fuoco di sbarramento è partito ieri mattina con un comunicato di Giuseppe Bagnolesi, presidente Confesercenti. Titolo: «Sulle limitazioni al traffico inaccettabile la logica del fatto compiuto». Nel mirino, il mancato preavviso - «ancora una volta abbiamo dovuto apprendere dai giornali i contenuti del provvedimento» - e la mancanza di deroghe per i dipendenti delle aziende in Ztl: «Non sempre, specie in coincidenza di alcuni cambi turno, possono utilizzare i mezzi pubblici perché alcune tratte non sono neppure servite». Circostanza «che avevamo fatto ben presente al Comune», al quale si chiede di rimediare prima di lunedì.
Ma il malumore non cova solo negli uffici di Confesercenti. L’Ascom contesta la durata eccessiva del divieto pomeridiano imposto al traffico privato e di sorbirsi l’ordinanza sotto le feste natalizie non vuole nemmeno sentir parlare: «Per noi il capitolo resta aperto». Alessandro Cocirio, segretario generale di Federapi, è esplicito: «Siamo pronti a forme di protesta clamorose». E gli incontri dei mesi scorsi con gli assessori Mangone e Altamura? «Con il Comune non c’è stato nessun confronto, solo scontro. Alla fine hanno tirato dritto. Qualcuno si è forse preoccupato degli operai e degli impiegati che, dovendo fare i turni, non potranno circolare? Certo non è un problema che riguarda i dirigenti di azienda...». Paola Buggia, presidente provinciale di Confartigianato: «Prima ci avevano detto che lo stop sarebbe stato rimandato a gennaio, poi si era parlato di eventuali deroghe... Ci stiamo rendendo conto che, per il Comune come per il Governo, non contiamo nulla. Alla fine vengono penalizzati i più deboli, costretti a lavorare con mezzi vecchi perché non possono permettersi di sostituirli».
L’opposizione non dà tregua. Ghiglia, An, chiede che l’ordinanza venga prorogata a gennaio per dare la possibilità a tutti di mettersi in regola, e ritiene paradossale «che la la campagna di informazione cominci dopo l'inizio del divieto».
Insomma, tira aria di scontro. Mangone non si sbilancia: «Ogni valutazione sarà oggetto di discussione in giunta». La Provincia, invece, avverte i Comuni della cintura. «Strano - dice l’assessore Piras -. Ci era stato assicurato che i commercianti, pur con qualche mal di pancia, avrebbero dato l’ok. Ora decideranno i sindaci, assumendosi le loro responsabilità».
<b>«Senza il mio furgone come potrò andare nei mercati?»</b>
«Cambiare il furgone? Intanto mi secca, perchè questo funziona. E poi come li pago i 20-25 mila euro di quello nuovo: con l’incentivo da 600 euro previsto?». Gateano Spataro, presidente Anva di Torino ed ambulante egli stesso, vende i suoi prodotti spostandosi da un mercato all’altro su un «Ducato» dell’89: 160 mila chilometri e la certezza che da lunedì sarà utilizzabile soltanto a mezzo servizio. «Io non lavoro solo a Torino ma vado e vengo nei Comuni della cintura. Come rientro in città il pomeriggio? Eppure non ho mai mancato tagliandi, revisioni e bollini vari. Questa bella notizia potevano anche darcela con qualche mese di anticipo...». Non è l’unico ambulante alle prese con questo problema. «Di questo passo finiranno per chiudere parecchie imprese - commenta con amarezza -. Il punto è un solo: dobbiamo stabilire se vogliamo chiudere o no le piccole imprese. Io per primo non ho idea di come arrangiarmi, eppure tengo famiglia. Cosa devo fare? Andare a rubare?».
<b>«Nei giorni di lavoro tutti fermi ma nei festivi no: complimenti»</b>
«Il divieto scatta già da lunedì? Vorrà dire che fregherò la Twingo a mia moglie...». Armando Rossi, titolare di un’officina di autoriparazioni, prova a buttarla sul ridere ma non sa bene che pesci pigliare: «Ho un Mercedes 200 dell’89 e una Fiat 126 del ‘70, entrambe tenute a puntino. Le utilizzo non solo per raggiungere l’ufficio ma anche per sbrigare le commissioni legate alla mia attività. Tutte queste chiacchiere sulle maggiori emissioni degli Euro0, poi, mi sembrano una gran bufala...». Da lunedì si svolta: banditi mattina e pomeriggio, in fasce orarie diverse, i motori più datati per tamponare l’emergenza-smog. «Ed è un gran peccato - commenta Rossi -. A questo punto non mi resta che rottamarle. Chi se le piglia più? L’alternativa è tenersele, ma a questo punto dovrebbero farmi almeno uno sconto sull’assicurazione». Niente da fare, ovviamente. Da qui la rabbia dell’interessato: «E’ vero che il divieto non interessa il fine settimana? Siii? Bloccano le vecchie auto dal lunedì al venerdì, quando la gente deve andare al lavoro, e le lasciano circolare per andare a divertirsi. Complimenti al Comune».
<b>Maria Luisa Coppa: «Escludete dicembre o daremo battaglia»</b>
«L’unica concessione per noi è stata la riduzione di un’ora dello stop per i veicoli commerciali: 9-13 invece che 8-13. Sul resto non abbiamo avuto risposta», si lamenta Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino, che in questi giorni sta raccogliendo le proteste degli associati: «A Torino e non solo. E’ un problema sentito in tutta la cintura».
Non avevate raggiunto un’intesa con il Comune?
«Quando ci si incontra ai tavoli di confronto tutti si dicono d’accordo sulla concertazione, poi apprendiamo le notizie dai giornali. Un modo di procedere paradossale».
Cosa non vi garba, nell’ordinanza?
«La fascia pomeridiana del divieto, per esempio, è troppo ampia».
Qualche alternativa?
«Bloccare le auto più vecchie dalle 13 alle 17-17,30, invece che alle 19, potrebbe essere un compromesso ragionevole. E a Natale? Come la mettiamo?».
Stando al provvedimento, le feste natalizie non fanno eccezione.
«Noi siamo convinti del contrario: dalla prima domenica di dicembre, fino a Natale, lo stop deve essere sospeso. Su questo punto siamo pronti a dare battaglia».
<b>Alessandro Altamura: «Richiesta difficile da accogliere»</b>
«Non capisco come si possa bocciare l’ordinanza senza aver valutato le ricadute sul territorio». L’assessore Altamura (Attività produttive), dopo le prime proteste, ne ha parlato con Chiamparino. Risultato: «Siamo disponibili ad incontrare le associazioni e a valutare le loro richieste. Anche il sindaco è d’accordo».
Ma non dovevate già esservi detti tutto?
«Tengo a precisare che durante i ripetuti incontri nei nostri uffici, presente il collega Mangone, le associazioni di categoria non hanno presentato controproposte alla linea dell’ordinanza. L’unica richiesta, cioé il posticipo alle 9 del divieto per i mezzi commerciali, è stata accolta».
Ora pare ci sia dell’altro. Come se ne esce?
«L’impianto dell’ordinanza non cambia. Valuteremo la possiblità di qualche piccolo aggiustamento».
Tra gli aggiustamenti può stare la sospensione del divieto sotto le feste di Natale?
«Questa mi pare una richiesta francamente difficile da accogliere. Ma comincino col farsi avanti: il modo meno produttivo per dibattere di queste cose è farlo a mezzo stampa».