Domeniche a piedi: utili ma non risolutive
Migliaia, secondo gli esperti, le tonnellate di polveri sottili e di anidride carbonica “risparmiate” in tutta Italia. Ma il blocco domenicale della circolazione non basta a ripulire l'aria delle città
26 March, 2007
<b><i>Silvana Santo</b></i>
È stata una giornata senz'auto, la prima domenica della primavera romana, che ha concluso il ciclo delle domeniche a piedi iniziato il 28 gennaio scorso. Il provvedimento era stato disposto dall'amministrazione capitolina per contenere l'inquinamento atmosferico nel centro di Roma, che nel 2006 aveva raggiunto livelli da record. Durante lo scorso anno, infatti, le concentrazioni di polveri sottili avevano superato i limiti di legge ben 608 volte (contro le 35 "consentite" dall'Unione europea). La città eterna, anche se solo per poche ore, è stata dunque restituita ai pedoni. Non solo: il blocco della circolazione ha interessato molte altre città italiane, con un “risparmio”, per il solo Centro - Nord, di circa diecimila tonnellate di polveri sottili per ognuna delle domeniche ecologiche, oltre a più di 25 tonnellate di anidride carbonica al giorno.
Il "riposo" domenicale per i veicoli più inquinanti, però, non basta. La concentrazione delle polveri sottili, infatti, tende a ritornare ai livelli d'allarme subito dopo il termine del blocco della circolazione. Tanto che, nel gennaio 2007, nonostante una domenica a piedi e diverse giornate di targhe alterne, i superamenti dei valori consentiti di Pm10 sono stati 21 (contro i 20 dell’anno precedente). Inoltre, quest'anno, la deroga per le auto Euro 4 ha consentito a circa mezzo milione di vetture, molte delle quali diesel (e quindi a maggiore emissione di polveri), di circolare anche nelle ore "off - limit". Bisogna tener conto, infine, dell'influenza delle condizioni meteo sulla dispersione degli inquinanti, nonché dell’impatto determinato da altre fonti di smog, prime fra tutte il traffico extraurbano. «Le polveri sottili - sostiene Lorenzo Parlati, responsabile di Legambiente - si accumulano nel corso della settimana, e, in condizioni meteorologiche sfavorevoli, non basta il blocco a farle scomparire». Ben vengano le domeniche a piedi, insomma. Purché non si pretenda che risolvano da sole la piaga dell’inquinamento urbano.