Accordo G8 sul clima: cerchiamo di capirci sulle percentuali
Compromesso sui tagli delle emissioni. Gli esperti delle Nazioni Unite avvertono: non siamo alla soluzione del problema ma al contenimento di effetti irreversibili
08 June, 2007
"L’Europa torna a giocare un ruolo da protagonista nella lotta ai mutamenti climatici, e al G8 tedesco non passa la linea statunitense. I tagli alle emissioni climalteranti si faranno sulla base di impegni vincolanti e multilaterali, come già sancito nel protocollo di Kyoto, e non in virtù di accordi volontari e aleatori tra nazioni". Questo il giudizio di Legambiente sull'accordo siglato a Heiligendamm (Germania) per combattere il riscaldamento globale.
Il compromesso raggiunto consiste nell'impegno degli Stati membri a tagliare le emissioni di anidride carbonica del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990. C'è da dire che il dimezzamento delle emissioni entro il 2050 secondo gli scienziati delle Nazioni Unite -redattori del quarto rapporto sui cambiamenti climatici a cui fa riferimento il documento conclusivo del G8- non è la soluzione a tutti i problemi ma permette di ridurre le conseguenze del mutamento climatico al di sotto di un livello che sarebbe molto devastante.
Un po' più coraggioso di recente è stato il piano del governo britannico che si è impegnato a ridurre del 60% le emissioni entro il 2050, e intanto tra il 26 e il 32% entro il 2020. Sempre rispetto ai livelli del 1990. (La Gran Bretagna contribuisce per il 2% del totale mondiale alle emissioni di gas serra.)
Tanto per ricordare le cifre del protocollo di Kyoto, per la Unione Europea prevedono una riduzione dell'8% delle emissioni entro il 2008-2012 rispetto ai livelli del 1990.