Un numero di città sempre maggiore ha aderito alla giornata internazionale "In town without my car", ma in Italia polemiche e contraddizioni hanno abbassato la portata dell'iniziativa. Se nella scorsa edizione la novità era la partecipazione di città extraeuropee (Toronto e Istanbul), quest'anno l'iniziativa si è allargata anche al Sud America (Buenos Aires) e al Sud Est asiatico (Taipei). Giorno dopo giorno le città aderenti all'iniziativa sono aumentate, superando il migliaio (1031), nonostante il 22 settembre cada, quest'anno in un giorno feriale (l'anno passato cadeva di domenica). Ma proprio qui stava la sfida: chiudere parte della città in un giorno lavorativo. Cosa fare per aderire? Era sufficiente rispettare le richieste che il comitato organizzatore propone e sottoscrivere una dichiarazione di intenti (consultabile in inglese all'indirizzo http://www.22september.org/pdf/char01_en.pdf): vietare al traffico automobilistico una parte di città (limitando ai soli casi di emergenza i permessi di transito nell'area chiusa), organizzare manifestazioni su temi specifici, facilitare l'accesso dei cittadini all'area… Ma la giornata del 22 settembre altro non è che la chiusura ed il momento clou della "European Mobility Week". Dopo il successo dell'anno passato (320 città partecipanti da 21 Nazioni), quest'anno la manifestazione si è riproposta con un nuovo tema: la città accessibile ai disabili. Dal 16 al 22 settembre i cittadini di molte città europee, ma molte meno di quelle che aderiscono alla sola giornata, hanno avuto l'occasione di godere di una settimana completa degli eventi dedicati alla mobilità sostenibile. Una vasta gamma di iniziative che hanno affrontato i differenti aspetti della mobilità urbana sono state organizzate dalle autorità locali ogni giorno della settimana, in collaborazione con le organizzazioni e le associazioni locali.