Parchi, piste ciclabili, musei nel piano regolatore dei bimbi
E al Pigneto un´isola per andare a scuola a piedi
12 January, 2004
ANNA MARIA LIGUORI Tutto è cominciato da un postit, quello sul banco di ogni bambino, di ogni classe, di ogni scuola elementare e media della Capitale. Un postit usato come cartolina, come sms, come lettera. Sopra ci si poteva, e ci si può ancora, scrivere un desiderio da realizzare nella propria città, Roma. Ma non nella Roma lontana, quella che forse nemmeno si conosce se non attraverso i tiggì, ma nella Roma vicina, vicina, quella del Municipio dove si vive, o quartiere, o persino strada. I ragazzini l´hanno fatto, e dalle scuole e poi dai Municipi ha cominciato a prendere forma una città ideale, verde, comoda, sicura e pulita. La mappa urbana fatta di emozioni in libertà e ora racchiusa nel \"Pierrebì: i bambini hanno un Piano - 1997-2003 - Sei anni di attività dell´Ufficio del Piano regolatore per le bambine e i bambini\" voluto dall´assessorato alle Politiche della programmazione e pianificazione del territorio Roma Capitale, Dipartimento VI, nella quale si \"legge\" e si \"vede\" la bellezza di un luogo costruito con amore. Trasformazioni e opportunità, ovvero un sistema che valorizzi la centralità dell´infanzia. La traduzione di quello che sembra uno slogan avviene a via del Turismo 30, proprio nell´Ufficio Piano regolatore per le bambine e i bambini: Forte Ardeatino nell´XI Municipio, pensato come un luogo verde, aperto a tutti; nel parco pubblico dell´ex Snia, luogo di giochi progettati dai ragazzi che richiamasse l´attività produttiva precedente, e così via. Insomma un piano regolatore per \"fare didattica del territorio dentro la scuola\", lo scopo futuro è quello di avere cittadini consapevoli in una città di qualità. Tecnicamente in ciascun Municipio la Carta è stata fatta con la partecipazione dei ragazzi e dell´associazionismo locale, di base ovviamente il gran lavoro dei professori. L´iter seguito è complesso. Prima la pianta viene presentata in consiglio municipale, e lì approvata. Poi viene consegnata all´Ufficio Piano regolatore per le bambine e i bambini e, solo allora, le Carte entrano tra gli strumenti del nuovo piano regolatore generale del Comune. Primo fra tutti il Municipio VI che ha visto approvare la sua carta in Campidoglio, ultimo e fondamentale atto per entrare a tutti gli effetti nel piano. Sono però già state adottate quella del VII, X, XI, XII e XV. In cantiere quelle del I, IV, V, XIII e XVI, in corso di elaborazione le altre. Entro un anno tutti i municipi avranno la loro carta che verrà introdotta tramite la delibera di \"controdeduzione\" del consiglio comunale a tutti gli effetti nel piano regolatore. Ma in dettaglio cosa ci vogliono \"dentro la città\" i bambini? Loro, semplicemente, hanno un punto di vista diverso dagli adulti perché diversi sono il loro senso del tempo, l´angolo di visuale del mondo, le percezioni, la gerarchia dei valori. I ragazzini però sono gente seria dalle idee chiare, vogliono poche cose ma tutte insieme: primo riconquistare la strada, avere i loro luoghi, quelli dove giocare lontano dalle macchine, quelli dove incontrarsi, posti sicuri dove stare in libertà. Nei piani presentati ci sono richieste precise: parchi, veri e propri territori d´avventura, ingressi scolastici dove poter \"uscire correndo\", percossi pedonali, impianti sportivi, piste ciclabili. E vogliono stare insieme, il più possibile, chiedono centri d´aggregazione che non siano centri commerciali ma ludoteche, biblioteche, cinema, musei interattivi. Vivibilità, benessere ambientale, comunanza di obiettivi. Arduo ma non impossibile. Forse per sfida \"i grandi\" hanno ascoltato la loro voce, hanno lasciato una piccola via perché incidessero - magari in misura minima ma pur sempre reale - sulla struttura della città. Un compito molto difficile che per ora anche Roma coniuga al futuro: dopo sei anni il rodaggio è finito lo sforzo iniziale, ora si comincia ad offrire un ambiente più adatto ai piccoli, uno strumento di fattibilità. I bambini di Roma ora sono un \"indicatore\" della vivibilità della città, attraverso di loro si concede, o meno, il marchio che attesta il valore ecologico di un aggregato urbano.