Conferenza nazionale della bicicletta: le politiche sul territorio per la bici
Nella prima giornata, confronto tra esperienze sul territorio
09 November, 2007
<i><b><font size="1">Ovidio Diamanti</font></b></i>
A Parigi Hubert Peigné è conosciuto come Monsieur Vélo, cioè il coordinatore delle politiche francesi per la mobilità ciclabile. E’ lui che ha illustrato le esperienze di Parigi, Lione, ma anche Strasburgo e altre città francesi. Dopo una breve ricostruzione storica della politica francese verso la mobilità ciclistica, si è soffermato sui progetti di bike-sharing <b>Velov (Lione 2005) e Velib (Parigi 2007)</b>. Entrambi hanno in comune alcune caratteristiche: sono finalizzati a permettere a tutti di spostarsi in bicicletta, hanno introdotto il <b>principio della precauzione</b> attraverso la realizzazione di piste ciclabili, delimitazioni di doppi sensi ciclabili, zone di scambio e di collegamento. I costi del bike-sharing sia a Parigi che a Lione è di <b>1 euro per un giorno, 5 euro per una settimana, 29 euro per 1 anno</b>. Significativa è l’esperienza parigina 2007 dove grazie al programma Velib, cioè noleggio delle bici urbane, è stata creata una rete capillare di parcheggi delle biciclette composta da 1451 stazioni per bici, che erano 10.600 in città a luglio 2007 ma che ora sono 20.000. Ad agosto 2007 il servizio aveva registrato 97.000 utilizzi al giorno. Di sicuro Parigi con i suoi 2.200.000 abitanti è lontana da città come Copenaghen in cui 1 cittadino su 3 usa la bici per spostarsi. In Italia, si avvicina molto l’esperienza di Ferrara, ma sono sulla buona strada anche Bolzano, Parma, Lucca e Mantova.
Ma come si fa a promuovere la ciclabilità, raggiungendo buoni obiettivi? Lo ha spiegato con semplicità la signora Dagmar Meyer, funzionaria del ministero per il traffico, l’edilizia e lo sviluppo urbano della Germania. Le politiche di ciclabilità in Germania partono tutte da un Piano di sviluppo sostenibile nazionale. Oggi, nel paese, esiste un numero di biciclette che è pari al doppio di quello delle auto, il che significa che 70 milioni di cittadini hanno accesso alle biciclette. La ciclabilità viene sostenuta da finanziamenti, campagne promozionali e comunicative. Suggestiva è stata anche la descrizione dell’esperienza spagnola delle vias verdes raccontata da Carmen Aycart Luengo, direttrice del programma vias verdes. La Spagna ha investito nel recuperare piste ciclabili dalle vecchie linee ferroviarie in disuso, riqualificando vecchie stazioni trasformate oggi in strutture ricettive per ciclisti e in punti di riparazioni delle biciclette.