Termovalorizzatore: potenziare quelli esistenti o crearne uno nuovo?
La Regione Lombardia pronta a imporre la scelta. Il Presidente della Provincia fa un’apertura sul secondo termovalorizzatore. La maggioranza a Palazzo Isimbardi si divide
11 January, 2008
<i><b><font size="1">Ovidio Diamanti</font></b></i>
La Provincia di Milano non chiude la porta alla proposta avanzata da Palazzo Marino sulla realizzazione di un secondo termovalorizzatore. Se l’assessore all’ambiente della Provincia aveva risposto riconoscendo l’utilità dei termovalorizzatori qualora integrati in un sistema provinciale finalizzato all’autosufficienza in materia di rifiuti, il Presidente della Provincia di Milano dalle pagine del Corsera si è spinto un po’ più in là.
Per Filippo Penati l’opzione è <b>tra potenziare i termovalorizzatori esistenti e realizzarne uno nuovo</b>. Una posizione abbastanza in linea con quanto stabilito nel Piano provinciale dei rifiuti, che prevede la possibilità di <b>“potenziare le capacità della termovalorizzazione”</b>. Per il Presidente della Provincia è auspicabile migliorare la qualità e la portata degli impianti già esistenti senza creare nuovi siti. Ma se la tecnologia non lo consente allora occorre pensare a costruirne uno nuovo che consenta di smaltire le 500 tonnellate in più di rifiuti previste da qui al 2011.
Timori di avere ripercussioni per così dire “napoletane”? Per Penati il paragone con Napoli è insostenibile. La realtà è che occorre raggiungere l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti, un obiettivo del programma elettorale, e la capacità di termovalorizzare è uno dei suoi strumenti.
La posizione espressa dal presidente della Provincia ha incassato i plausi del centrodestra e la presa di distanza da verdi e sinistra, nonché di Legambiente.
La Regione ha accolto con favore le dichiarazioni di Penati, il che fa pensare che potrebbe risolversi la <b>“querelle” tra Pirellone e Palazzo Isimbardi</b> in materia di rifiuti. Infatti, il Piano provinciale è da mesi bloccato in Regione in attesa di approvazione come previsto dalla legge. La Regione sta per rimandarlo a Palazzo Isimbardi con le <b>“prescrizioni” della Regione</b>, cioè delle richieste che dovranno obbligatoriamente essere inserite nel Piano provinciale e votato nuovamente dal Consiglio provinciale. In caso contrario il Piano non sarà approvato dalla Regione. Tra le richieste, però, non ci sarà l’ubicazione dell’impianto, una scelta che viene lasciata alla Provincia.
Con l’intervista al Corsera, Penati ha scelto la strada di condividere il percorso in materia di rifiuti, anticipando la Regione che era pronta a imporre l’inserimento del termovalorizzatore nel Piano rifiuti provinciale.
Il rischio in Provincia è ora quello di una spaccatura della maggioranza di centrosinistra, con i partiti minori che ripetono che non è necessario un altro inceneritore a Milano. Una posizione appoggiata anche da Legambiente che ritiene non vero il dato delle 500 mila tonnellate in più da qui al 2011. Tutti puntano sul fatto che occorre procedere in fretta alla riduzione della produzione dei rifiuti e ad aumentare la raccolta differenziata a Milano.