A21, dopo la conferenza di gennaio: "L’ambiente mai più solo questione ambientale"
Necessaria l’interazione e lo scambio con tutte le aree interconnesse. Intervista a Eriuccio Nora, Direttore del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane
13 February, 2008
Recentemente si è conclusa la Conferenza programmatica del coordinamento Agende 21 locali, facciamo il punto della situazione con Eriuccio Nora, Direttore Area Programmazione e Pianificazione Territoriale della Provincia di Modena e Direttore del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane
<B>Dottor Nora, parliamo della Conferenza Programmatica del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, a cosa mirano momenti come questi? </B>
L’assemblea ha rappresentato un momento di confronto. Di verifica programmatica e dell’organizzazione dell'Associazione
<B>Ci faccia capire, quali sono i punti di forza e quali quelli deboli del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane? </B>
Occorre lavorare per il potenziamento dei coordinamenti regionali, per aumentare l’adesione e l’impegno dei comuni e degli Enti Locali. Serve lavorare a livello regionale, le Agenda 21 comunali funzionano abbastanza bene, c’è un buon contatto con le realtà territoriali e anche quelle provinciali riescono ad avere una sempre maggiore visione di insieme delle problematiche. Bisogna potenziare il coordinamento regionale, consideri l’esempio siciliano: ci sono ben 100 città che aderiscono a Agenda 21, si rende necessario che questi Comuni e Province si riuniscano e - grazie a un ruolo di facilitazione delle Regioni - migliorino le interazioni e favoriscano gli scambi di buone pratiche.
<B>Il processo partecipativo è alla base del funzionamento di Agenda21. A cosa si dovrebbe poter ambire? </B>
La partecipazione deve aiutarci a superare la sindrome di nimby, tutti i problemi che si sono presentati finora - ci si pensa un attimo -, si possono risolvere con una buona pianificazione, con buone tecnologie ma soprattutto attraverso la partecipazione. Questo permette di arrivare a realizzare opere e infrastrutture condivise, oltre che necessarie.
<B>Tornando agli aspetti migliorabili c’è qualcos’altro che vorrebbe sottolineare? </B>
Occorre potenziare i Gruppi di lavoro. Ne abbiamo 14 e finora hanno lavorato bene spontaneamente; ora occorre uniformare le modalità di lavoro in modo che producano dei documenti, una sorta di linee guida, per agevolare e rendere ancora più utili i servizi resi agli aderenti l'associazione. La segreteria nazionale si è resa disponibile affinchè i gruppi lavorino in modo più omogeneo.
<B>Finora mi ha illustrato gli ambiti per rendere possibile il miglioramento della “base”. E i vertici, sono perfettibili? </B>
C’è sempre un margine di miglioramento, abbiamo pensato di migliorare la collegialità del gruppo dirigente nazionale: verrà costituito un ufficio di presidenza a cui demandare tutta una serie di attività ordinarie come la partecipazione ai Tavoli di lavoro ministeriali, a convegni e giornate di studio, insomma, la normale attività istituzionale. In questo modo il direttivo potrà dedicarsi completamente alle attività di approfondimento politico delle tematiche della sostenibilità.
<B>Quali sono le priorità del Coordinamento? </B>
Sono molte, sento l’urgenza di migliorare i servizi per i soci e sostenitori: valorizzare le loro competenze per metterle al servizio dei vari livelli istituzionali regionali, provinciali e locali. Ci si coordina anche conoscendo e mettendo a disposizione le diverse professionalità. Ovviamente bisogna continuare a lavorare sul piano metodologico: anche nelle alte sfere anche la metodologia deve essere applicata e usandola sistematicamente, tenendola come punto fermo la si affina e migliora sempre. Ultimo ma irrinunciabile: si deve migliorare la nostra capacità di fare riferimento non solo gli Assessorati all’ambiente ma anche alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica e alle Attività produttive, nonchè agli ambiti sociali. Le politiche vanno affrontate a tutto tondo!