Tramvia si o tramvia no? Tramvia forse
Commento del nostro redattore fiorentino sulla questione del referendum sulla tramvia,
19 February, 2008
<b><i><font size="1">Maurizio Da re</font></i></b>
A Firenze si sprecano i commenti sul risultato del referendum tramvia: nessuno ha perso e la tramvia andrà comunque avanti, nonostante la vittoria degli antitramvia. Nella campagna referendaria i toni sono stati molto accesi, la città si è divisa, specialmente sul previsto passaggio della tramvia in piazza Duomo, e importante è il risultato delle urne.
Durante la campagna referendaria si è dato spazio, purtroppo, più alle polemiche politiche e mediatiche invece di entrare nel merito del progetto tramvia; si è parlato più di ideologia del trasporto pubblico, invece dei pregi e difetti delle linee 2 e 3 della tramvia, oggetto del referendum, dedicando grande attenzione alla questione dell’attraversamento del tram nel centro storico di Firenze, di fianco al Battistero e al Duomo.
Da una parte c’era il promotore del referendum Mario Razzanelli, capogruppo Udc in Palazzo Vecchio, insieme a spezzoni del centrodestra e anche Italia Nostra e Comitati Cittadini, che chiedevano però una moratoria al progetto tramvia. Dall’altra per il si alla tramvia Legambiente e Amici della Terra hanno costituito un loro comitato referendario con una campagna molto mediatica, con alleato in primis il Partito Democratico, che ha addirittura portato Veltroni a Firenze, e poi la sinistra, insieme ai sindacati con la Cgil in testa, la Confesercenti, la Coop e l’Arci. Il risultato delle urne è stato quindi sorprendente, perché era difficile aspettarsi la vittoria, seppur di misura, del No alla tramvia, visto il “modesto” fronte, contrapposto a veri colossi della politica, del sociale, dell’economia, dell’ambientalismo. Sorprendente è stata comunque la partecipazione al voto, nonostante la valutazioni di comodo fatte dai “perdenti”: 40% di votanti non è poco per un referendum consultivo, giudicato “inutile perché non cambierà nulla” dal sindaco Domenici nei giorni precedenti il voto, anche confrontato al 51% dei votanti al ballottaggio delle amministrative del 2004 che ha portato all’elezione lo stesso Domenici: il 20% dei cittadini ha votato contro la tramvia al referendum, così come il 30% ha votato Domenici a sindaco alle elezioni comunali.
All’indomani del referendum Domenici ha già annunciato in Consiglio Comunale che il progetto andrà avanti, che la tramvia si farà, aprendo al dialogo con i residenti lungo i tracciati della tramvia e a una concertazione sulla mobilità con associazioni economiche, sociali, sindacali e “di altra natura”. Un pò poco per spiegare alle gente come mai la tramvia si faccia lo stesso, anche se ha vinto il fronte dei contrari. E poi non si poteva fare già prima del referendum? Il risultato del referendum ha messo in evidenza i limiti del cosiddetto neo “ambientalismo del fare” del PD e della stessa Legambiente, perché il "fare" da solo non basta, se non è accompagnato da una strategia di comunicazione e soprattutto per la partecipazione dei cittadini alla progettazione e alla realizzazione di “grandi opere”, perché non è possibile realizzare infratrutture senza il consenso dei cittadini.