Ztl al 20%, la Provincia contesta i dati del Comune
Il Comune dichiara 21,3% di zone a traffico limitato ma la Provincia giudica i dati inattendibili e chiede un riconteggio a Palazzo Civico. In ballo 700 mila euro di contributi regionali
30 April, 2008
L'assessore regionale De Ruggiero continua a ricordoralo: l'ampliamento delle zone a traffico limitato è uno dei passi fondamentali per diminuire l'inquinamento atmosferico nelle nostre città. Quando tutti i comuni piemontesi con più di 20 mila abitanti si adegueranno alla delibera regionale che prevede l'estensione delle Ztl ad almeno il 20% delle strade comunali, la speranza è che una fetta sempre più grande di cittadini decidano di muoversi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici, riducendo la propria impronta ambientale.
In questa partita sono le Province ad avere il compito di controllare i dati forniti dai comuni e stabilire se essi rispettino o meno la soglia del 20%, determinante peraltro nell'assegnazione dei contributi regionali (700 mila euro nel caso di Torino).
Palazzo Civico nei mesi scorsi ha fornito alla Provincia carte per dimostrare come la città sia già in linea con la delibera regionale, arrivando addirittura al 21,3% di Ztl.
In questi giorni Palazzo Cisterna ha rispedito agli uffici comunali la documentazione giudicandola inattendibile. La contestazione viena fatta principalmente su due punti: non possono essere conteggiati tutti i marciapiedi della città, bensì solo quelli che riducono il numero di corsie alla carreggiata stradale; per quanto riguarda le corsie nelle aree pedonali bisogna calcolare solo le strade precedentemente percorribili e sottratte al traffico privato e non la superficie dell’intera area pedonalizzata.