\'Noi sindaci lasciati da soli il governo non ha fatto niente\'
Leonardo Domenici, presidente dell´Anci: costretti a fermare le città, è un´emergenza
09 February, 2004
ROMA - «In due anni non è stato fatto nulla. Se la ricorda l´emergenza smog dell´inverno 2002? Se le ricorda le promesse solenni del governo? Ebbene, siamo rimasti fermi». Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell´Associazione nazionale dei comuni italiani non ci sta a finire sul banco degli imputati. E attacca: «Il ministro Matteoli non può venirci a dire che le domeniche senz´auto non risolvono il problema. Lo sappiamo benissimo e non siamo certo contenti di chiedere ai cittadini di rimanere a piedi». E allora perché bloccate le auto? «Perché siamo costretti. Perché quando la situazione precipita non abbiamo altra scelta». Il ministro dice anche che preferisce finanziare interventi strutturali. «E io le dico che sono d´accordo. Ma gli interventi strutturali non ci sono. Due anni fa il governo si impegnò ad aprire un tavolo con i sindaci e le regioni per confrontarsi sulle proposte concrete. Non è cambiato niente. L´unica novità sono stati gli incentivi per i motorini, fra i quali però rientrarono anche gli Euro 1, che notoriamente sono inquinanti». Quali sono, secondo lei, le proposte concrete? «La prima cosa è rilanciare il trasporto pubblico locale. Avevamo chiesto che l´accisa sulla benzina fosse utilizzata non per ripianare i bilanci delle aziende ma per finanziare gli investimenti. Per cambiare gli autobus, per sperimentare i nuovi mezzi elettrici o a metano. Ma ancora una volta non siamo stati ascoltati». E poi? «Poi servono le infrastrutture urbane. A me sta bene che si faccia l´alta velocità o la Salerno-Reggio Calabria, ma non si può dimenticare che le grandi città hanno bisogno soprattutto di linee metropolitane». Tutti programmi di lungo periodo. L´emergenza però è adesso. «Anche nel breve periodo si può fare molto. Tanto per cominciare con un piano serio di incentivi al ricambio del parco auto. Le rottamazioni funzionano. E lo dico per esperienza diretta perché, grazie a un piccolo fondo istituito dal Comune, Firenze è diventata la città italiana con il maggior numero di auto elettriche». Crede che le auto elettriche o poco inquinanti risolvano tutto? «No, ma danno un contributo. Sappiamo che il 30 per cento delle polveri sottili dipende dalle auto non ecologiche. Eliminarlo sarebbe giù un risultato eccellente». Non si può andare oltre? «Sì, e anche in questo caso con misure immediate. Per esempio facendo un accordo con gli autotrasportatori, incentivandoli a viaggiare a pieno carico e non, come spesso accade, lasciando inutilizzati due terzi della capienza. Oppure, ancora, intervenendo sulle caldaie, che contribuiscono non poco all´inquinamento». Sembra tutto facile. «Lo sarebbe, probabilmente, se il governo mettesse a disposizione le risorse adeguate. Tutto ha un costo, sono anni che lo diciamo. Ma ci troviamo, anche su questo fronte, sempre più in difficoltà». (g.mol.)