Polveri killer, quattro mosse per battere il nemico invisibile
Le targhe alterne sono un palliativo, tram e metrò un sogno. Ma migliorare l´aria subito si può
09 February, 2004
Le proposte discusse dai tecnici a un recente meeting sull´ambiente a Stoccolma Nei grandi centri limiti regolarmente sforati con effetti pesanti sulla salute ANTONIO CIANCIULLO ROMA - Ogni inverno, da oltre vent´anni, si cura il mal di traffico stagionale con le aspirine. Chiedendo ai cittadini, che pagano un pesante tributo in vite umane per ogni giorno di ritardo, di avere pazienza: le grandi opere, le infrastrutture che consentiranno di fare in Italia quello che in Francia e in Gran Bretagna è stato fatto cent´anni fa, sono un compito impegnativo che richiede tempi lunghi. Mentre le Regioni danno la colpa dei rinvii al governo, il governo ai Comuni e i Comuni alle Regioni, i tecnici del settore hanno messo a punto una terza via: tra i pannicelli caldi delle targhe alterne, che non lasciano nessun beneficio stabile nel cielo, e il futuro roseo dei tram di ultima generazione e delle metropolitane a guida automatica, è spuntata una proposta più modesta, ma immediatamente applicabile. Si basa su quattro punti. Il primo riguarda l´applicazione letterale del codice della strada in modo da fluidificare il traffico riducendo così i gas di scarico in circolazione: tolleranza zero per la doppia sosta, sequestro dei mezzi che sputano una quantità di veleni fuori legge, semafori coordinati in modo da migliorare la velocità di scorrimento e assicurare un vantaggio ai mezzi pubblici. La seconda proposta è un investimento in tecnologia d´avanguardia di pronto impiego: dagli asfalti che resistono meglio all´usura riducendo le polveri in circolazione a un uso dei cartelli elettronici non esclusivamente adornativo, come accade in molte città italiane, ma collegato a una rete centralizzata, in modo da fornire indicazioni utili come i minuti di attesa prima dell´arrivo del prossimo autobus o la disponibilità di posti parcheggio nelle vicinanze. La terza misura serve a rianimare il marketing del trasporto pubblico, un elemento importante della possibile rimonta, come dimostrano le esperienze svizzere. Finora il messaggio inviato al cliente è stato spesso di sufficienza e rassegnazione, come se il cittadino dovesse ritenersi fortunato quando, di tanto in tanto, riesce a salire su un autobus senza restare schiacciato dalla folla o venire borseggiato. Un punto di vista più concorrenziale rispetto all´automobile consentirebbe di offrire un prodotto in grado di attirare una clientela crescente: si va da un aumento della sicurezza all´ammodernamento dei mezzi, da orari affidabili agli autobus a chiamata nelle zone più periferiche. E´ ovviamente un problema di fondi, ma anche di strategia. La quarta proposta mira a un´offerta di trasporto diversificata: car sharing, taxi collettivi, piste ciclabili (e possibilità di caricare la bici in metropolitana), car pooling. Al posto del regime di duopolio macchina-autobus si creerebbe un mercato ampio in cui ognuno potrebbe scegliere il prodotto più adatto alle sue esigenze. «Di tutte queste proposte si è parlato recentemente a Stoccolma durante una riunione degli esperti europei», spiega Mario Cirillo, responsabile del settore inquinamento atmosferico dell´Apat, l´agenzia per la protezione dell´ambiente e del territorio. «Sono le cosiddette best practices, i sistemi migliori tra quelli attualmente disponibili. Utilizzandoli in modo sistematico, cioè rosicchiando efficienza tutte le volte che è possibile farlo, si potrebbero ottenere miglioramenti significativi dal punto di vista della qualità dell´aria. Stiamo affinando i calcoli per poter indicare con maggior precisione la misura di questo beneficio, ma si tratta sicuramente di una cifra importante: permetterebbe di tamponare la situazione mentre si lavora all´estensione della rete di trasporto pubblico». Sarà difficile continuare a ignorare queste proposte di buon senso con una direttiva europea sulle polveri sottili che è già in vigore e che il prossimo anno, dopo un periodo di assestamento, arriverà a pieno regime, cioè a uno standard di 50 microgrammi per metro cubo che non potrà essere superato per più di 35 giorni in un anno (nel 2004 è già valido il tetto delle 35 volte, ma il limite è 55 microgrammi per metro cubo). Buona parte delle città italiane supera questi valori e l´effetto sanitario è pesante. Da uno studio dell´Organizzazione mondiale di sanità, condotto con criteri estremamente prudenti, risulta che nelle 8 principali città italiane 3.500 persone muoiono ogni anno per colpa delle polveri sottili, quelle che si infiltrano nei bronchi portandosi dietro un carico di metalli pesanti e di sostanze tossiche e cancerogene che penetrano fino agli alveoli polmonari. Ridurre questo livello di mortalità è un obbligo di legge e, se i ritardi dovessero accumularsi, si aprirebbe un vivace fronte giudiziario. «La situazione è insostenibile perché nelle città italiane 82 spostamenti su 100 si fanno in macchina», precisa Alberto Fiorillo, responsabile delle urbane della Legambiente. «Siamo in testa alla classifica europea con 56 auto ogni 100 abitanti, mentre il trasporto pubblico ha perso 5,5 milioni di passeggeri per chilometro in vent´anni. Sono dati che rendono inevitabile un giro di boa. Noi proponiamo che il 25 per cento della spesa nazionale per le opere pubbliche nel settore trasporti sia destinato a tram, metropolitane, filobus e autobus. Un altro fondo per il trasporto pubblico va finanziato utilizzando in parte le tasse sui carburanti, in parte gli incassi dei parcheggi comunali a pagamento».