CIP 6 per gli inceneritori campani
Legambiente si scaglia contro un emendamento presentato dal Pd al Decreto Legge sull'emergenza rifiuti. Oltre ad Acerra, anche gli inceneritori di Napoli, Salerno e Santa Maria La Fossa godranno degli incentivi riservati alle fonti rinnovabili
12 June, 2008
“E’ vergognoso e non è la soluzione per l’emergenza rifiuti in Campania ma l’ennesimo freno allo sviluppo delle fonti rinnovabili nel Paese”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente commenta l’emendamento presentato dal Pd, approvato in Commissione Ambiente e inserito nel Dl per l’emergenza rifiuti campana, con il quale vengono concessi incentivi Cip 6 anche ai termovalorizzatori di Napoli, Salerno e Santa Maria La Fossa, oltre a quello di Acerra.
“E’ assolutamente evidente la contraddizione di questo emendamento – aggiunge il presidente di Legambiente – con le leggi comunitarie e il recente decreto che autorizza il rilascio dei certificati verdi agli impianti che recuperano energia dai rifiuti, limitando gli incentivi alla parte biodegradabile, l’unica frazione effettivamente rinnovabile come specificato chiaramente nella direttiva 2001/77/CE”.
Oltre ad essere l’ennesimo favore al partito degli inceneritori, secondo Legambiente il provvedimento è anche un grave attacco allo sviluppo della raccolta differenziata, che non gode di un simile trattamento di favore, e al settore del recupero di materie prime e seconde.
“Sono più di 250 i comuni campani che raggiungono e superano il 35% di raccolta differenziata – aggiunge il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo – e questi incentivi rischiano di far fare marcia indietro a tante amministrazioni che hanno sacrificato risorse importanti per avviare progetti di raccolta differenziata. Queste risorse – prosegue Buonomo - andrebbero piuttosto destinate alla realizzazione di impianti di compostaggio per il trattamento della frazione umida che oggi in Campania siamo costretti a portare fuori regione a costi spropositati, penalizzando i comuni virtuosi”.
“Ora – conclude Cogliati Dezza - c’è nuovamente il rischio di un imbarazzante contenzioso con la Commissione europea sulle modalità con cui vengono concessi gli incentivi previsti per le fonti rinnovabili che nel nostro Paese possono anche dare un fondamentale contributo al recupero dei ritardi rispetto agli obblighi di riduzione dei gas serra previsti dal Protocollo di Kyoto”.