L'intervista a Roberto Palma, assessore all’Ambiente del Comune di Chieri
12 February, 2004
Quali sono le difficoltà che i cittadini di Chieri alle prese con la rivoluzione ‘porta a porta’ stanno incontrando? "La prima difficoltà è sicuramente di carattere psicologico ed è dovuta al cambiamento sostanziale della vecchia abitudine di prendere i rifiuti e buttarli tutti insieme in un sacco nero, ora sostituita da questo nuovo comportamento basato invece sulla divisione dei rifiuti e sulla presa di coscienza che esiste anche l’imballo da gestire. Accanto a questo problema psicologico si aggiungono anche quelli organizzativi, soprattutto a livello condominiale". Cioè? "Il porta a porta comporta la consegna di una serie di cassonetti diversi per tipologia di rifiuti, consegnati per scala o per numero civico, con una raccolta periodica sulla strada: il problema è che chiaramente i cassonetti non possono restare per strada, occorre dunque trovare alloggiamento negli spazi comuni condominiali, e qualcuno deve farsi carico di gestire i contenitori, esporli in strada e poi ritirarli svuotati. In pratica, si deve individuare un responsabile per ogni condominio che si incarichi di portarli dentro e fuori. Qualora non si trovasse, abbiamo pensato di offrire la possibilità che sia lo stesso servizio chierese di raccolta differenziata ad occuparsene, ovviamente a pagamento". "Il secondo problema organizzativo riguarda invece l’attenzione e l’impegno che i condomini usano nel differenziare: col metodo della tariffazione dei rifiuti si ha una tariffa da pagare divisa in una parte fissa e una variabile, la prima in relazione al servizio di raccolta per rifiuti differenziabili, la seconda per quelli indifferenziabili. In questo modo invogliamo le persone a differenziare per pagare di meno. Ma se il mio vicino non è sufficientemente sensibile e attento nel dividere, si finisce tutti per pagare di più. Per ovviare a questo inconveniente abbiamo allora pensato di offrire la possibilità ai singoli condòmini di affittare contenitori individuali per l’indifferenziabile (su richiesta)". Lei pensa che la raccolta differenziata porta a porta possa essere adottata ovunque o che sia il metodo ideale solo nei piccoli centri? "Credo che possa essere adottata ovunque, ma penso che vada tarata in funzione del luogo (quartiere, territorio) dove la si propone: non c’è insomma un unico modello esportabile ovunque. Penso comunque che questo sistema sia attualmente il migliore in Italia. Le cose vanno fatte gradatamente, credo che si sia già fatto un notevole salto dalla raccolta per strada a quella porta a porta. Ora il nostro obiettivo a Chieri è che il porta a porta funzioni bene, che piano piano si possa anche aumentare la tipologia dei rifiuti differenziabili, estendendo la raccolta a lattine in banda stagnata e alluminio, stracci, vestiti, certi tipi di imballi. Ma la raccolta differenziata per essere davvero utile deve essere fatta su larga scala: solo così si potrà condizionare l’acquisto – comprerò il prodotto scegliendolo anche in base agli imballaggi: preferirò il latte nella bottiglia di vetro piuttosto che nel tetrapak, perché buttare il vetro non mi costerà -. E solo condizionando l’acquisto su vasta scala, si potrà anche condizionare il mercato".