La Cina olimpica chiude fabbriche contro lo smog
40 stabilimenti (fra cui due cementifici) saranno chiusi nel periodo delle olimpiadi. Tentativo estremo per far sì che il troppo inquinamento non possa rovinare le manifestazioni sportive
07 July, 2008
Tianjin, città portuale appena a est di Pechino, ha ordinato la chiusura di 40 fabbriche durante le Olimpiadi, l'ultima drammatica decisione presa dalla Cina per assicurarsi che l'inquinamento non rovini le Olimpiadi di agosto.
Le fabbriche, fra le quali due cementifici, chiuderanno dal 25 luglio al 20 settembre, secondo quel che ha riferito oggi l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, senza fornire una stima delle perdite economiche che deriveranno dalle chiusure nella città, a circa 115 chilometri dalla capitale.
L'ordine di Tianjin fa seguito alla notizie di ieri che Tangshan, città industriale a circa 150 chilometri a est di Pechino, chiuderà quasi 300 fabbriche questo mese per migliorare la qualità dell'aria per i Giochi.
Tianjin, che ospiterà alcune delle partite di calcio dell'Olimpiade, interromperà anche la costruzione di 26 cantieri edilizi vicini ai suoi stadi.
Pechino, una delle città più inquinate del mondo, ha speso 140 miliardi di yuan (13 miliardi di euro) per combattere l'inquinamento cronico in vista delle Olimpiadi che cominceranno l'8 agosto.
Ma la capitale cinese era ancora avvolta in uno spesso smog questa settimana, con gli edifici che anche a poche decine di metri erano appena visibili -- il tipo di qualità dell'aria che potrebbe creare imbarazzo alle autorità e rovinare gli eventi sportivi durante le Olimpiadi a causa delle preoccupazioni per la salute.