La protesta continua a Chiaiano
Ne parliamo con Santolo Felaco, uno dei portavoce dei comitati in difesa delle cave
18 July, 2008
Qualche giorno fa l’esercito è entrato nelle cave. Come è stato percepito dai comitati, ma anche dagli abitanti questo arrivo?
L’arrivo dell’esercito era annunciato, erano già entrati ad Acerra, quindi sapevamo che prima o poi sarebbe successo. La sorpresa c’è stata perché sono arrivati alle 5 di mattina e sono entrati da un ingresso dove non ci sono molti abitanti e che non è quello in cui si trova il presidio. Abbiamo realizzato che fossero arrivati i militari perché alle 10 sono giunte a Rotonda Titanic dieci camionette della polizia. Questo nuovo risvolto però è servito ha risvegliare gli animi, poiché la protesta si stava assopendo.
Avete già organizzato molte iniziative. Quali sono le strategie che avete deciso di mettere in campo per i prossimo giorni?
Si, c’è stata l’iniziativa delle donne in lutto contro la discarica ed a settembre ci sarà una manifestazione nazionale che si chiamerà j-day, che sta per jatevenne day. Sempre a settembre gli studenti sciopereranno contro la decisione del governo. Insomma, cerchiamo di muoverci, anche se molte iniziative prendono vita giorno per giorno.
Avete fiducia di poter cambiare l’attuale situazione? E soprattutto le vostre richieste vanno nella direzione del no alla discarica o di un si, ma a certe regole, come ad esempio il conferimento esclusivo di tal quale?
Siamo per il no totale alla discarica. Le regole in questo momento non ci sono, perché dove c’è l’esercito non può esserci regola, ma solo decisioni arbitrarie non sostanziate da una motivazione scientifiche. Faccio un esempio, i tecnici dell’università di Tor Vergata, che si stanno occupando di risolvere i problemi di mobilità che saranno legati alla presenza della discarica, sostengono che da Chiaiano ogni giorno non potranno passare più di 30 camion, pena il blocco del traffico. Affinché la discarica funzioni a pieno regime, però, ne dovranno passare inevitabilmente 100. Questo congestionerà il flusso delle auto, poiché la strada di cui parliamo è l’unica che unisce la periferia la centro. E loro lo sanno. In realtà Chiaiano è diventata un simbolo di decisionismo statale. Si parte da Chiaiano per poter utilizzare la stessa logica ovunque. La vera emergenza è democratica. Se c’è democrazia non arriva l’esercito, solo in guerra vengono utilizzati i militari, non contro i cittadini. A questo punto il problema non è solo se la discarica si fa o no. A Chiaiano abbiamo la sfortuna di essere i primi.
Credete che la vostra protesta abbia l’appoggio degli abitanti di tutta la città, oppure per la maggior parte delle persone è sufficiente che la discarica non sia costruita sotto le proprie case?
La discarica non è solo di Chiaiano, ma sta sotto la casa di tutti. Abbiamo pubblicato una mappa dalla quale si vede che l’effetto della sua presenza si sentirà anche ai Colli Aminei al Vomero ed oltre. Per quanto ci riguarda, noi non abbiamo giardini. La gente queste cose però non le sta percependo. Siamo troppo piccoli e non possediamo grossi strumenti informativi rispetto a chi è al potere.
Il sindaco Perrotta ha dichiarato di sostenere la protesta e di aver chiesto a Bertolaso che sia consentito l’accesso alle cave anche ad esperti di parte e a rappresentanti dei cittadini. Dunque, le istituzioni vi sostengono, è vero anche nei fatti?
È vero. Bertolaso non ha ancora risposto. Ieri, inoltre, c’è stata un’assemblea ed anche il sindaco ha preso la parola. Molto sostegno lo stiamo avendo anche da Migliaccio.