Le recensioni di Cinemambiente: Virunga
02 June, 2014
di Bruno Casula Un applauso convinto di tutta la sala 1 del cinema Massimo ha accolto Virunga, il film di Orlando von Einsiedel che sabato 31 maggio ha inaugurato l’edizione 2014 di Cinemambiente. Un’opera che racconta in che modo il parco Virunga, situato nelle foreste orientali della Repubblica Democratica del Congo e primo parco nazionale africano a essere fondato nel 1925, si sia ritrovato pochi anni fa al centro delle mire della società inglese Soco plc, intenzionata a sfruttarne i giacimenti petroliferi presenti nel sottosuolo.
Ad essere messa a repentaglio dagli appetiti estrattivi di “una delle più controverse e meno trasparenti compagnie del mondo”, come ha detto Isabella Pratesi del Wwf, non è solo l’eccezionale biodiversità del parco in cui vivono alcune centinaia degli ultimi gorilla di montagna rimasti al mondo (si parla in totale di circa 800 esemplari), uno dei simboli della natura d’Africa. È in pericolo anche la sopravvivenza di piccole comunità che basano la propria vita sulle risorse che il Virunga offre loro, come le attività agricole o la pesca nel lago Edouard.
Il regista olandese racconta questo ennesimo scempio in nome del profitto privato dalla prospettiva di coloro che il Virunga lo difendono da decenni, ovvero i ranger guidati dal direttore del parco Emmanuel de Merode, che hanno accettato una lotta impari contro le milizie ribelli dell’M23, finanziate dai colossi del petrolio e appoggiate da alcuni esponenti del governo congolese. Governo che permette alla Soco plc di considerare carta straccia la legge nazionale che proibisce qualsiasi attività di sondaggio e di estrazione nelle aree naturalistiche protette. Il Virunga tra l’altro èstato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1975. Tutto ciò in cambio di percentuali sui profitti e di promesse su nuove scuole e nuovi servizi da offrire ad una popolazione che si vorrebbe addomesticata, come testimoniano, in parte, le immagini raccolte dalla giornalista francese Melanie Gouby che von Einsiedel ha utilizzato nel suo film. Dal punto di vista stilistico, infatti, Virunga è un’opera ricca ed eterogenea. Il regista olandese mette insieme elementi tipici del documentario naturalistico, bellissime le immagini delle flora e della fauna del parco, ed elementi di videogiornalismo d’inchiesta, come telecamere nascoste che riprendono i dialoghi con i diversi attori coinvolti nello sfruttamento del parco, oltre ad immagini tipiche del reportage di guerra. Sì perché le ostilità per entrare in possesso del parco sono iniziate poche settimane dopo l’arrivo nel 2012 di Von Einsiedel tra i ranger del Virunga, che lo ospitarono nella loro comunità per fargli osservare da vicino l’attività di cura e salvaguardia di questo eccezionale patrimonio ambientale. Una volta incominciata l’avanzata dell’M23 all’interno del parco, lo sguardo del regista olandese ha abbandonato la natura selvaggia per concentrarsi sulle operazioni militari, con immagini di spari, fughe concitate, voli di elicotteri, carro armati in perlustrazione, con decine di sguardi segnati dall'attesa e dalla preoccupazione.
La camera a volte indugia troppo sui volti dei principali protagonisti, soprattutto i ripetuti primi piani della giornalista francese che risultano un po’ stucchevoli. Molto curato il montaggio, che riesce nel non semplice compito di mettere insieme con un ottimo ritmo immagini molto diverse tra loro. Molto divertenti le scene dei gorilla in cattività e dell'affetto tra loro e i ranger, così come sono splendide alcune riprese aeree del Virunga, che probabilmente sarebbero state molte di più se la situazione non fosse precipitata.
commenti
Scrivi un commento