Desmontegada in val di Fiemme e l’arte di organizzare la raccolta dei rifiuti
19 September, 2019
Per i rifiuti ho una vera passione che spesso mi porta a farmi delle domande:
quando li individuiamo come tali? Cosa facciamo con i rifiuti? Come ci comportiamo quando dobbiamo liberarci delle cose che non ci servono più? Tutte domande che mi fanno sempre venire voglia di sapere cosa c’è dietro le quinte di ogni evento.
Domenica 5 ottobre, sono andato a trovare dei miei amici in val di Fiemme, in Trentino.
A Predazzo sfilavano contadini e allevatori insieme ai loro animali.orologi automatici Ogni anno in questo periodo festeggiano la “desmontegada”. Infatti i prati in quota cominciano a non essere più così verdi, la temperatura scende, e allora tutti, uomini e animali, tornano in valle. Per i mesi freddi gli animali staranno in stalla.
È uno spettacolo a metà tra il folkloristico e l’autentico. Il folklore sta nei costumi, nel rinnovarsi del rito; l’autentico sono le bestie, l’odore dei montoni, gli zoccoli dei cavalli, gli scarti delle mucche attratte da una siepe verde, le feci sparse qua e là.
Ad accompagnarli, le famiglie di quei contadini e allevatori che con coraggio si ostinano a praticare agricoltura e allevamento in montagna.
Alla fine della sfilata, contadini, allevatori, cittadini di Predazzo, turisti, si ritrovano a festeggiare all’interno di una tensostruttura dove un gruppo di alpini hanno servito almeno 1500 pasti, quei pasti leggeri di montagna a base di grassi saturi: lucaniche, polenta, goulash, canederli, dove l’opzione vegetarianesimo non è minimamente contemplata.
Sotto il tendone si mangia, si beve, si fa musica, si canta e si balla. È una festa dove turisti e popolazione locale stanno insieme, fanno le stesse cose, gustano lo stesso cibo. È bello, anche se non amate i ritmi e le melodie alpine, e non riuscite a seguire perfettamente il testo di “Te Valmaor”, che tutti i locali cantano in coro.
Una domenica pomeriggio perfetta, tranne, per me, il leggero fastidio di dover mangiare in vassoi di plastica: “ecco – mi dicevo – ora chissà che fine faranno, sporchi come sono finiranno nell’indifferenziato”. Invece quei diavoli di alpini si sono organizzati pure per quello. In quattro sparecchiano e separano. Dietro una tenda ripuliscono i vassoi dal cibo e li impilano uno sull’altro; le posate di plastica vanno a parte, perché quelle non sono riciclabili. Il cibo va in un bidone destinato ai maiali, il resto dell’organico, tovagliolini di carta e piatti in materiale biodegradabile, andrà al centro di compostaggio; il pollo lasciato a metà viene separato dalla carne, che andrà ai maiali, mentre le ossa sono collocate in un contenitore a parte.
Le bottigliette di plastica le laveranno e verranno riutilizzate per i punti di ristoro della marcia longa, le lattine andranno a riciclaggio. A fine giornata, il totale di rifiuto non riciclabile prodotto sono 3000 posate di plastica, pochi kilogrammi. Il resto va a riuso: cibo per i maiali e bottigliette in plastica, e riciclaggio, tutto il resto.
Ho fatto il giro della tenda per complimentarmi con gli alpini volontari, non avevo mai visto niente di così perfettamente coordinato quando si parla di rifiuti. E soprattutto non avevo visto mai niente di simile in un contesto così affollato e rilassato.
Ora tutti diranno che vabbè, siamo in Trentino e sono tutti più bravi. E invece no, Alberto, uno degli alpini sparecchiatori, mi ha portato a vedere il cassonetto da 500 litri pieno zeppo di rifiuti mescolati e dunque destinati a finire nell’indifferenziato, prodotto solo la sera prima nel corso di un’altra festa sempre nella stessa struttura. Vuol dire che pure in Trentino, val di Fiemme, se non ti organizzi e non ci pensi, una festa può diventare il cimitero della materia.
La variabile decisiva non è l’area geografica, è l’arte degli alpini di organizzarsi in vista di uno scopo, che non è la singola festa, ma la possibilità stessa della festa. È per questo, forse, che le bottiglie di plastica invece che essere gettate come rifiuto vengono considerate per quello che sono: contenitori adatti a contenere liquidi alimentari.