Diario di un esordiente. Terzo giorno
La giornata di venerdì. Fotovoltaico, nucleare (no), auto, gokarts, pista da ballo
10 October, 2009
di Luigi Carnevale
2,3:dunque, quella che si è aperta stamattina la terza giornata di “Uniamo le energie” che quest’anno giunge alla seconda edizione. Dopo gli interventi autorevoli di ieri al World Political Forum ascolto progetti piemontesi. “Forum sull’energia di 20in20, le politiche della regione Piemonte verso gli obiettivi del pacchetto 20/20/20”. Ho ripassato: è uno dei macro-obiettivi dettati dall’Unione Europea che prevede un aumento dell’utilizzo del 20% di fonti rinnovabili, una diminuzione di emissioni di Co2 e una diminuzione del 20% di consumo di energia. Parametri ambiziosi questi, che la Regione Piemonte ha deciso di affrontare con investimenti finalizzati alle imprese e alla ricerca, tramite collaborazioni con le Università che seguiranno progetti specifici e con la realizzazione della “Relazione programmatica sull’Energia” stilata dalla Direzione Ambientale della Regione Piemonte” oggi presentata al Forum. Quest’ultima prevede un budget di 300 mln di euro, che dovrebbe servire a far raggiungere gli obiettivi del 20-20-20. Un investimento importante questo che, come ha ricordato in mattinata l’assessore all’energia e industria della Regione Piemonte Andrea Bairati, punta alla riqualificazione energetica di edifici e del patrimonio pubblico, alla valorizzazione energetica delle risorse locali e alla ricerca nelle Università. A questo si rifà il Rettore dell’Università degli Studi di Torino Ezio Pellizzetti che ha ricordato l’importanza della ricerca: “è la sola cosa a poter garantire un progresso e un miglioramento del Pianeta”. La Regione Piemonte - dichiara poi la Presidente Mercedes Bresso - intende attivare tutte le forze necessarie per rientrare nei parametri richiesti dall’UE investendo in particolar modo nelle fonti rinnovabili. “Si potrebbero realizzare molte cose sfruttando le tecnologie e penso sia giusto investire sull’implementazione di queste piuttosto che puntare al nucleare, come invece vorrebbe fare il nostro Governo”.
E sul controverso tema del nucleare si è aperta nel pomeriggio la conferenza stampa durante la quale la Bresso ha risposto alle domande della giornalista Ilaria D’Amico. La presidente della Regione ha rimarcato la sua contrarietà al nucleare affermando che oltre alla pericolosità in caso di incidenti e all’immane danno per le generazioni future che dovranno pensare a smaltire le nostre scorie, esso rappresenta un sistema energetico controproducente anche per il basso ritorno occupazionale, inoltre afferma, “l’istallazione di impianti nucleari costeerebbe cinque miliardi di euro”, un costo troppo elevato per ciò che poi se ne ricava. Molto più… piacevole pensare di poter avere le potenzialità giuste per autogestire il nostro fabbisogno energetico, di avere dei parcheggi dotati di pannelli solari per le nostre auto, di istallare pannelli sui palazzi pubblici, di caricare i nostri cellulari con caricabatterie fotovoltaici….Sono queste alcune delle proposte lanciate dalla Bresso in conferenza. Alcune soltanto in progettazione, peraltro ancora agli albori, altre invece già realizzate, come il caricabatterie, distribuito come gadget ai partecipanti dei workshop di “Uniamo le energie”. Piccole sfumature di una iniziativa che sto cominciando ad interpretare e a capire in tutte le sue forme. Qui si concentrano festival, congressi, conferenze stampa, mostre ed esposizioni, ma non solo.
Nel pomeriggio all’esterno dell’edificio si sono fatte le prime prove libere del “Formula Zero Gran Prix Torino, Gara di Go Kart a idrogeno”: la competizione che avrà luogo domenica e il cui obiettivo è quello di dimostrare che le tecnologie ad idrogeno si possono coniugare a sport e velocità. E vedere sfrecciare gli ingegneri- piloti (loro costruiscono, loro guidano) tra i newjersey mi ha fatto rendere conto dei pregiudizi che si creano a volte di fronte a ciò che è nuovo. Di fatti per quanto mi è parso di vedere non ho notato nessuna differenza tra i kart a benzina e quelli ad idrogeno, se non che quest’ultimi non fanno rumore (scongiurando quindi anche il pericolo di inquinamento acustico). Una nota mi sento da aggiungere a quello che sto cercando di cogliere in questi giorni: la tanto attesa sustainable dance floor, la pedana per ballare che produce energia calpestandola, è stata sempre vuota o semivuota nelle sere passate. Non capisco se sia un problema di scarsa pubblicità o se sia tutta colpa delle luci troppo accese forse per fare un salto nella pista da ballo più “ figa” dell’inizio del secolo!