Produzione, domanda e recupero della plastica nel 2008 in Europa
L’industria delle materie plastiche, rappresentata da PlasticsEurope, EuPC, EuPR e EPRO, ha pubblicato “The Compelling Facts About Plastics 2009”, il documento che fotografa il mercato europeo delle materie plastiche. Lo studio riporta i dati, riferiti al 2008 e al primo semestre 2009, su produzione, consumo e riciclo di materie plastiche nei paesi dell’Unione Europea
04 November, 2009
Massimiliano Milone
Il crollo della produzione mondiale di materie plastiche ai tempi di crisi
Analizzando il rapporto The Compelling Facts About Plastics 2009 emerge subito un dato significativo: la flessione della produzione mondiale di materie plastiche registrata nello scorso anno, con volumi scesi a 245 milioni di tonnellate, contro i 260 milioni del 2007 (e i 245 del 2006). La causa va ricercata nella crisi finanziaria globale che ha colpito praticamente tutti i settori e i cui effetti più dirompenti si sono fatti sentire sul finire del 2008. La crisi dei mercati finanziari ha infatti generato forti impatti sull’economia in termini di contrazioni di consumi e in termini di calo della produzione industriale: elementi che hanno prodotto inevitabili effetti sull’intera filiera del packaging.
La crisi ha toccato, com’è noto, anche l’Europa, dove la produzione di materie plastiche è scesa da 65 a 60 milioni di tonnellate (il 25% della produzione globale). La Germania si conferma il principale produttore europeo di materie plastiche (con il 7,5% della produzione mondiale), seguita da Benelux (4,5%), Francia (3%), Italia (2%), Regno Unito e Spagna (entrambi con l’1,5%).
L’industria che trasforma le materie plastiche
Per quanto concerne l’industria di trasformazione nel 2008 l’Europa ha lavorato 48,5 milioni di tonnellate di plastiche vergini, in netta contrazione rispetto ai 52,5 milioni di tonnellate del 2007 (-7,5%). Germania e Italia guidano la classifica dei paesi europei che trasformano la plastica vergine con una quota complessiva del 40%; seguono Francia, Spagna e Regno Unito (che insieme fanno circa il 27%) e via via gli altri stati europei. Una curiosità: tra i nuovi Stati membri, la Polonia ha il più alto tasso di trasformazione della plastica (2,55 milioni di tonnellate sul totale europeo), seguita da Repubblica Ceca (1,05 milioni di tonnellate) e Ungheria (0,84 milioni di tonnellate).
Gli imballaggi rimangono il principale impiego delle materie plastiche con il 38% dei consumi: seguono edilizia e costruzioni (21%), automotive (7%), elettrico ed elettronico (6%), altro (28%).
Il recupero delle materie plastiche ha raggiunto il 51,3%
Nel 2008 il totale dei rifiuti plastici del “post-consumo” è stato di 24,9 milioni di tonnellate, in parte recuperati e in parte conferiti in discarica.
Il rapporto intende come “recupero” le attività di riciclo e di recupero energetico. La quota di plastica recuperata ha raggiunto 12, 8 milioni di tonnellate (51,3% del totale): di questi 5,3 milioni di tonnellate sono stati riciclati per via chimica o meccanica (il 21,3%) mentre 7,5 milioni di tonnellate sono stati recuperati come energia (il 30%). In discarica sono invece finiti 12,1 milioni di tonnellate di plastica (il 48,7% del totale).
Unici dati positivi nello scenario europeo sono l’andamento del riciclo, cresciuto del 4,3% rispetto al 2007 e l’andamento del recupero di energia, cresciuto del 3,6%.
Molti paesi sono vicini all’abbandono delle discariche. La Svizzera recupera quasi il 100% delle materie plastiche usate. Danimarca, Germania, Svezia, Belgio e Austria recuperano oltre il 90%; Norvegia, Olanda e Lussemburgo superano l’80%. C’è da aggiungere che in questi paesi la percentuale di recupero energetico è di gran lunga superiore alla percentuale di riciclo. L’Italia recupera all’incirca al 45% delle materie plastiche usate.
Il recupero degli imballaggi in plastica supera l’obiettivo europeo
Soffermandoci sui soli rifiuti da imballaggio in plastica, il recupero è passato dal 28% (del 2007) al 29%, ben oltre l’obiettivo del 22,5% fissato dalla Direttiva europea. Ventuno paesi europei hanno riciclato oltre il 22,5% dei loro imballaggi in plastica. Da notare che, per quanto concerne le bottiglie in PET, l’Europa recupera il 40% delle bottiglie consumate.
Istantanea sul 2009
Il business delle materie plastiche ha avuto un andamento positivo fino alla metà del 2008. Ciò che è accaduto in seguito non ha precedenti: mai nella breve storia delle materie plastiche si era verificato un tale deterioramento del mercato in così breve periodo di tempo.
Da gennaio a giugno 2009 la produzione di materie plastiche nei paesi dell’Unione Europea è scesa del 26% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Confrontando i livelli di giugno 2009 e quelli precedenti alla crisi (autunno 2008), il crollo della domanda di materie plastiche è ancora più netto: oltre il 30%. Da segnalare che, a partire da primavera, la situazione si è stabilizzata (anche se a livelli molto bassi) e dal secondo trimestre si rilevano i primi segnali di ripresa.
Leggermente meglio l’andamento dell’industria che trasforma plastica, che nel primo semestre 2009 ha registrato un calo medio del 18%; questo dato però nasconde situazioni molto diverse: infatti se l’imballaggio ha perso poco rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno, la richiesta da parte dell’industria automobilistica ha visto una flessione del 40%.
Le previsioni sono negative per il riciclo: a causa della crisi economica mondiale sono diminuiti anche i rifiuti in plastica. I ricercatori stimano infatti una flessione del 5-10% nei primi sei mesi del 2009 e una chiusura d’anno a livelli complessivamente inferiori a quelli del 2008.
Chi ha stilato il rapporto?
La relazione è frutto di una collaborazione tra quattro organizzazioni europee:
- PlasticsEurope: una delle principali associazioni europee con uffici sparsi qua e là per l’Europa (Bruxelles, Francoforte, Londra, Madrid, Milano e Parigi). È parte di un network collegato alle principali associazioni di materie plastiche europee e nazionali con oltre 100 aziende associate, che producono oltre il 90% di tutti i polimeri nell’Europa dei 27 (compresi Norvegia, Svizzera, Croazia e Turchia).
- EuPC (European Plastics Converters – Trasformatori europei di materie plastiche): rappresenta i trasformatori di materie plastiche in Europa, le cui attività vanno dall’industria della trasformazione al riciclo.
- EuPR (European Plastics Recyclers – Riciclatori europei di materie plastiche): rappresenta i riciclatori in Europa. Promuove il riciclaggio meccanico delle materie plastiche e condizioni che garantiscano un’attività proficua e sostenibile. Le aziende che aderiscono ad EuPR rappresentano l’85% dei riciclatori europei e trattano più di 5 milioni di tonnellate di rifiuti plastici all’anno.
- EPRO (European Association of Plastics Recycling and Recovery Organizations – Associazione Europea delle Organizzazioni di recupero e riciclaggio delle materie plastiche): è l’associazione delle organizzazioni nazionali incaricate di organizzare e promuovere il recupero e il riciclo delle plastiche in Europa.