Rifiuti Torino: orgoglio per ieri, nuove tecnologie per domani?
Nel convegno organizzato dall'AtoR a Torino si sono analizzati i buoni risultati ottenuti nel quinquennio 2005-2010 e si sono fissate le strategie per il prossimo. Presentato anche uno studio sulle nuove tecnologie sostitutive dell'incenerimento. “Si tratterà di sperimentazioni volontarie” garantisce l'assessore provinciale Ronco
08 February, 2010
“Orgoglio sabaudo”. È questa la frase con cui il presidente dell'AtoR Paolo Foietta apre la giornata dedicata all'analisi della gestione dei rifiuti nell'ultimo quinquennio. Orgoglio sabaudo per i risultati ottenuti che hanno portato stabilmente la Provincia di Torino nell'élite nazionale per la buona gestione del sistema integrato e l'hanno fatta uscire da una situazione pre-emergenziale.
In anteprima vengono presentati i dati 2009: negli ultimi mesi si è stabilmente raggiunta quota 50% di raccolta differenziata e soprattutto continua il trend di decrescita della produzione dei rifiuti, che ancora registra nel 2009 un calo del 2,3% rispetto all'anno precedente. “Calo congiunturale – afferma Foietta – ma non solo: il trend è iniziato ben prima che deflagrasse la crisi economica internazioale e che si registrasse un calo dei consumi. Il primo anno in cui si è registrato un'inversione di tendenza è il 2006”. E unendo la crescita della raccolta differenziata alla diminuzione della produzione di rifiuti, ne consegue un calo vistoso dei volumi conferiti in discarica, a conferma di un trend ormai consolidato e cominciato nel 2000 (- 4% rispetto al 2008).
Nello stesso periodo sono state compiute scelte impiantistiche che hanno permesso la chiusura della discarica torinese di Basse di Stura e soprattutto di scongiurare possibili situazioni emergenziali, reperendo spazi in discariche “transitorie” che garantiscono lo smaltimento nei prossimi quattro anni, in attesa dell'entrata in funzione del termovalorizzatore del Gerbido (gennaio 2014), individuando nel contempo la localizzazione di un eventuale secondo impianto a Settimo Torinese.
“Il quinquennio che si apre – continua Foietta - richiede nuove strategie”.
La frammentazione delle aziende e degli enti che si occupano della gestione dei rifiuti risulta oggi eccessiva (12 soggetti nella sola Provincia di Torino) e non garantisce la trasparenza e la uguaglianza dei cittadini. É dunque necessario creare le condizioni per avviare una riforma generale, di tipo “aggregativo” del sistema delle aziende pubbliche a partire dal Sistema dell’Impiantistica, anche al fine di prepararsi alle modifiche del sistema di affidamento del servizio
Operativamente sarà necessario compiere senza indugi, scelte che vanno condivise e perseguite da tutti gli attori del sistema; queste scelte costituiscono gli ingredienti del nuovo Programma Provinciale di Gestione Rifiuti.
Innanzitutto bisogna consolidare il trend di riduzione dei rifiuti prodotti, in particolar modo la parte che è da ascriversi alla fase congiunturale di crisi economica. Un consolidamento che prevede la messa in atto di nuove politiche ed azioni, in particolare sulla frazione plastica (abolizione dei sacchetti, ma non solo) ed in generale sugli imballaggi (fino alla minimizzazione degli stessi incentivando la vendita di prodotti sfusi).
Un nuovo lavoro andrà fatto anche sulla raccolta differenziata, cercando di sciogliere il nodo Torino, ferma ormai da tempo al 40% contro percentuali decisamente più elevate nel resto della provincia. E oltre che sui quantitativi, sarà necessario lavorare intensamente sulla qualità della raccolta: la Comunità Europea, infatti ha deciso che si dovrà parlare non più di percentuali raccolte differenziatamente, ma di recupero effettivo. Oggi una raccolta differenziata standard presenta ancore troppe scorie. Caso limite è la plastica: mediamente il 30% del raccolto non è riciclabile (o è frazione estranea) e ritorna in discarica. Percentuali troppo alte che mettono il sistema a rischio di sanzioni comunitarie.
Fulcro impiantistico delle strategie per il prossimo quinquennio è evidentemente l'inceneritore del Gerbido. Ma la tecnologia utilizzata per l'impianto torinese non solo non è l'unica possibile, ma nemmeno la più avanzata. La Provincia di Torino ha dunque chiesto ad AtoR un'inchiesta sulle nuove tecnologie di smaltimento, con particolare attenzione alla cosiddetta “tecnologia innovativa” ovvero alternativa all’incenerimento convenzionale: pirolisi, gassificazione, gassificazione al plasma e processi combinati.
I risultati della ricerca hanno segnalato la gassificazione come l’alternativa tecnologica più completa e competitiva rispetto all’incenerimento, per la valorizzazione energetica del rifiuto urbano indifferenziato.
Rimane da capire il perché della ricerca: un secondo impianto era già stato bocciato (in quanto considerato non necessario) da uno studio del Politecnico commissionato dalla stessa Provincia di Torino.
“Si tratterebbe – ci dice l'assessore provinciale all'ambiente Ronco – di una sperimentazione volontaria. Con il prossimo Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti potremmo destinare una piccola quota dell'indifferenziato a questo tipo di azioni, qualora ci fossero Comuni che si candidassero spontaneamente. Stiamo comunque parlando di impianti “leggeri” dalla limitata potenzialità di trattamento (attorno alle 30.000 tonn/anno) che potrebbero essere utilizzati per la risoluzione di situazioni 'locali'. Ad oggi non si parla di un secondo impianto provinciale, né di candidature ufficiali per tali sperimentazioni. Ci sono degli 'abboccamenti', nulla di più”.