Acquisti verdi. In attesa del decreto che non c’è - Consigli dalla UE per amministratori volenterosi
31 May, 2002
[b]di Nico De Leonardis[/b] Gli acquisti verdi sembrano essere l’ennesima promessa non mantenuta dall’attuale governo. Dopo aver stupito anche gran parte del mondo ambientalista con l’introduzione di una norma nell’ultima legge finanziaria che prevedeva l’obbligo di acquistare per le pubbliche amministrazioni almeno il 30% di prodotti ottenuti dal riciclo di rifiuti, il governo tace rimettendo nel cassetto anche quel poco di buono realizzato nel recente passato. L’ANPA ha abbandonato, smantellando la struttura che era preposta, l’idea di pubblicare un manuale ad uso delle pubbliche amministrazioni per l’adozione di criteri di acquisto, già enucleati e pronti al “copia-incolla”, di prodotti piu’ ecologici. L’Agenzia infatti aveva avviato, in collaborazione con l’Associazione Impresa Politecnico di Milano, un progetto pilota con la Provincia di Torino i Comuni di Firenze e Ferrara e la municipalizzata AGAC di Reggio Emilia per testare delle linee guida che non sono state mai ufficializzate e scomparse anche in bozza dal sito internet dell’ANPA dopo il cambio di amministrazione. Rimane un mistero di come il tanto auspicato e pubblicizzato e-procurement, ovvero l’acquisto centralizzato con aste on line di prodotti e servizi, non tenga conto dei criteri ecologici già individuati e sperimentati dallo studio sopra descritto del Politecnico di Milano. Infatti per la tipologia di prodotti acquistati (carta, computer, arredi, materiale di consumo degli uffici) si raggiungerebbero ben presto gli obiettivi propagandati e ancora inattuati in tutte le amministrazioni centrali dello Stato e in quelle locali che aderiscono al sistema di acquisti centralizzato. Per fortuna in aiuto delle amministrazioni locali volenterose viene in aiuto l’Unione Europea che e’ sempre piu’ decisa a creare un mercato dei prodotti ecologici utilizzando anche il settore degli acquisti della pubblica amministrazione ( che vale all’incirca il 18% del PIL europeo). La Commissione Europea infatti con una comunicazione interpretativa della normativa vigente ha rimarcato la possibilità di inserire considerazioni ambientali negli appalti pubblici senza venir meno ai principi di libera concorrenza e libera circolazione delle merci. In attesa che la comunicazione interpretativa raccolga l’interesse di qualche funzionario e’ notizia di questi giorni che l’UE sta valutando la possibilità di introdurre sgravi IVA per i prodotti che ottengono l’ecolabel, ovvero il marchio ecologico europeo che e’ assegnato a quelle tipologie di prodotti che hanno le migliori performance ambientali. Nel frattempo e’ stato’ già predisposta, sempre dallo stesso organismo comunitario, un documento che aiuta, tramite la tecnica delle domande-risposte, gli uffici acquisti ad inserire criteri ecologici nelle proprie procedure di acquisto utilizzando i criteri già individuati per l’attribuzione dei marchi ecologici. [a="http://europa.eu.int/comm/environment/gpp/"]Il manuale interpretativo UE[/a]