Quando il compostaggio puzza
Il caso di Borgaro (To). C'è una legge contro i cattivi odori?
30 September, 2002
Era il 6 Agosto quando, su ordinanza del Sindaco, l’impianto di compostaggio di Borgaro veniva chiuso per ragioni di “salute pubblica”. Si temeva che gli odori fuoriuscenti dall’impianto fossero nocivi per i cittadini. L’impianto è stato riaperto il 6 settembre con una sospensiva del TAR. "Non è mia intenzione procedere alla chiusura dell'impianto. Semplicemente chiedo che funzioni a dovere - afferma il sindaco Giuseppe Vallone - A Milano c'è un impianto di compostaggio a 200 metri dalle abitazioni che non crea nessun problema alla popolazione. Perché quello di Borgaro si? Ci tengo a sottolineare che sono in carica dal 1990 e che quindi sono il sindaco che ha voluto questo impianto. Chiedo solo che funzioni a dovere". Qual è dunque il rapporto fra puzza e nocività? Una forte puzza, anche se non causata da elementi nocivi per la salute umana, può causare problemi fisici che vadano oltre all’evidente fastidio? “In generale non lo so – ci dice l’ing. Cometto, dirigente Amiat – ma per quel che riguarda il nostro impianto, sicuramente no! Abbiamo fatto tutti i rilievi e le misurazioni del caso, e possiamo affermare con certezza che gli odori non sono assolutamente dannosi. Proprio a metà agosto un programma scientifico della televisione nazionale ha presentato uno studio americano sulle reazioni umane agli odori e sulla loro nocività. Per questioni di sopravvivenza, fin da epoche lontanissime l’essere umano ha affinato il proprio apparato olfattivo per individuare gli odori derivanti dalla decomposizione di sostanze organiche. L’ingerimento di quell sostanze, infatti è potenzialmente dannoso per il fisico umano. Di qui quel senso di disgusto che proviamo ogni volta che percepiamo tali odori. E non c’è bisogno di un impianto di compostaggio, è sufficiente aprire il sacchetto dell’immondizia che teniamo a casa. Per contro esistono sostanze, sintetizzate relativamente di recente, che hanno un odore piacevole e che sono altamente dannose anche soloa respirarle. Basta pensare alla benzina e alla colla”. Dunque le sostanze organiche in decomposizione possono essere dannose per la salute umana? “Certo, ma solo se ingerite. I bacilli di alcune malattie, fra cui la salmonella, vivono in questo habitat, ma appena ne fuoriescono, muoiono, perdendo così tutta la potenziale pericolosità. Per garantire la sicurezza degli operatori all’interno dei nostri stabilimenti, abbiamo fatto alcune misurazioni per rilevare la dispersione di sostanze microbiologiche, che hanno dato risultato negativo. Insomma, l’impianto è assolutamente a norma!” Ma gli odori? “È inevitabile che ogni tanto l’impianto emetta degli odori sgradevoli, così come sono inevitabili le proteste del ‘vicinato’. Ma sono odori assolutamente innocui. Si pensi che nelle immediate vicinanze ci sono numerosi campi (concimati regolarmente con liquami suini, il cui olezzo è ben noto…) e la superstrada per l’aeroporto di Caselle che, secondo rilevamenti fatti prima che venisse portato il primo carico di rifiuti nel nostro stabilimento, già aveva fortemente compromesso la qualità dell’aria”. Per quello che riguarda la situazione dell’impianto di compostaggio torinese, quindi, sembra non esserci nessun rapporto fra l’odore emesso e eventuale nocività. Ma è così per tutti? “Quando gli impianti sono a norma, assolutamente sono sicuri – ci dice l’ing. Toscanini, progettatore degli impianti milanesi dell'ex Maserati – tant’è che gli impianti milanesi sono stati sistemati nelle immediate vicinanze delle abitazioni. Ci son state, ma questo è normale alcune lamentele per la fuoriuscita di odori, ma la cosa è sporadica ed episodica. ”. Ma è possibile misurare gli odori? “Purtroppo non esiste una macchinario che misuri gli odori. Esistono delle unità odorimetriche che sono composte da veri e propri “odoratori”. A Milano funziona così: si preleva dell’aria dall’impianto, la si inscatola e la si porta in laboratorio. Qui attraverso un macchinario apposito viene diluita in percentuali differenti. Qui entrano in gioco le unità odorimetriche, composte generalmente da una decina di individui. La giusta percentuale di diluizione si trova quando meno della metà degli “odoratori” percepiscono ancora gli odori”. Si tratta di misurazioni che mirano alla riduzione degli odori, allo scopo di mantenere buoni rapporti con gli abitanti del territorio, anche se non esiste una soglia legale di puzza da non superare.