Il Parco Agricolo Sud Milano dice no all’inceneritore
Il Consiglio Direttivo del Parco approva un documento dove si stabilisce che vanno trovate alternative fuori dai confini dell’area verde per realizzare il secondo termovalorizzatore milanese. Intanto arriva la risposta della Regione Lombardia alla richiesta dell’Amsa: convocata una Conferenza dei Servizi tra gli enti coinvolti
03 May, 2010
Il Parco non si tocca e vanno trovate alternative al di fuori del Parco Agricolo Sud Milano per realizzare il secondo inceneritore milanese. E’ l’orientamento emerso durante il Consiglio Direttivo del Parco, presieduto dal Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà. Il documento, condiviso dai membri del Direttivo, è stato ben accolto dai sindaci che, una settimana fa, si erano mobilitati per dire no all’impianto.
La grande area verde che abbraccia Milano a sud è un patrimonio naturale da tutelare sia per la vocazione agricola sia per la tutela della salute dei cittadini. Su questo i sindaci di Rozzano e Opera, i due comuni nei quali avrebbe dovuto sorgere il termovalorizzatore, sono stati chiari.
Ironico il commento dell’ex-presidente della Provincia Filippo Penati, ora consigliere regionale: “Ora non resta che costringere la Moratti a non costruire l'inceneritore nel Parco sud. La Moratti sembra rimasta la sola a volere realizzare un termovalorizzatore in quella zona”
Intanto, è arrivata la risposta della Regione alla richiesta di organizzare una Conferenza dei servizi tra tutti gli enti coinvolti. Il 9 giugno prossimo il Pirellone ha convocato a prima riunione invitando la Provincia e i comuni di Milano, Opera, Rozzano, il Parco Sud e l’Amsa.
Non si placa comunque la protesta perché sono previste prossimamente altre manifestazioni contro l’inceneritore: in programma una in via Ripamonti.
Il comunicato dell'Agenzia Adnkronos