La California mette al bando i sacchetti di plastica
Dal 1 gennaio 2012 la California potrebbe diventare il primo Stato degli Usa a vietare i sacchetti di plastica sul proprio territorio. Il disegno di legge, approvato già dall’Assemblea di Stato è ora all’esame del Senato. Ambientalisti e associazioni di categoria hanno accolto con entusiasmo la manovra mentre le industrie produttrici di materie plastiche la ritengono inutile oltre che dannosa per i cittadini
28 June, 2010
Massimiliano Milone
Sacchetti di plastica addio: dal 2012 divieto di circolazione
L’Assemblea dello Stato della California ha approvato nei giorni scorsi un disegno di legge (con 41 voti favorevoli e 27 contrari) che vieta, a partire dal 1 gennaio 2012, la distribuzione gratuita dei sacchetti di plastica e di carta nelle farmacie, nelle drogherie, nei bar e nei negozi di alcolici di tutto il paese.
Pertanto dal 2012 tutti i cittadini dovranno munirsi di borse riutilizzabili (rispolverando magari le vecchie care borse di tela indistruttibili) od acquistare al momento dell’acquisto sacchetti di carta (realizzati almeno per il 40% in materiale riciclato) a 5 centesimi l’uno.
«Lo strumento migliore per eliminare questo tipo di inquinamento è il divieto» ha dichiarato Julia Brownley, autrice del disegno di legge e rappresentante democratico presso l’Assemblea della California.
Basti pensare che in California vengono utilizzati circa 19 miliardi di sacchetti l’anno da 38 milioni di persone (e cioè ogni cittadino consumerebbe circa 500 sacchetti in un anno).
Julia Brownley ha rivelato che lo Stato spende ogni anno 25 milioni di dollari per raccogliere e portare in discarica la maggior parte di questi sacchetti. «Facendo passare la legge abbiamo dato un segnale concreto e manifestato il nostro impegno per liberarci dai costosi sacchetti in plastica e carta, che minacciano la vita marina e rovinano la bellezza naturale di questo stato» ha affermato Julia Brownley alla Conferenza stampa in Campidoglio.
L'obiettivo è dunque duplice: da un lato ridurre drasticamente il consumo di materie plastiche che finiscono in discarica e dall’altro sbarazzarsi, una volta per sempre, degli antiestetici sacchetti di plastica sottile usa e getta, che troppo spesso finiscono nei fiumi cittadini o peggio nell’oceano provocando danni molto ingenti. Ricordiamo infatti che la maggior parte dei rifiuti che arrivano all’oceano è composta di plastica, i cui frammenti possono ferire o addirittura uccidere numerose specie animali (tartarughe, delfini, balene, foche, uccelli marini...), che scambiano i sacchetti per cibo.
Il disegno di legge ha ancora bisogno dell’approvazione del Senato. Qualora la legge passasse in Senato la California diventerebbe il primo stato degli Usa ad aver imposto un simile divieto. Il Governatore Arnold Schwarzenegger ha elogiato il lavoro dell’Assemblea, definendo il divieto del sacchetto di plastica «una grande vittoria per il nostro ambiente».
I sostenitori del disegno di legge
Cosa ha fatto la differenza in California? La misura ha trovato il sostegno dei leaders della California Grocers Association, un’associazione di categoria a livello statale che rappresenta l’industria alimentare dal 1898, riconosciuta come leader nel settore: più di 6.000 negozi di generi alimentari in California e Nevada e circa 300 aziende fornitrici di generi alimentari, incluse catene e supermercati indipendenti, discount e grande distribuzione.
«La misura offre ai negozi di generi alimentari una serie di regole chiare da seguire invece di un mosaico di ordinanze locali, per quanto ben intenzionate. Basti pensare che una ventina di comuni della California sta prendendo in considerazione leggi analoghe, che rendono difficile la vita per i dettaglianti che hanno negozi in più paesi e città» ha dichiarato Dave Heylen, portavoce dell’associazione, che ha accolto con favore anche l’inclusione di altre categorie di negozi.
L’appoggio è arrivato anche dal sindacato United Food and Commercial Workers (UFCW), da varie organizzazioni ambientali, che hanno accolto con entusiasmo l'idea di un divieto del sacchetto di plastica. Heal the Bay, organizzazione non profit che si dedica alla tutela della baia di Santa Monica, ha dichiarato che il disegno di legge potrebbe indurre altri stati a seguire l’esempio della California.
«Questa è la cosa giusta da fare in materia di ambiente e della vita dell’oceano» ha ribadito Wade Crowfoot, analista senior per l’Environmental Defense Fund (EDF). «Le prove che i sacchetti di plastica abbiano un impatto negativo sulla vita dell'oceano sono innegabili». Wade Crowfoot è stato un collaboratore del sindaco di San Francisco Gavin Newsom, quando la città vietò per prima i sacchetti di plastica nel 2007. Il divieto ha portato alla soppressione di 150 milioni di sacchi l’anno, 160 a persona!
«Siamo molto felici di questa nuova misura» concorda Darby Hoover, specialista senior per il Natural Resources Defense Council (NRDC), aggiungendo che «la legislazione della California potrebbe diventare un modello per gli altri. Anche se molte città hanno già adottato misure specifiche e altre le stanno considerando, questa legge crea il tipo di uniformità necessaria per le catene di negozi dislocate in più di una città. Questa misura offre un approccio coerente, a livello statale poichè tutti sanno cosa aspettarsi».
Una curiosità: anche un trio di attrici di Hollywood, Amy Smart, Rosario Dawson e Rachelle Lefevre, si è schierata a favore della legge!
Il coro dei no: i Repubblicani e l’American Chemistry Council
Di parere opposto sono i Repubblicani. Secondo loro l’imposta sui sacchetti di carta non è affatto necessaria e chiedere ai cittadini di pagare per avere un sacchetto di carta rappresenterebbe un costo troppo alto, che alcuni californiani non potrebbero permettersi.
Ancora una volta la recessione economica è diventato motivo di divisione: «Questo non è il momento di aggiungere un ulteriore onere finanziario alle famiglie, specie in tempi di forte crisi economica» ha dichiarato il rappresentante repubblicano Ted Gaines, stimando per la sua famiglia una spesa annua di 50 dollari in sacchetti di carta.
Anche l’American Chemistry Council (ACC), che rappresenta le imprese chimiche e i produttori leader delle materie plastiche negli Stati Uniti, sta esercitando una decisa azione di contrasto. L’ACC ha affermato in un comunicato che tale disegno di legge equivarrebbe ad una tassa di un miliardo di dollari a carico dei cittadini e che tale manovra causerebbe la perdita di 500 posti di lavoro nella zona di Los Angeles.
Tuttavia, Wade Crowfoot dell’EDF ha replicato a quest’affermazione sottolineando che «le piccole imprese, come ad esempio quelle di produzione del legno, possono rigenerarsi per produrre borse riutilizzabili e fare da catalizzatori per nuovi posti di lavoro ed imprese, proprio come è avvenuto sulla scia della legge di San Francisco».
Secondo l’ACC sarebbe meglio ridurre, riutilizzare e riciclare i sacchetti di plastica invece di tassare i consumatori in periodo di recessione. Tim Shestek, senior director del gruppo, ha poi aggiunto: «È incredibile pensare che il legislatore stia seriamente pensando di creare una nuova “burocrazia” da un milione dollari per monitorare come le persone scelgono di confezionare i loro generi alimentari».
Intanto gli Usa si muovono per vietare i sacchetti di plastica
Il tema dei sacchetti è talmente attuale negli Usa che sempre più amministrazioni comunali hanno deciso di agire.
Nel 2007 San Francisco è stata la prima città degli Usa ad aver vietato i sacchetti di plastica nei supermercati a favore di sacchetti in carta riciclabile, buste di plastica che si trasformano in compost, borse riutilizzabili in stoffa o in plastica resistente.
Anche Oakland ha vietato i sacchetti di plastica. Città come Phoenix, Santa Cruz, Philadelphia, Austin, Houston si sono incamminate verso il divieto. Washington, ad esempio, richiede cinque centesimi per l’acquisto di un sacchetto usa e getta, ma nessuno “stato” ha avuto finora il sostegno sufficiente per arrivare ad un tale divieto, nonostante la spinta pluriennale degli ambientalisti. Lo Stato della California potrebbe fare da apripista!
Guarda il video della Conferenza stampa di Julia Brownley in Campidoglio