A Salerno la patata coltivata con compost domestico
Si chiama “riciclella” ed è una patata coltivata dai rifiuti. La sperimentazione, frutto della collaborazione Confederazione italiana agricoltori, e l’Università di Salerno, mette in evidenza il valore del compost domestico e i risultati che si possono ottenere attraverso il riciclo
26 August, 2010
Sono arrivate le “riciclelle”, le prime patate italiane cresciute dai rifiuti. La Cia, Confederazione italiana agricoltori, e l’Università di Salerno, con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali hanno, infatti, coltivato, con il compost ottenuto dalla parte organica dei rifiuti domestici, tuberi di qualità. La sperimentazione non è partita dalla patata, ma in passato aveva già riguardato con successo alcune varietà di insalata.
Anche i tuberi - spiegano gli esperti della Cia - possono essere tranquillamente fertilizzati con questo compost e i risultati sono ottimi, perché il prodotto giunto a maturazione è di grande qualità e gradevole al gusto". Le patate sono state battezzate "riciclelle".
E' bastato - continua la Cia - recuperare e compostare la parte organica dei rifiuti di poche famiglie, per ottenere fertilizzante utile ad una produzione di patate in grado di soddisfare una porzione delle loro esigenze alimentari. Si tratta così di un processo di riciclaggio completo. Tale processo - conclude la Cia - una volta irreggimentato potrà attenuare anche il problema della spazzatura, divenuto una complicazione annosa e gravosa in molte aree del Paese.