Conai, on line il "Dossier Prevenzione 2010". Intervista al presidente Piero Perron
On line il testo della nuova edizione del "Dossier 2010 - La prevenzione ecoefficiente" presentato da Consorzio Nazionale Imballaggi nel corso di Ecomondo 2010 ed edito dal Gruppo Sole 24 Ore. Il volume presenta una raccolta di più di 70 esempi concreti di progettazione ecologica del packaging. Intervista di Eco dalle Città a Piero Perron, presidente Conai. Foto: Conai ad Ecomondo 2010
09 November, 2010
Rispetto a tre anni fa, qual è stata l'evoluzione del packaging in tema di prevenzione dei rifiuti?
C'è stato un grosso sforzo. Fondamentalmente quello che è cambiato è questo nuovo approccio molto più globale verso l'ambiente prima si parlava di risparmio di materiale, di risparmio di trasporto, di casi molto puntuali. Oggi tutti i casi che abbiamo presentato sono stati analizzati a livello globale sull'ambiente: emissioni, consumo di energia, consumo di acqua.
Sempre in tema di prevenzione, secondo Lei, su quale tipologia di materiale da imballaggio si sono ottenuti maggiori risultati e su quali c'è ancora da lavorare?
Sono stati raggiunti buoni su tutti i materiali. Si può sempre migliorare ma non credo ci siano materiali particolarmente indietro.
Nel dossier si legge che “il concetto di prevenzione è chiamato a cambiare scala ed affrontare una sfida per passare da prevenzione quantitativa a prevenzione ecoefficiente”. In cosa consiste questo passaggio?
La prevenzione è un concetto molto più ampio della riduzione quantitativa: io credo il fatto di voler ridurre gli imballaggi in un modo drastico sia oggigiorno praticamente impossibile. L'imballaggio ha una tale funzione nella vita degli italiani: se si sopprimessero gli imballaggi, la quantità di cibo che nelle condizioni attuali si sprecherebbe, sarebbe tremenda. Non dimentichiamo che gli imballaggi hanno delle funzioni di igienicità, di conservazione del cibo ed è connaturale con il nostro modo di vivere. Si può pensare di ridurre gli imballaggi, di riutilizzarli e noi stiamo stiamo cercando di spingere verso gli imballaggi riutilizzabili: ma tutto questo ha un limite.
Secondo Lei le imprese sono consapevoli del ruolo che giocano sul piano della riduzione dei rifiuti?
Sempre di più. Ci sono stati già tentativi da parte della grande distribuzione di dare informazioni sui prodotti in relazione alla carbon footprint (letteralmente "impronta di carbonio" ndr), al consumo di energia, etc. E' un processo inarrestabile. Ci sono aziende sensibili verso questo problema che si stanno dando da fare. Ci sono aziende che non si stanno dando da fare ma dovranno darsi da fare perché diventa praticamente uno standard. Per esempio, la Coop indica sulle bottiglie d'acqua da che distanza arrivano le varie acque minerali. Sbagliano quando dicono di usare l'acqua normale perché la minerale è diversa da quella del rubinetto. Non condivido questa posizione in quanto l'acqua minerale è sottoposta a controlli: sono indicati tutti i minerali, c'è un controllo ferreo, le possibilità di inquinamento sono molto ridotte. Anche in questo dibattito bisogna avere un certo equilibrio.
Conai presenta il Dossier Prevenzione 2010 - Comunicato stampa Conai del 03.11.2010