L'ex assessore regionale all'Ambiente: come e perché volevamo accogliere in Piemonte i rifiuti napoletani
Ci scrive l'ex assessore regionale all'Ambiente del Piemonte, Nicola De Ruggiero: "Nel 2008 come oggi è ingiustificato negare solidarietà ad un'emergenza sanitaria. Ci furono contrasti anche con la Provincia di Torino". E racconta cosa successe scendendo le scale di Palazzo Chigi
25 November, 2010
Nicola De Ruggiero (ex assessore all'Ambiente per la Regione Piemonte)
Mercoledì 9 gennaio 2008 ore 15 Palazzo Chigi: siamo convocati come Regioni assieme ad ANCI e UPI dal Presidente Prodi sulla emergenza rifiuti in Campania.
Il Governo, per usare un eufemismo, è già traballante; c’è attesa per gli esiti della riunione, capannelli politici-giornalisti già ad ora di pranzo in piazza Colonna.
Alle 15 ci siamo tutti : il Presidente Prodi con Enrico Letta, i ministri Turco, Pecoraro Scanio ed altri; solo il Veneto, con poco rispetto istituzionale, è presente con un Dirigente.
La situazione campana è un'emergenza igienico-sanitaria, si chiede alle Regioni di accettare una tantum 50.000 tonnellate di spazzatura.
Errani, già allora Presidente del Comitato delle Regioni, dichiara a nome di tutti l’atteggiamento positivo delle nostre amministrazioni, ricordando che nella emergenza degli anni 90 in Lombardia le altre Regioni fecero la loro parte.
Il Presidente dell’Abruzzo Del Turco, persona franca ed esperta, fa presente che sarebbe utile, forse necessaria, una dichiarazione di stato d'emergenza.
Intervengo ricordando che il Piemonte già governato da Ghigo aveva accettato 3.000 tonnellate di spazzatura smaltite ad Asti ed esprimendo la preoccupazione non tanto sulla quantità quanto sulla qualità dei rifiuti: nelle nostre discariche, con raccolta differenziata dell’organico e spesso con pre-trattamenti, non va il rifiuto tal quale. Questa preoccupazione è fatta propria dal collega lombardo, che smaltisce in inceneritori, ma anche la Lombardia è d’accordo.
Si susseguono interventi che esprimono disponibilità; solo il dirigente veneto ci dice che Galan non è d’accordo.
Alla fine Bassolino ringrazia della solidarietà espressa.
Si scende. Errani parla accerchiato dai microfoni; dovrebbe parlare per tutti ma ascolto altri colleghi che fanno dichiarazioni alla stampa molto più evasive e problematiche. Mah, cosa mai sarà successo scendendo le scale di Palazzo Chigi!?
Torno a Torino e il giorno dopo vedo gli assessori provinciali, sottolineo come si stia parlando di 5.000 tonnellate, lo 0.3% del quantitativo annuo che in Piemonte inviamo a smaltimento; la provincia di Cuneo si dice disponibile individuando già nel Monregalese un possibile atterraggio; la Provincia di Torino fa subito un fuoco di sbarramento sostenendo di essere in emergenza.
So, peraltro, che Comune di Torino e Amiat sono attente alla faccenda; non va negato che la questione non è irrilevante dal punto di vista economico; Bertolaso conferma che si pagherà 200 euro a tonnellata, trattabili fino a 220.
Andiamo in Consiglio Regionale la settimana dopo. Consiglio acceso, non privo di accenti anti-terroni. La Lega detta la linea al centro-destra con una posizione non priva di una sua logica: quest'emergenza-rifiuti dura da 15 anni, non si risolve certo così. La maggioranza sottolinea che l’emergenza è sanitaria e approva una mozione che dichiara disponibilità ma chiede che si dichiari uno stato di emergenza e che la Protezione civile faccia conseguentemente un'ordinanza.
Ciò non avverrà: il governo è debole e Prodi cadrà di lì a poco.
(Ndr: per quanto riguarda il Monregalese ci furono contestazioni "popolari-leghiste" alla disponibilità a ospitare e comunque non se ne fece niente perché mancò, come detto, l'ordinanza della Protezione Civile).
Alcune Regioni fanno la propria parte non senza difficoltà anche di ordine pubblico, come in Sardegna; da noi qualcuno rimane male per l’affare sfumato e i messaggi sulla nostra situazione “smaltimento rifiuti” diventano d’incanto tranquillizzanti.
Una sola considerazione: il tutto ruota attorno al termine “emergenza”, termine ambiguo se non specificato.
Nel Napoletano c’era e c’è una situazione di emergenza che vuol dire rischio per la salute,e se questo è, si aiuta ad uscirne al di là delle responsabilità politiche e penali; ho tanti amici a Vicenza, sono alluvionati e vanno aiutati anche se emergono responsabilità per miopi scelte urbanistiche.
In Piemonte c’è un'emergenza simile? Certo che no, siamo preoccupati per la tenuta del nostro sistema a medio termine, ma dire che siamo in emergenza per non aiutare chi è in emergenza per me è davvero un brutto segno!
Semmai diamoci da fare un po’ di più a ridurre la produzione di rifiuti!