Taranto, ILVA: presentato il Rapporto Ambiente e Sicurezza 2010
Martedì 23 novembre 2010 l’Ilva ha presentato il secondo Rapporto Ambiente e Sicurezza nella sua edizione. Critiche le associazioni di Legambiente, Taranto libera, Peacelink e Altamarea. Alessandro Marescotti (presidente di PeaceLink): “I polmoni dei cittadini di Taranto conoscono il "Rapporto Ambiente" dell'Ilva per consumata e quotidiana esperienza”
26 November, 2010
ECO dalle CITTA' - PUGLIA
Alla cerimonia hanno preso parte il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e tutte le istituzioni locali tra cui il Presidente della Provincia Gianni Florido ed il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno.
"Gli investimenti, i risultati, gli obiettivi raccontati e certificati all'interno del Rapporto rappresentano un chiaro esempio del nostro impegno per la salvaguardia dell'ambiente e per la tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro". Questo, in estrema sintesi, il messaggio lanciato da Fabio Riva, figlio e vicepresidente del Gruppo diretto da Emilio. Inoltre ha voluto sottolineare la portata degli impegni mantenuti e degli investimenti sostenuti, nonostante il poco favorevole periodo del mercato dell'acciaio.
La numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia, a Taranto per la presentazione del Rapporto Ambiente e Sicurezza dell’Ilva, plaude pubblicamente al nuovo impegno in difesa dell’ambiente dei proprietari del colosso industriale del capoluogo jonico. “A me sembra che il Gruppo Riva - dice Marcegaglia - abbia fatto sforzi importanti per limitare le emissioni cancerogene del più grande impianto industriale d’Italia, che dà lavoro a 12mila tarantini e produce il 75 percento del Pil di Taranto. E di questi sforzi va dato atto”.
"Dal giorno della privatizzazione - ha continuato - i proprietari dello stabilimento hanno assunto come impegno quello della progressiva ambientalizzazione, mostrando le sue perplessità in merito al referendum che si terrà nel marzo 2011.
Critiche le posizioni di Legambiente e di Taranto libera: “L’Ilva, tuttavia, nonostante i suoi dichiarati sforzi per l’ambientalizzazione, emette il 98% del benzo(a)pirene rilevato. Non crediamo sia lecito, quindi, considerarci estremisti quando invitiamo le autorità competenti a provvedere al fermo degli impianti”.
“Ad Emma Marcegaglia diciamo, invece - prosegue il comitato cittadino di Taranto sociale - che la riconversione industriale, la progettazione di nuovi scenari economici e lavorativi per Taranto, non solo rappresentano una necessità per questa città data l’estrema incertezza del mercato dell’acciaio, ma anche una grande opportunità per la definizione di nuove politiche di sviluppo sostenibile”.
Alessandro Marescotti (Presidente di PeaceLink e membro di Altamarea) esprime in modo chiaro le proprie perplessità. “Il Rapporto Ambiente e Sicurezza dell’ILVA costa quanto il campionatore continuo della diossina che l’azienda non vuole installare, venendo meno a un obbligo di legge. Viene presentato, mentre in parallelo l’azienda non collabora con l’Arpa per il monitoraggio diagnostico degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), negandosi ai controlli interni con tecnologie ad alta risoluzione temporale che potrebbero verificare in tempo reale le emissioni di questi pericolosi cancerogeni”. Aggiunge inoltre Marescotti: “Il Rapporto arriva poche settimane dopo il “provvidenziale” decreto legislativo 155/2010, del governo già definito “salva-Ilva” perché sospende fino al 2013 il “tetto” per il benzo(a)pirene cancerogeno sistematicamente sforato nel quartiere Tamburi e che doveva essere rispettato fin dal 1999. Inoltre, viene lanciato a pochi giorni dall’avvio dell’incidente probatorio nell’ambito del procedimento penale n. 4868/10 RGNR della Procura di Taranto nei confronti di Emilio Riva, Nicola Riva, Luigi Capogrosso, Ivan Dimaggio e Angelo Cavallo, indagati in relazione alle ipotesi di reato di disastro doloso (art. 434 codice penale) e omissione dolosa di cautele (437 codice penale). Inoltre sono stati ipotizzati i reati di “danneggiamento aggravato di beni pubblici”, “getto e sversamento di sostanze pericolose” e “inquinamento atmosferico”.
Conclude, Alessandro Marescotti (Presidente di PeaceLink): “I polmoni dei cittadini di Taranto conoscono il "Rapporto Ambiente" dell'Ilva per consumata e quotidiana esperienza”.