Storie di terrazze e di lombrichi: i primi passi della nuova Rete Italiana Compostatori
Nel manifesto sottoscritto da chi ha scelto di aderire alla Rete si legge: “Siamo Enti e cittadini italiani che hanno scelto di praticare, sostenere e promuovere il compostaggio domestico come strumento per l’auto-smaltimento dei rifiuti organici”. Eco dalle Città ha intervistato Federica Gemma per capire di quanto possiamo ridurre i nostri rifiuti scegliendo la compostiera
26 November, 2010
Cominciamo dalla fondazione della Rete Italiana Compostatori Domestici, che è nata in concomitanza con l’apertura della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. Siete soddisfatti delle adesioni ricevute?
Senz’altro. La Rete è stata fondata ufficialmente sabato 20 novembre con l’Assemblea di Capannori, in cui è stato sottoscritto un patto di costituzione firmato dai Comuni di Capannori, Saravezza e Corchiano, dall’Associazione Comuni Virtuosi, da AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale), dall’ex sindaco di Casigliano Vincenzo Cenname, dal Consorzio Antares e dall’Associazione Noiequo. Per ora siamo assolutamente soddisfatti dall’interesse che è stato dimostrato verso la nostra iniziativa, che coinvolge enti pubblici ma anche privati cittadini, che possono aderire semplicemente inviando una mail all’associazione. (NdR, 71 adesioni sul sito, dopo una sol settimana dalla fondazione).
Che tipo di supporto fornisce la Rete a chi decide di intraprendere per la prima volta la pratica del compostaggio domestico?
La Rete è tale in quanto crea un collegamento diretto fra cittadini ed enti, siano questi Comuni o altro, facilitando lo scambio di informazioni fra compostatori e fornendo un supporto istituzionale mirato alla costituzione dell’Albo dei Compostatori, che al momento ancora non esiste. Siamo presenti sul web con un sito internet, www.noicompostiamo.it e con l’omonima pagina Facebook. E’ importante che ci sia un contenitore che raccolga tutte le esperienze di chi comincia a fare compostaggio, perché si crea un momento di scambio e di confronto. Sul sito c’è un’apposita sezione, Storie di compostaggio, che raccoglie foto ed esperienze da tutta Italia.
A cosa dovrà servire l’Albo dei Compostatori?
A garantire la tracciabilità degli aderenti alla Rete, perché in un Comune è importante sapere chi provvede da sé allo smaltimento dei rifiuti organici, anche nell’ottica di un’auspicata riduzione sulla tassa dei rifiuti, che poi è tra le finalità della nostra Rete.
Si può quantificare la riduzione dei rifiuti che deriva dall’adozione di questa pratica?
Beh, chi ha a disposizione un piccolo spazio verde, anche un semplice orto o un giardino, può permettersi di smaltire tutto il proprio umido organico tramite compostaggio, senza più gravare in alcun modo sulla raccolta dell’umido, che equivale a circa un terzo dei rifiuti complessivi. Dunque possiamo affermare che scegliendo il compostaggio domestico i nostri rifiuti si riducono del 30%.
E in città?
Ovviamente le compostiere hanno bisogno di essere a contatto col terreno, dunque lo smaltimento totale dei rifiuti organici diventa un po’ complicato se non si ha un minimo di terra a disposizione. Non che non ci siano esempi di “compostaggio urbano”, al contrario, ma riguardano principalmente le mense scolastiche, che ora cominciano ad attrezzarsi, e cittadini particolarmente volenterosi che hanno un terrazzo, un balcone e piante da nutrire! E’ un discorso che si potrebbe fare anche a livello di condominio, ma è necessario che tutti i condomini siano d’accordo e purtroppo si sconta ancora il disagio che deriva da un vero vuoto legislativo in materia, per esempio su come calcolare una riduzione delle tasse per chi sceglie questa via.
Storie di compostatori, tratte dal Sito della Rete:
Federica Gemma, Torino
Mi chiamo Federica, ho quasi 29 anni, e sono una compostatrice della domenica. Proprio della domenica, nel senso che ho una piccola casetta in campagna in cui posso andare il fine settimana, mentre vivo in città tutto il resto del tempo.
Ho deciso di dedicarmi al compostaggio domestico in quanto il Comune astigiano dove ho la casetta non prevede un servizio di raccolta dell’organico a domicilio né stradale.
Mi sono dunque ritrovata a fare i conti con gli scarti della cucina a tu per tu. Che fare? Li butto e li spreco? Ho preferito iniziare a fare compostaggio con l’ausilio di una compostiera comprata.
Ho un piccolo pezzo di terra ed è impossibile fare un cumulo o una fossa per ragioni di spazio.
Sono passati 2 anni da allora e posso dirvi con soddisfazione che ogni domenica e d’estate, quando sto in campagna per più tempo, ho grandi soddisfazioni! Lombrichi che scavano gallerie, colleghi pescatori che vengono a prenderseli .. e ottimo terriccio!
Gianluigi Magliano, Napoli
Ciao, e saluti da Napoli. Vivo in pieno centro storico a Napoli, e da oltre 15 anni che faccio il compost. Effettuo la raccolta differenziata (vetro, plastica,carta e metallo) ed avendo anche un cane, (che mangia i residui alimentari), il mio sacchetto della spazzatura lo faccio solo quando mangiamo pesce o frutti di mare. Per il resto il compost mi è molto utile per le mie colture e per le mie piante, ho un grande terrazzo che mi permette di tenere in un angolo piu' riparato due contenitori che riempio di continuo e che di tanto in tanto giro e faccio areare con una pala, nei periodi piu' secchi bagno e dopo un po' di mesi tutto diventa terriccio fertile. E' impressionante come una enorme quantita' di residui vegetali, gusci di uova, fondi di caffe', bucce della frutta, gusci della frutta secca..... ecc. ecc. si trasformino e si riducano di volume diminuendo notevolmente la massa durante la trasformazione in compost. Anche le foglie ed i rami delle piante opportunamente sminuzzati contribuiscano al prodotto finale....!!! Saluti e complimenti per l'iniziativa che dovrebbe essere trasmessa anche nelle scuole a partire dall'asilo, diventando un quotidianita' , educando i bimbi a raccogliere in opportuni spazi l'umido.
Silvia Sali - Sant'Angelo Lodigiano
La mia storia di compostatrice è iniziata diversi anni fa, quando ho provato ad utilizzare come contenitore un semplice "trespolo" di quelli con i buchini che solitamente si usano per i sacchi condominiali dei rifiuti, che consentiva l'aerazione del contenuto ma.. dava qualche problema quando si doveva rigirare il cumulo! troppo stretta l'apertura in alto, inoltre si asciugava troppo rapidamente ed era sempre da bagnare. Ora invece, vivendo in una nuova casa, ho potuto costruirmi con del legno di recupero che avevo a disposizione ed un pallet robusto a far da basamento un composter molto più serio, ben catramato all'interno e sul fondo nonchè impregnato all'esterno perchè possa durare a lungo e "foderato" internamente con rete metallica a maglia di circa 2x2 cm, in modo che passi aria ma non scappi fuori niente del materiale da compostare. Anche il fondo è come i lati, coperto di rete, in modo che si possa creare l'effetto camino per l'aerazione dal basso. Il coperchio in alto è incernierato in modo che si apra verso l'alto ed è presente un'apertura sul davanti, sbloccabile girando due piccoli fermi. Da quando l'ho costruito, finalmente posso recuperare tutte le erbe profumate, i fiori, le foglie che prima mi piangeva il cuore dover buttare nella raccolta differenziata comunale; per non parlare poi del numero di sacchi di "verde" che occorreva periodicamente portare in discarica perchè troppo voluminosi, quando era periodo di potature. Quando ho conosciuto questo sito, mi sono detta "finalmente qualcuno che la pensa come me!" :-)