Pendolari, Legambiente Lazio: nel 2011 tagli dal governo per 71,6 milioni di euro
L'associazione pubblica il rapporto annuale "Pendolaria", dedicato alla situazione del trasporto ferroviario locale in Italia. Allarme nel Lazio, dove sono previsti tagli nei fondi governativi, che gli stanziamenti regionali non riescono a compensare. Per scongiurare tagli al servizio e rincari delle tariffe, gli ambientalisti chiedono alla Polverini di destinare i pendolari almeno l'1% del bilancio regionale
14 December, 2010
Un taglio di 71,6 milioni di euro, (da 163 a 91,4 milioni) nei trasferimenti dallo Stato per i contratti di servizio del trasporto pubblico su ferro e gomma, corrispondente a un meno 43,9% rispetto all'anno precedente. Così il 2011 rischia di essere l’anno nero del trasporto nel Lazio come in Italia, tra l'incudine dei tagli al servizio e le ipotesi di aumento alle tariffe, che neanche gli stanziamenti di risorse aggiuntive da parte della Regione (33,86 milioni di euro, lo 0,15% del bilancio regionale) riusciranno probabilmente a scongiurare. È un grido di allarme quello che Legambiente lancia, anche per il Lazio, con il “Rapporto Pendolaria 2010”, l'analisi che da cinque anni fotografa la situazione e gli scenari del trasporto ferroviario e metropolitano nel nostro Paese.
Un scenario che tutt'altro che roseo, dal momento che nell’ultimo anno nemmeno un euro è stato investito per acquistare nuovi treni, mentre 31,87 milioni sono stati destinati alle ferrovie regionali (ATAC, ex Met.Ro.) e 1,99 milioni sono andati a Trenitalia. Numeri assolutamente insufficienti, tanto più che il Lazio è al secondo posto della classifica nazionale per numero di pendolari, anche questi in crescita, subito dopo la Lombardia: sono 540mila (+35% rispetto ai 400mila del 2008) i viaggiatori che ogni giorno transitano sui 1.150 km delle ferrovie laziali. Nel 2010 i contratti di servizio avevano visto una crescita della spesa: 215 milioni di euro per Trenitalia per 17,1 milioni di treni per chilometro (contro i 163,87 del 2009) e 91,8 milioni per Metro (contro i 55,9 del 2009) per 4,2 milioni di treni per chilometro, portando nel complesso la somma erogata per il servizio a 306,8 milioni. Le penali applicate per carenze rispetto a quanto previsto nel contratto di servizio hanno raggiunto i 14,1 milioni nel periodo 2001/2010, tutti reinvestiti in servizi aggiuntivi, superando in modo paradossale gli stanziamenti aggiuntivi nello stesso periodo che sono stati di soli 7,93 milioni. Nello stesso periodo sono stati investiti solo 174,49 milioni di Euro per materiale rotabile, dei quali 85,34 per Trenitalia e 89,15 per Metro.
«Non ci stiamo, servono più treni e bus con un servizio migliore per i pendolari e invece ci vogliono propinare tagli e aumenti delle tariffe. Alla Regione chiediamo di mantenere le promesse e destinare almeno l'1% del bilancio regionale ai pendolari - ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- Nel nuovo orario ferroviario non c'è un treno in più, Cotral e Atac sono al collasso per i debiti, e la Regione sta rinnovando i contratti di servizio senza che gli utenti ne sappiano nulla, nonostante i tavoli di lavoro in corso, e senza sapere come si copriranno le spese. Con questo servizio non accetteremo nessun taglio né aumento delle tariffe, i 540mila pendolari del Lazio vivono una situazione di emergenza, servono treni più frequenti e puntuali, investimenti su nuovo materiale rotabile e carrozze più pulite e meno affollate, biglietterie, informazioni. Nella Regione c’è una vera grande priorità di intervento, che è il nodo di Roma, dove va finalmente completato l’anello ferroviario a nord tra la stazione Nomentana e Tor di Quinto, creando tre linee di attraversamento della città, aumentando la possibilità di interscambio nell’area urbana. Va data una risposta alla domanda di trasporto pubblico sempre maggiore nelle aree metropolitane, le ferrovie regionali sono la nuova grande utile opera pubblica del secolo, contro traffico, congestione e inquinamento, tanto più in questo momento in cui è fondamentale ridurre le emissioni di CO2 per battere il riscaldamento globale».
D'altronde nel Lazio i pendolari hanno da sempre un nemico: la strada. Nel periodo 2003-2010, ben 665,87 milioni di euro sono stati destinati alle strade (il 75,3%), mentre 169 milioni sono andati alle metropolitane (19,1%) e solo spicci alle ferrovie con 50 milioni destinati (5,6%). Preoccupa enormemente, in questo contesto, la proposta di riprogrammazione dei fondi strutturali POR FESR 2007-2013 presentata in queste ore al tavolo di partenariato regionale, che vede la completa cancellazione dei soldi per le ferrovie e le stazioni. Nella vecchia programmazione erano previsti ben 590 milioni per il “miglioramento della qualità e dell'efficienza del trasporto pubblico locale, potenziamento della rete infrastrutturale e dei nodi di scambio”, dei quali 241 milioni di fondi FESR, 279 milioni di fondi FAS e 70 milioni di fondi regionali. Ora, non solo i fondi FAS verranno tutti destinati al piano di rientro sanitario, ma anche i fondi FESR sarebbero spostati su altri assi e attività, lasciando solo 41,6 milioni in sostanza per iniziative già fatte (tra le quali il sistema di bigliettazione elettronica e il piano di infomobilità) e senza avere certezze sui fondi regionali sostitutivi.
«Siamo molto preoccupati, ai tagli del Governo si aggiungeranno i tagli dei fondi strutturali per la mobilità, chiediamo alla Presidente Polverini di rivedere la riprogrammazione presentata -afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Nel POR erano previsti investimenti fondamentali per la mobilità tra i quali il raddoppio della ferrovia Campoleone-Aprilia per oltre 30 milioni, il piano di sicurezza per le stazioni per 55 milioni, l'acquisto di nuovi treni per 35 milioni e di nuovi bus per 49 milioni, un programma di nodi di scambio per 33,6 milioni e il parziale raddoppio della Roma-Viterbo per ben 326 milioni. Si può certamente discutere di come rimodulare la spesa, concordiamo ad esempio che se è vero che la Roma-Viterbo ha certamente bisogno di investimenti infrastrutturali non può però assorbire oltre la metà dei fondi disponibili e vanno trovate strade che coinvolgano i privati, ma i pendolari non possono perdere nemmeno un euro di questi fondi per la mobilità, che vanno destinati al nodo di Roma in particolare, per avere ricadute positive in tutta la Regione».