Sacchetti e intanto che fare? Le istruzioni del Ministero
Ecco quanto precisato il 31 dicembre: il divieto entra in vigore dal 1° gennaio, ma sarà possibile smaltire le scorte acquistate nel 2010 fino ad esaurimento, purché vengano distribuite a titolo gratuito e non commercializzate. Federdistribuzione: "A pagare saremo noi"
31 December, 2010
Dal prossimo primo gennaio è vietata la commercializzazione dei sacchetti per la spesa non biodegradabili, ma quelli fuorilegge potranno essere ancora usati fino a esaurimento scorte a condizione che vengano dati gratuitamente ai clienti. Lo dice una nota diffusa oggi dal ministero dell'Ambiente.
"In relazione ai numerosi quesiti pervenuti si precisa che il divieto di commercializzazione dei sacchi da asporto merci non conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati dagli standard tecnici europei vigenti... sarà in vigore dal 1° gennaio 2011", dice la nota.
"Resta consentito lo smaltimento delle scorte in giacenza negli esercizi artigianali e commerciali alla data del 31 dicembre 2010, purché la cessione sia operata in favore dei consumatori ed esclusivamente a titolo gratuito".
Il ministero annuncia comunque controlli nei prossimi giorni per "verificare il rigoroso rispetto della normativa vigente".
Un comunicato di Federdistribuzione denuncia però le lacune del provvedimento: "I costi dello smaltimenti dei vecchi sacchetti di plastica saranno a carico della Grande distribuzione organizzata. Prendiamo atto della decisione del Ministero dell'Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico di consentire la cessione dei vecchi sacchetti di plastica solo a titolo gratuito; il tema dell'esaurimento delle scorte e' sempre stato evidenziato come uno degli aspetti cruciali di questo passaggio verso sacchetti biodegradabili e riutilizzabili, sacchetti gia' presenti da tempo nei punti vendita della distribuzione moderna, che ha anticipato, dove possibile, questa attenzione alla sostenibilita' ambientale. Ma restava un punto da affrontare in sede legislativa, in quanto i consumatori hanno continuato a privilegiare l'acquisto dei normali shopper".
Il senatore del PD Francesco Ferrante dichiara: "Grazie ad una nostra battaglia iniziata con la finanziaria 2007 del Governo Prodi, sono finalmente al bando, con un anno di ritardo, le buste di plastica che durante lo smaltimento immettono nell'atmosfera 200 mila tonnellate di anidride carbonica. Durante tutto il tempo che vi sara' relativo ai tempi di adeguamento al decreto vigileremo perche' questa importante misura non sia nuovamente messa in pericolo dalle pressioni delle lobby dei produttori di plastica. I cittadini e gli esercenti avranno il tempo per abituarsi e adeguarsi a questa importante misura, e ovviamente vi sara' il tempo per esaurire le scorte. La vecchia industria inquinante tuttavia ha continuato in questi giorni la sua battaglia di retroguardia, facendo persino circolare notizie false, parlando di inesistenti quanto inutili decreti attuativi: la legge 296 e' stata approvata, non c'e' bisogno di nessun decreto attuativo, e a beneficiarne sensibilmente sara' il nostro ambiente. Chi si ostina a difendere i sacchetti di plastica vuole continuare a vedere le vergognose immagini di Napoli: i sacchetti diventano rifiuto e vanno ad inquinare l' ambiente in modo pressoche' permanente poiche' occorrono almeno 200 anni per decomporli - aggiunge il senatore -. L'Italia sara' il primo Paese europeo a proibire la produzione e la commercializzazione di buste in plastica non biodegradabili. Un risultato importante per la salvaguardia dell'ambiente, ottenuto anche grazie a chi ha scommesso sull'innovazione e sulla chimica verde".