Bando dei sacchetti di plastica: intervista al portavoce del Ministro Prestigiacomo
Salvatore Bianca, portavoce del Ministro all'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, risponde alle domande di Eco dalle Città: “Per ora stiamo monitorando la situazione per capire se il mercato si assesterà da solo. Un’applicazione troppo rigida della norma danneggerebbe l’economia, e lo scopo del bando non è questo, ma dare un messaggio forte per l’ambiente: dobbiamo cambiare abitudini”
14 January, 2011
Il Ministero dell’Ambiente assicura che sul bando dei sacchetti non farà nessuna marcia indietro: il divieto di distribuzione e commercializzazione è - e resterà - in vigore come annunciato dal comunicato stampa del 30 dicembre. Alle tante domande che affollano la rete da settimane prova a rispondere Salvatore Bianca, portavoce del Ministro Prestigiacomo.
Cominciamo dall’oggetto del bando: il comunicato stampa fa riferimento a “sacchetti da asporto merci, non conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati dagli standard tecnici europei vigenti”. Ma che cos’è proibito esattamente? Tutti i tipi di sacchetto?
Intanto precisiamo che il comunicato stampa aveva lo scopo di ribadire l’entrata in vigore del bando in data 1° gennaio 2011, non di completare quanto presente nella legge 296/06, voluta dal governo Prodi. In quella legge non si differenziava fra i diversi tipi di sacchetto, e questo può creare problemi. Il Ministero sta esaminando la questione, perché lo scopo principale del bando doveva essere quello di eliminare le buste di plastica monouso, per mettere un punto a questa moltiplicazione dell’usa e getta, mentre la norma è molto generica. Prendiamo il caso delle buste di plastica molto rigide, per esempio quelle che vengono date al cliente in alcuni negozi di abbigliamento: ecco, se una borsa è chiaramente resistente e riutilizzabile, non come un sacchetto da supermercato, non c’è motivo di impedirne la circolazione. Un’applicazione troppo rigida della norma rischia di creare danni all’economia e la polverizzazione di tutte quelle aziende che lavorano nel settore.
Dunque il Ministero intende emanare decreti attuativi per specificare meglio i limiti del bando?
L’intenzione è quella di lasciar passare un po’ di tempo, ovviamente monitorando con attenzione quello che accade, per capire se e come il mercato riesce ad autoregolarsi, a riassestarsi senza crisi. Poi valuteremo se sarà il caso di intervenire, ma ricordo che per intervenire su una legge dello stato, com’è la 296/06 in cui si trova il provvedimento in questione non basta una circolare, ci vuole un’altra legge. Per ora è meglio vedere come si evolve la situazione: queste piccole grandi rivoluzioni vanno metabolizzate, ma mi sembra che i consumatori abbiano reagito bene, senza proteste.
I consumatori sì, ma infatti il problema più grosso è per i produttori…
Ripeto, il bando non ha intenti repressivi, ha lo scopo di indirizzare il mercato in funzione di un cambiamento di abitudini: tant’è che manca l’apparato sanzionatorio. Certo, la Guardia di Finanza potrebbe sequestrare le merci, ma non vogliamo certo questo. Nessuno vuole danneggiare i produttori, la situazione è e sarà sotto osservazione per trovare accordi ragionevoli che non danneggino le aziende. Se vedremo che le aziende potranno senza troppe difficoltà passare a produrre sacchetti utilizzando pellicole biodegradabili al posto della plastica, non sarà necessario pensare a sanzioni e nuove leggi.
Uno dei punti più critici del bando è proprio la definizione di biodegradabilità: se ci si attiene strettamente all’interpretazione della norma Uni EN 13432 molti additivi risultano fuori legge: non è un dettaglio per un produttore. Cosa intende il Ministero per biodegradabile?
Per le questioni tecniche e per questo tipo di problematiche, sicuramente importanti, il consiglio è di rivolgersi direttamente agli uffici tecnici del Ministero, che stanno lavorando su questi aspetti. Ribadisco ancora una volta che lo scopo del bando non è quello di punire nessuno, ma di dare un segnale forte a difesa dell’ambiente.
La Francia nel 2006 propose lo stesso provvedimento, ma la Commissione Europea lo ritenne una violazione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Cosa c’è di diverso questa volta? Non potrebbe capitare la stessa cosa?
La Commissione Europea parla di salvaguardia dell’ambiente e induce a prendere iniziative in questa direzione, salvo poi condannare chi prova a farlo. Siamo ovviamente a conoscenza dell’episodio della Francia – che, ricordo, rinunciò ad emanare il decreto dopo il parere della CE, ma ritirare la legge fu una scelta, la Commissione non poteva impedirlo – ma abbiamo ritenuto giusto proseguire su questa strada. Siamo ovviamente disponibili a semplificare il provvedimento e a venire incontro ai produttori, ma un cambiamento dei costumi è necessario, non si torna indietro.
16 commenti
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01.02.2011 11:02
sono passati 17 giorni e il ministro non ci ha fatto sapere ancora nulla. Ma cosa aspettano a farci sapere il da farsi. Qui stiamo fermi, ma cosa aspettate... !!!!!!!!
Annalisa
20.01.2011 11:01
I Ministeri tacciono e noi continuiamo a perdere tempo, senza sapere cosa fare e come poterci proteggere da loro.
Alessandro
19.01.2011 12:01
Se so ancora leggere e capire la lingua italiana la Legge 296/96 prevedeva la progressiva riduzione (non eliminazione) dei sacchetti di plastica, ed il divieto solo per i sacchetti di plastica che non rispondono a criteri e norme europee (per i sacchetti di plastica, ovviamente). Significa forse che tutte le borse prodotte ed utilizzate in Italia non rispondono alle norme di settore? M sembra una gran montatura...
Annalisa
19.01.2011 12:01
Sandro, siamo tutti nella stessa situazione, ma dì ai clienti che non esiste nessuna legge per stessa ammissione del portavoce. Stampa questa intervista e girala a tutti. Che sia chiaro che NON ESISTE LEGGE!!
I nostri ragazzi sono a casa da 3 settimane e per loro si prospetta il licenziamento, per noi il fallimento e il tutto nel più totale silenzio dei media.
E' UNA VERGOGNA!
Sandro
19.01.2011 11:01
Siamo un azienda produttrice di sacchetti in plastica con circa 50 dipendenti, a causa del bando dei sacchetti abbiamo ricevuto molti annullamenti di ordini e nell' impossibilità di trovare sul mercato una quantità sufficiente di biopolimeri non riusciamo a riconvertire le commesse ai nuovi materiali.
Inoltre perdurando questa situazione di incertezza normativa, Il mercato è completamente fermo e non riceviamo nuovi ordini dai nostri clienti.
La situazione è estremamente confusa a causa di una legge che è entrata in vigore senza i decreti attuativi e che si accavalla con le varie ordinanze comunali che sono diverse in ogni comune.
Ci troviamo nella situazione di dover ridurre del 50% il personale entro fine mese e con addirittura il forte rischio anche per la continuità aziendale.
Pasquale
18.01.2011 16:01
e' assurdo hanno fatto una pseudo legge, hanno creato una confusione e norme e poi ci dicono: stiamo monitorando la cosa. e' semplicemente assurdo
Ciro
18.01.2011 14:01
L'intenzione è quella di lasciar passare un po' di tempo, ovviamente monitorando con attenzione quello che accade, per capire se e come il mercato riesce ad autoregolarsi, a riassestarsi senza crisi. Poi valuteremo se sarà il caso di intervenire. E nel frattempo le aziende che cosa devono produrre? Ci dite per favore di che morte dobbiamo morire!Per quanto riguarda il divieto, il comunicato stampa non ha perso tempo dalla sera alla mattina e' andato in vigore e adesso per emanare una direttiva per specificare il tutto dobbiamo attendere mesi e mesi.... vi sembra giusto
Annalisa
18.01.2011 11:01
Gianfranco, ho chiamato i ministeri e al (sotto)sviluppo economico mi hanno detto di scrivere una mail.
Autorizzo la redazione di eco dalle citta a girarti i miei contatti, in modo da poterci sentire.
Mi hanno detto che non avevano idea di quello che stava accadendo a livello occupazionale e sociale, ma, intanto, continuano a tacere sulla NON LEGGE..
Gianfranco
18.01.2011 10:01
<Uno dei punti più critici del bando è proprio la definizione di biodegradabilità: se ci si attiene strettamente all'interpretazione della norma Uni EN 13432 molti additivi risultano fuori legge: non è un dettaglio per un produttore. Cosa intende il Ministero per biodegradabile?
Per le questioni tecniche e per questo tipo di problematiche, sicuramente importanti, il consiglio è di rivolgersi direttamente agli uffici tecnici del Ministero, che stanno lavorando su questi aspetti. Ribadisco ancora una volta che lo scopo del bando non è quello di punire nessuno, ma di dare un segnale forte a difesa dell'ambiente>
Mi spiegate che risposta è questa? Dobbiamo tutti telefonare agli uffici del ministero per avere risposte attendibili???
Andrea
15.01.2011 08:01
Prendiamo il caso delle buste di plastica molto rigide, per esempio quelle che vengono date al cliente in alcuni negozi di abbigliamento: ecco, se una borsa è chiaramente resistente e riutilizzabile, non come un sacchetto da supermercato, non c'è motivo di impedirne la circolazione.
Il Marocco c'è già arrivato da tempo obbligando la produzione a degli standard minimi di spessore per aumentare la resistenza e ridurre la volatilità dei sacchetti.
Nessuno vuole danneggiare i produttori, la situazione è e sarà sotto osservazione per trovare accordi ragionevoli che non danneggino le aziende. Se vedremo che le aziende potranno senza troppe difficoltà passare a produrre sacchetti utilizzando pellicole biodegradabili al posto della plastica, non sarà necessario pensare a sanzioni e nuove leggi.
I danni sono già cominciati! Ma chi state osservando???
Sull'ultimo punto evito commenti, ma risulta ben chiaro che L'episodio Francia non lo conoscono per niente!
Annalisa
14.01.2011 21:01
Ma l'incongruenza della frase "il divieto di distribuzione e commercializzazione è - e resterà - in vigore come annunciato dal comunicato stampa del 30 dicembre." e della frase "Poi valuteremo se sarà il caso di intervenire, ma ricordo che per intervenire su una legge dello stato, com'è la 296/06 in cui si trova il provvedimento in questione non basta una circolare, ci vuole un'altra legge." la noto solo io?
stefano
14.01.2011 21:01
Ora per favore fate qualcosa per annullare le assurde ordinanze comunali che in alcuni casi (Comune di Matera) vietano addirittura, non solo la commercializzazione, ma anche di camminare per strada con un sacchetto di plastica.
stefano
14.01.2011 21:01
Ora per favore fate qualcosa per annullare le assurde ordinanze comunali che in alcuni casi (Comune di Matera) vietano addirittura, non solo la commercializzazione, ma anche di camminare per strada con un sacchetto di plastica.
marco freddi
14.01.2011 20:01
chiarissimo nella sua vaghezza...
anche gli stessi portavoce del Ministero ammettono che tutto ciò è stato volutamente e preventivamente scatenato "ad arte" per creare confusione nel mercato, per arrivare cioè ad uns situazione "de facto" con la piena consapevolezza che dal punto di vista giuridico e normativo (sia nazionale che europeo) tutto ciò sarebbe stato cassato...
chiara la strategia...chiari i mandanti...
ora ci dicano quanto novamont ha sborsato per tutto ciò...e almeno siamo piùù contenti
claudio
14.01.2011 15:01
E' l'ennesima legge fatta senza tener conto di nulla: ne delle imprese,ne del ridotto impatto di una legge che comunque non elimina la plastica,ne delle reali direttive europee e nemmeno del fatto che per riconvertire una produzione industriale occorrono comunque investimenti da parte dei produttori.Se li obblighi devi anche dar loro dei soldi che a quanto pare non son stati dati. E' la solita pagliacciata all'italiana insomma...
Annalisa
14.01.2011 15:01
Ma questi sono matti..ma sono da denuncia di risarcimento danni. Ma i giornali allora cosa hanno spifferato fino a questo momento? E poi, dite alla portavoce, di scrivere qualcosa di ufficiale sul sito del Ministero perchè i nostri clienti non si fidano delle interviste e i loro clienti nemmeno..oppure lo dicano in tv e mettano fine al terrorismo psicologico che hanno fatto fin da subito!